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l'editoriale la riflessione la discussione temi e problemi Pedagogia ...

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4. Assicurare <strong>la</strong> presenza continuativa dell’insegnante di sostegno – È necessario<br />

trovare modalità operative e amministrative adeguate in grado<br />

di rimuovere le motivazioni che portano molti insegnanti di sostegno<br />

ad abbandonare il loro importante ruolo all’interno del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />

5. Sistema dei crediti formativi universitari – Il sistema dei crediti formativi<br />

deve essere un punto nodale capace di favorire nel<strong>la</strong> flessibilità degli<br />

ordinamenti accademici, <strong>la</strong> formazione degli insegnanti di sostegno.<br />

6. La formazione continua – Occorre creare un sistema di formazione<br />

continua, capace periodicamente di proporre agli insegnanti di sostegno<br />

in servizio, moduli e corsi universitari in grado di aggiornare il loro<br />

sapere pedagogico speciale.<br />

La formazione ha un valore strategico fondamentale. Abbiamo bisogno<br />

di una funzione insegnante che sappia vivere l’importanza di facilitare<br />

le re<strong>la</strong>zioni d’aiuto per sviluppare <strong>la</strong> possibilità di capire le intelligenze<br />

e che sia una buona mediatrice dello sviluppo nel<strong>la</strong> zona<br />

prossimale individuale (Vygotskij).<br />

Noi abbiamo bisogno di una pluralità di percorsi di apprendimento<br />

informale e formale. E abbiamo bisogno di fare un’operazione importante<br />

quale è il saper finalizzare <strong>la</strong> nostra competenza, avendo un progetto e<br />

avvertendo se viene cambiato il motivo per cui noi <strong>la</strong>voriamo e facciamo<br />

ricerca. Il rischio maggiore è quando si realizza in maniera indotta<br />

un cambiamento di finalizzazione. Gli effetti avvengono in tempi che<br />

sembrano riprodurre quello che abbiamo sempre fatto: invece non arriviamo<br />

a registrare gli effetti di cambiamento.<br />

Il rischio è nel cambiamento peggiorativo per le condizioni dei disabili<br />

ma anche degli altri. In realtà l’operazione può portare al fenomeno inverso<br />

del<strong>la</strong> deistituzionalizzazione. Se <strong>la</strong> deistituzionalizzazione aveva<br />

come assunto di base <strong>la</strong> possibilità che si liberassero delle originalità,<br />

rompendo schemi che vedevano solo stereotipi; <strong>la</strong> reistituzionalizzazione<br />

ha bisogno “solo” di non poter più considerare l’originalità dei soggetti<br />

nel loro sviluppo.<br />

Wolfensberger ha par<strong>la</strong>to di deistituzionalizzazione come valorizzazione<br />

dei ruoli sociali. La reistituzionalizzazione significa depressione<br />

dei ruoli sociali per alcuni soggetti, o valorizzazione in un solo modo,<br />

assai discutibile: far convergere sguardi di pietà nei confronti del<strong>la</strong> perso-<br />

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