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Wilhelm Reich rappresentavano un tramite per una realtà altra,<br />

per un mondo possibile e prossimo che doveva essere diverso e<br />

che avrebbe avuto i giovani come assoluti protagonisti.<br />

Purtroppo questa non è una storia a lieto fine. Superata la prima<br />

entusiastica fase di rivendicazioni, nata nella temperie culturale<br />

e politica degli anni sessanta, all’interno del composito fronte<br />

contestatario le tendenze creative vennero presto messe in minoranza.<br />

Esaurita per stanchezza la fase di collaborazione con le forze<br />

operaie e ridotta drasticamente la massa numerica del movimento<br />

studentesco, fra gli studenti emerse il desiderio di darsi<br />

un’organizzazione stabile, di creare un organigramma politico<br />

con ruoli ben precisi e di riproporre il rapporto fra strategie di<br />

lotta e organizzazione sulla falsa riga dei polverosi schemi del<br />

Partito Comunista ortodosso. Sicuramente non aiutarono a rasserenare<br />

gli animi il crescente timore di una svolta autoritaria né la<br />

sempre più manifesta ostilità della borghesia conservatrice, da<br />

poco battezzata, in modo magistrale, “maggioranza silenziosa”.<br />

Le continue quanto impunite aggressioni fasciste e la brutale repressione<br />

della polizia, ben indirizzata da una magistratura subalterna<br />

al potere politico, ebbero come prima conseguenza il serrare<br />

dei ranghi nelle file del movimento studentesco. Le parole<br />

d’ordine diventarono autodifesa, militarizzazione, antifascismo<br />

militante. Il trapasso si consumò in pochi mesi, durante i quali lo<br />

spontaneismo, la pulsione antiautoritaria e la creatività eretica<br />

vennero progressivamente abbandonate: venne sprecata maldestramente<br />

una grande opportunità di emancipazione e crescita<br />

non solo per una generazione ma per l’intero paese, la vecchia,<br />

sonnolenta e corrotta Italia democristiana.<br />

Politicamente si fece un salto indietro di più di trent’anni: la<br />

furia iconoclasta, il marxismo critico, il comunismo libertario furono<br />

soppiantati da un leninismo scolastico e autoritario che rifiutava<br />

qualsiasi ipotesi creativa in nome di una nuova morale rivoluzionaria,<br />

severa e bacchettona.<br />

Alla sinistra del Pci, che d’altra parte fece assai poco per comprendere<br />

le ragioni politiche e i bisogni esistenziali del movimen-<br />

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