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l'editoriale la riflessione la discussione temi e problemi Pedagogia ...

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fare-pedagogia – che si lega al<strong>la</strong> salvaguardia del pedagogico (non<br />

riducibile alle sole scienze dell’educazione coordinate pragmaticamente)<br />

e al ri<strong>la</strong>ncio del<strong>la</strong> sua specifica teoresi e che investe poi i diversi domini<br />

dell’educare, del pensare-educazione e del fare-educazione – risulta imprescindibile<br />

e proprio perché ad esso e solo ad esso è delegabile quel<strong>la</strong><br />

indagine aperta e costantemente aperta (anche e soprattutto a livello<br />

metodologico) su “fini” e “mezzi” dell’educare/formare dal<strong>la</strong> quale soltanto<br />

può emergere una teorizzazione-per-<strong>la</strong>-formazione capace di tute<strong>la</strong>re<br />

<strong>la</strong> stessa criticità delle pedagogie e delle stesse pedagogie applicate.<br />

Tra gli obiettivi di questo gruppo di studio è fare sempre più del<strong>la</strong><br />

pedagogia una forza viva, sostenere <strong>la</strong> sua presenza, diffonder<strong>la</strong> – con le<br />

sue proprie caratteristiche e specificità - nel tessuto sociale. Rafforzare <strong>la</strong><br />

teoria – compito appunto del gruppo – è <strong>la</strong> condizione per poter entrare<br />

con maggiore lucidità ed efficacia nelle dinamiche del quotidiano, saperne<br />

riconoscere le possibilità e opportunità, saper coglierei partico<strong>la</strong>ri<br />

significativi, avvertire le domande aperte per cui urgono risposte<br />

costruttive. Per evitare di correre rischi di ‘dispersione’ del sapere pedagogico<br />

è necessaria una continua reinvestigazione , ridefinizione e<br />

riartico<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> pedagogia. Operazione non però fine a se stessa,<br />

ma attentamente ca<strong>la</strong>ta nel<strong>la</strong> dinamicità dei processi formativi, finalizzata<br />

ad approfondire e raffinare sempre più le capacità critico-interpretative<br />

e propositivo-progettuali di chi si occupa a vario titolo di questioni<br />

educative.<br />

Tra l’altro il modello di “pedagogia critica” è presente e vivo nelle<br />

varie aree culturali dell’Occidente, dal<strong>la</strong> Germania all’Italia, agli USA (si<br />

pensi al<strong>la</strong> Nussbaum, ad esempio), c’è anche in Francia e in Spagna, a suo<br />

modo nel<strong>la</strong> stessa pedagogia analitica inglese.<br />

I seminari permanenti hanno tenuto vivo questo modello, hanno voluto<br />

metterlo al<strong>la</strong> prova, ora si accingono a porre in luce tanto <strong>la</strong> forma<br />

teorica quanto le aree di applicabilità, attraverso un <strong>la</strong>voro che riunisce<br />

insieme l’uno e l’altro volto del<strong>la</strong> pedagogia critica, che studia se stessa<br />

studiando le sue applicazioni ai <strong>problemi</strong>. Secondo un metodo che non<br />

separa metodi e <strong>problemi</strong>, ma li congiunge per decantare proprio <strong>la</strong><br />

criticità a cui <strong>la</strong> pedagogia critica si ispira e che coltiva.<br />

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