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NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste

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cantore Omero non ha mai provato e scartato "le mot juste". Virgilio,<br />

invece, continuò a correggere l'"Eneide" fino all'ora della sua morte:<br />

egli è già il prototipo del poeta scrittore, del geniale "Schrift-Steller".<br />

Significativamente, l'equivalente del nostro "curriculum" si chiamava<br />

"mousik‚" nelle scuole ateniesi del quinto secolo. Gli studenti<br />

imparavano a comporre musica; la scrittura rimase, fino al 400 avanti<br />

Cristo circa, l'epoca in cui Platone andò a scuola, un'arte servile,<br />

esercitata soprattutto dai vasai. Soltanto a quell'epoca si pot‚ cominciare<br />

a parlare propriamente di materie scolastiche. Solo allora fu possibile<br />

trasmettere la saggezza di una generazione, fissata nelle sue stesse<br />

parole, perché potesse essere commentata in nuove e diverse parole<br />

dagli insegnanti delle generazioni seguenti. La notazione alfabetica è<br />

una precondizione necessaria tanto per ciò che chiamiamo 'scienza' e<br />

'letteratura' quanto per la distinzione fra pensiero e discorso.<br />

Platone, uno dei pochi giganti che affrontano la transizione dal<br />

mondo orale a quello della scrittura, fa del passaggio dal ricordo<br />

dell'esperienza sempre rinnovato alla memoria affidata alla scrittura il<br />

tema del suo "Fedro". Egli era intensamente consapevole del fatto che<br />

con l'insegnante che semina parole (scritte), che non sono in grado n‚ di<br />

difendersi da sole n‚ di comunicare la verità in maniera adeguata<br />

("Fedro" 276a), si apriva una nuova epoca, e che l'uso dell'alfabeto<br />

avrebbe per sempre impedito un ritorno al passato orale.<br />

Platone sembra essersi reso conto assai più chiaramente dei<br />

moderni che con l'alfabetizzazione era sorto un nuovo spazio mentale,<br />

nel cui ambito concetti in precedenza inimmaginabili avrebbero dato<br />

all'educazione di Lisia un significato del tutto nuovo. Nella storia dei<br />

postulati dell'educazione possiamo quindi distinguere due temi: l'origine<br />

di quello spazio pedagogico che forse oggi è minacciato; e le<br />

trasformazioni della rete di concetti pedagogici all'interno di tale spazio.<br />

Come esempio di una tale trasformazione, studierò l'espansione e<br />

il relativo predominio, nell'ambito della cultura dell'alfabeto, del<br />

concetto di 'testo'. La parola è di origine classica: in latino "textus" ossia<br />

'tessuto' e, solo raramente, 'composizione di parole ben accostate' . Ai<br />

tempi della "Bibbia" di Lindisfarne il termine viene per la prima volta a<br />

designare le Sacre Scritture. Poi, nel secolo quattordicesimo, lo<br />

troviamo usato nell'accezione che oggi diamo per scontata, per<br />

designare un concetto che, come mostrerò subito, con un nome diverso

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