l'editoriale la riflessione la discussione temi e problemi Pedagogia ...
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co oggi e che rec<strong>la</strong>mano una <strong>riflessione</strong> critica attenta e organica. Di tali<br />
<strong>problemi</strong> si è fatta una prima individuazione e si sono fissate le modalità<br />
di approccio. Quanto all’individuazione – abbozzata par<strong>la</strong>ndo dei “trascendentali”<br />
del<strong>la</strong> pedagogia oppure dei <strong>problemi</strong> emergenti con urgenza<br />
dall’educativo: il corpo, <strong>la</strong> mente, <strong>la</strong> tecnica, il soggetto, <strong>la</strong> dimensione<br />
etico-civile, politica, l’inter-cultura, il genere, etc. – si è pensato di affrontarlo<br />
attraverso un nuovo incontro (forse a settembre) che discuta <strong>la</strong><br />
condizione attuale del fare-pedagogia e teorizzare l’educazione, sviluppando<br />
così una <strong>riflessione</strong> “meta” sul pedagogico, sulle sue strutture<br />
attuali, sui suoi criteri di legittimazione.<br />
Da qui dovrà emergere lo statuto del<strong>la</strong> riflessività pedagogica e già<br />
l’avvertenza dei <strong>problemi</strong> attuali e urgenti. Poi si passerà allo studio dei<br />
singoli <strong>problemi</strong> sottoponendoli ad analisi incrociate ( diverse tra loro<br />
per metodo e per approccio teorico) e cercando di decantarli nel<strong>la</strong> loro<br />
artico<strong>la</strong>zione, problematicità, necessità (anche teorica).<br />
Tutto ciò al<strong>la</strong> luce di un postu<strong>la</strong>to metodologico ben chiaro – che, di<br />
fatto, da sempre ha ispirato questi incontri di “pedagogisti teorici” –:<br />
quello di e<strong>la</strong>borare pedagogia critica, cioè riflessiva, anche metateorica e<br />
– soprattutto – capace di illuminare fondamenti, strategie, tipologie del<br />
costruire-pedagogie e di sottoporre tutti questi ambiti a un’analisi senza<br />
presupposti definitivi e senza esiti cogenti (gli uni e gli altri sono sempre<br />
ipotetici e dialogicamente intrecciati tra loro, seppur agiti da un preciso<br />
punto di vista, che però si tratta sempre di confrontare con gli altri e<br />
di allenarsi a difendere attraverso argomenti, collocandosi in uno spazio<br />
di dialogo).<br />
Si tratta certamente di un <strong>la</strong>voro ambizioso, che sta crescendo su se<br />
stesso, ma sta anche affermandosi come un tornante decisivo e un dispositivo-chiave<br />
del fare-pedagogia, cioè dell’e<strong>la</strong>borare quel sapere-per<strong>la</strong>-formazione<br />
che è esposto, oggi, a infiltrazioni di dogmatismo, da un<br />
<strong>la</strong>to (e si pensi all’invasione delle tecniche, che spiazzano il formativo<br />
come obsoleto e rec<strong>la</strong>mano processi lineari, control<strong>la</strong>bili, pianificabili<br />
come i veri processi del formare e del formarsi) e a una ‘utilizzazione’<br />
sociale, dall’altro, che consegna <strong>la</strong> formazione al<strong>la</strong> società e alle sue agenzie,<br />
risolvendo<strong>la</strong> in socializzazione.<br />
In questo complesso tornante storico del<strong>la</strong> cultura/civiltà collocata<br />
tra Globalizzazione, Tecnocrazia, Mercato e Loisir un esercizio critico del<br />
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