NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste
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scarsità e perciò recidono l'invidia e il timore di essa. L'argomento è<br />
stato trattato in modo chiaro e semplice da R. Muchembled e J. P.<br />
Dupuy. Non vi è dubbio che alcune culture diventino nel tempo così<br />
organizzate da tollerare enclave entro le quali il postulato della scarsità<br />
può determinare nuovi meccanismi sociali: esse ammettono spazi dove<br />
venditori ambulanti e commercianti al minuto (sikh, ebrei o cinesi),<br />
sofisti e guaritori possono vendere le proprie abilità a prezzi di mercato.<br />
Tuttavia, il fatto che tale comportamento sia tollerato solo negli<br />
stranieri, dimostra che il medesimo è percepito come immorale se<br />
adottato da un membro della comunità. La resistenza opposta alla<br />
generalizzazione a tutta la società dell'esperienza della scarsità è un<br />
tratto comune che distingue la condizione umana dal regime della<br />
scarsità, quello che il professor Debeauvais definisce in modo<br />
appropriato come «l'universo concentrazionario».<br />
Il fatto che vari storici e antropologi dell'economia abbiano<br />
interpretato l'esperienza della scarsità come costruzione sociale non ha<br />
tuttavia segnato in profondità la società industriale n‚ influito in maniera<br />
significativa sul pensiero economico. L'economia alternativa è stata<br />
appena lambita da tutto ciò. Il riconoscimento delle culture tradizionali,<br />
come rimedio alla diffusione dell'esperienza della scarsità ha comunque<br />
posto le basi per nuove prospettive teoriche e per un nuovo realismo<br />
nella storia delle culture e delle mentalità. Vorrei sollecitare a<br />
un'impresa analoga coloro che si occupano di educazione a tempo<br />
pieno. Una volta riconosciuto che i concetti fondamentali di cui ci<br />
serviamo (bisogni educativi, apprendimento, risorse scarse, eccetera)<br />
corrispondono a un paradigma niente affatto naturale, sarà aperta la via<br />
alla storia dell'"Homo educandus".<br />
Vi sono due ragioni distinte per cui è importante che gli studiosi di<br />
educazione comparata giungano a riconoscere nell''apprendimento in<br />
condizioni di scarsità delle opportunità' una caratteristica senza paragoni<br />
del nostro mondo. In primo luogo ciò permetterebbe a coloro che si<br />
dedicano alla comparazione di limitare la propria ricerca a quegli aspetti<br />
che presentano caratteristiche fenomenologiche comuni.<br />
L'autolimitazione farebbe della disciplina un'impresa ancor più<br />
legittima di quanto non sia attualmente. In secondo luogo, la<br />
consapevolezza che la disciplina tratta un fenomeno sociale moderno e<br />
originale consentirebbe di avviare comparazioni disciplinate tra