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quindi dall’altra parte della barricata, o di Fassino, che nella sua<br />
tragicomica autobiografia afferma di non avere vissuto il sessantotto<br />
in quanto, dopo la morte prematura del padre, si era dovuto<br />
sobbarcare le responsabilità di un adulto. O ancora di Veltroni,<br />
che probabilmente allora faceva il chierichetto, magari a fianco a<br />
un prete rosso, ma pur sempre un chierichetto. I sessantottini autosconfitti<br />
sono stati quindi sistemati nell’industria culturale, da<br />
dove era più facile svolgere il ruolo che i vincitori gli avevano assegnato,<br />
cioè riscrivere la storia. Qualcuno ha mantenuto una sfumata<br />
apparenza degli antichi valori, altri, i più cinici, si sono trasferiti<br />
a destra. Nessuno di loro aveva probabilmente capito un<br />
film americano di quel periodo, amato sia dai punk sia dai settantasettini:<br />
I guerrieri della notte.<br />
“Gli uomini che hanno il potere sono coloro che ci hanno spinto<br />
uno contro l’altro.” Sono le parole della scena iniziale del film,<br />
con cui il capo della gang dei Riff, Cyrus, arringa le migliaia di ragazzi<br />
delle bande di strada dei diversi quartieri di New York. Frasi<br />
semplici e dirette: allearsi per opporsi all’oppressione e alla violenza<br />
poliziesca; combattere i padroni del potere e conquistare la<br />
città intera. E qui ci sono dei paralleli con la celebre speranza della<br />
rivoluzione dietro l’angolo che mosse i giovani ribelli italiani all’alba<br />
del 1977. Al termine del comizio, Cyrus viene ucciso da alcuni<br />
traditori e i Guerrieri saranno ingiustamente accusati dell’omicidio.<br />
Anche i settantasettini erano, già allora, i capri espiatori<br />
di una tragedia che coinvolgeva l’intera società e come i Guerrieri<br />
si sentivano braccati, senza scampo. Le manifestazioni che si susseguivano<br />
ogni sabato si svolgevano in un clima di conflitto aperto.<br />
La notte, i ragazzi tornavano in quartieri che già si stavano<br />
riempiendo di masse amorfe e teledipendenti che chiedevano più<br />
sicurezza e di cui proprio oggi, almeno a Milano, vediamo dispiegarsi<br />
i cortei bipartisan. Erano braccati, ma non volevano arrendersi<br />
a un futuro così di merda. Il lungometraggio della storia<br />
però non ebbe un lieto fine come in I guerrieri della notte, i nostri<br />
Guerrieri furono semplicemente lobotomizzati, chi nelle galere,<br />
chi nel riflusso e in tantissimi con l’eroina. Il cambio repentino<br />
del modello produttivo, l’improvviso declino della grande fabbri-<br />
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