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l'editoriale la riflessione la discussione temi e problemi Pedagogia ...

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Se, tradizionalmente, il sistema educativo ha giocato un ruolo centrale<br />

nel<strong>la</strong> perpetuazione di stereotipi e di nette distinzioni di c<strong>la</strong>sse e di<br />

genere, oggi <strong>la</strong> sfida pedagogica primaria è quel<strong>la</strong> di costruire un nuovo<br />

progetto formativo in cui <strong>la</strong> differenza venga accettata, valorizzata, posta<br />

al centro di scelte didattiche e currico<strong>la</strong>ri. In altre parole è necessario<br />

ripudiare una cultura che marginalizza o nasconde <strong>la</strong> produzione delle<br />

donne ed i saperi femminili. Il compito dell’educazione è stato, infatti,<br />

diffondere conoscenze ed abilità, ma anche legittimare una stratificazione<br />

sociale e di genere che assicuri l’immobilità del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione fra i sessi nel<br />

quotidiano e nel sociale.<br />

Il volume comincia così con un saggio di Carme<strong>la</strong> Covato in cui si<br />

approfondiscono, analizzando alcune testimonianze letterarie ed autobiografiche,<br />

le varie modalità educative attraverso cui il genere si impone<br />

come “norma”, nel<strong>la</strong> costruzione dell’identità maschile e femminile.<br />

Il passaggio dal<strong>la</strong> nascita biologica a quel<strong>la</strong> culturale e sociale viene delineata<br />

attraverso <strong>la</strong> funzione del medium educativo, funzionale al<strong>la</strong> riproduzione<br />

ed interiorizzazione delle dinamiche sociali e del<strong>la</strong> gerarchica<br />

divisione dei ruoli sessuali. Tale tradizionale valore riproduttivo delle<br />

pratiche educative è tuttavia ripensato e <strong>la</strong> riflessività pedagogica, soprattutto<br />

quel<strong>la</strong> diretta al<strong>la</strong> valorizzazione del<strong>la</strong> differenza di genere, sottolinea<br />

con forza il valore emancipativo ed utopico di alcune istanze pedagogiche.<br />

La femminilizzazione del corpo insegnante, su cui si sofferma con<br />

attenzione Simonetta Ulivieri, se per anni è rimasta impermeabile al<br />

pensiero ed al<strong>la</strong> nuova epistemologia femminista, adesso deve accogliere<br />

<strong>la</strong> sfida del<strong>la</strong> pedagogia del<strong>la</strong> differenza e farsi veicolo di una nuova<br />

cultura, di una genealogia femminile, anche accademica, che dia peso<br />

ed importanza alle e<strong>la</strong>borazioni delle donne ed al<strong>la</strong> loro rilettura del<strong>la</strong><br />

cultura tradizionale. Punto centrale diviene, quindi, riflettere su alcuni<br />

meccanismi di esclusione da alcuni ambiti di ricerca, mettere a fuoco le<br />

pratiche di empowerment da avviare nei luoghi dell’istruzione, le strategie<br />

di mainstreaming e <strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> cultura di genere. Necessaria è,<br />

pertanto, una <strong>riflessione</strong> sugli aspetti legati al<strong>la</strong> professionalità femminile<br />

e sulle scelte sco<strong>la</strong>stiche effettuate dalle giovani donne, nonché sul<br />

rapporto tra donne e Università, <strong>temi</strong> affrontati nel saggio di Susanna<br />

Barsotti ed in quello di Raffael<strong>la</strong> Biagioli. In quest’ultimo saggio viene<br />

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