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NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste

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La sua nascita e il suo destino forniscono un'utile analogia per<br />

illustrare ciò che intendo con 'spazio mentale'. Euclide formulò<br />

accuratamente gli assiomi sui quali aveva costruito la sua geometria.<br />

In un caso, tuttavia, come noi moderni oggi sappiamo bene, egli<br />

adottò come assioma, come realtà in sé evidente, quello che è di fatto un<br />

postulato, una convenzione. Introducendo l'assioma che due rette<br />

parallele non si intersecano mai, Euclide, senza rendersene conto,<br />

ammise l'esistenza di un solo tipo di spazio, quello che oggi porta<br />

appunto il suo nome. La sua assunzione, non esaminata criticamente, si<br />

trasformò in certezza e per duemila anni la tradizione dotta occidentale<br />

la accettò come un fatto naturale. Solo intorno al volgere di questo<br />

secolo Riemann dimostrò che per il matematico uno spazio in cui due<br />

rette parallele non si incontrano è solo un caso particolare.<br />

Poco dopo che Riemann ebbe posto le fondamenta matematiche<br />

della teoria della relatività, gli antropologi si accorsero che i membri di<br />

molte culture extraeuropee non guardano con occhi euclidei. Gli<br />

etnologi confermarono che, per esempio, gli Hopi e i Dogon parlano<br />

dello spazio e delle direzioni in modi più facilmente traducibili nel<br />

linguaggio del calcolo tensoriale che in qualsiasi lingua indogermanica.<br />

Gli storici trovarono che le letterature antiche associano lo spazio a<br />

odori, suoni e movimenti in una certa atmosfera molto più che a<br />

percezioni visive. Storici dell'arte come Panofsky e filosofi come Susan<br />

Langer hanno messo in evidenza il fatto che quasi tutti gli artisti<br />

dipingono lo spazio che la loro epoca vede. Non organizzano la loro<br />

percezione secondo la prospettiva creata da D rer o secondo le<br />

coordinate introdotte da Cartesio. La prospettiva sarebbe stata perciò<br />

introdotta in pittura per esprimere la capacità, allora appena acquistata,<br />

di rappresentare il mondo sulla base di strategie prevalentemente<br />

centrate sull'osservatore. Parallelamente alla successione di paradigmi<br />

che, secondo Kuhné si sono avvicendati nelle scienze, gli storici<br />

dell'arte hanno individuato nella pittura una sequenza di paradigmi<br />

descrittivi che corrispondono a modi diversi di percepire lo spazio<br />

visivo.

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