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NELLO SPECCHIO DEL PASSATO - biblioteca galilei trieste

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modalità di percezione, un io corporizzato. Le sue parole sorgono da<br />

una massa di carne e sangue, dalla selva dei sentimenti e significati che<br />

avvolgono tutto ciò che dice. E' insegnante perché ha disciplinato i<br />

significati e i sentimenti senza disprezzarli. Con tanti sforzi ha<br />

addestrato i suoi Cartesio e Pascal interiori a vigilarsi reciprocamente: a<br />

equilibrare la mente e il corpo, lo spirito e la carne, la logica e il<br />

sentimento.<br />

Frank in questo momento rappresenta ai miei occhi l'emblema<br />

dello stato percettivo opposto. Si è svincolato dal pantano dei<br />

sentimenti, ha imparato a scrollarsi di dosso la densa atmosfera emotiva,<br />

a lasciarla dietro di sé e ad operare in uno spazio vuoto, senza gravità. Si<br />

è però aggrappato al computer ed è rimasto prigioniero nella rete del<br />

pensiero operazionale. La formula di Turing ha suscitato in lui il sogno<br />

cibernetico. Può sorvolare il Sahel, vedere la Terra inaridita e i<br />

cammelli moribondi, registrare la crescente disperazione e rabbia. La<br />

sua mente è una macchina fotografica che non altera i segnali che le<br />

giungono. Vuole che Susan dia un voto alle inquadrature che egli ha<br />

ordinato in un 'testo'.<br />

Susan e Frank sono entrambi persone. Sono responsabili dello<br />

stato mentale in cui si trovano. Susan può scegliere la sua via tra il<br />

sentimentalismo romantico e la lucidità critica, tra l'opzione indifferente<br />

o sensibile alle connotazioni, può scegliere la genealogia tradizionale<br />

degli autori ai quali intende far corrispondere le sue metafore. Quando<br />

parla, utilizza parole che sono state scritte; pensare è per lei una specie<br />

di espressione silenziosa delle cose. Questo riferimento costante<br />

all'alfabeto la distingue dal pre-alfabetizzato, ma in maniera molto<br />

diversa rispetto a Frank.<br />

Quest'ultimo è a sua volta responsabile delle sue azioni. Può<br />

utilizzare la metafora cibernetica per ciò che fa, allorché si esprime<br />

come uno strumento analitico a cui sfugge più di quanto modelli. Può<br />

usarla ironicamente: come Fromm quando parla di sondaggio psichico.<br />

Frank può servirsi dell'espressione "shit iné shit out" (1). Ma allo<br />

stesso tempo può diventare indifferente, permettendo che quest'unica<br />

metafora divori tutte le altre, e approdare, infine, a quello stato che<br />

Berman chiama 'sogno cibernetico'.<br />

Quando le due matrici mentali si affrontano, possono<br />

cristallizzarsi in ideologie. Conosco alcuni come Susan per i quali

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