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stazioni si è corrotta in dogmatismo ideologico e più diffusamente<br />

in arroganza e conformismo.<br />

Che cosa resta, quindi?<br />

Se è vero che le generazioni si devono giudicare soprattutto<br />

per l’eredità che lasciano, è davvero strano che i sessantottini siano<br />

riusciti a confonderci per così tanto tempo. Nonostante gli anni<br />

ottanta e tutto ciò che hanno comportato, nonostante il berlusconismo<br />

e la Lega, i socialisti inquisiti e rancorosi, i fascisti al governo,<br />

il precariato eretto a sistema di gestione del lavoro e la sottocultura<br />

televisiva con i suoi pagliacci di ruolo, nonostante gli intellettuali<br />

ex rivoluzionari, i giornalisti ex rivoluzionari, gli avvocati<br />

ex rivoluzionari, gli imprenditori ex rivoluzionari, i registi ex<br />

rivoluzionari, i sondaggisti ex rivoluzionari, gli imprenditori ex<br />

rivoluzionari, i portaborse ex rivoluzionari... come è possibile che<br />

nonostante la sconcertante anomalia politica italiana che fa sorridere<br />

amaramente tutta l’Europa e trascorsi tanti anni nessuno abbia<br />

ancora messo seriamente in discussione la vicenda esistenziale<br />

e il percorso politico dei sessantottini?<br />

Probabilmente perché negli ultimi due decenni ci hanno raccontato<br />

una storia incompleta. Una storia fatta anche di inganni e<br />

memorie di parte, che si potrebbero confutare facilmente se non<br />

fossero coperti da una cortina fumogena propagandistica che in<br />

parte funziona ancora adesso, rinforzata com’è da una solidarietà<br />

generazionale e da un’omertà colposa che la rende, all’occasione,<br />

quasi invalicabile.<br />

Fiaba consolatoria, il fragile mito del sessantotto è servito a<br />

rendere più semplice e incruenta, in realtà quasi priva di costi politici,<br />

la ristrutturazione sociale ed economica dell’Italia cominciata<br />

in sordina all’inizio degli anni ottanta e non ancora conclusa.<br />

Ristrutturazione che non abbiamo voluto ma ci troviamo a<br />

ereditare.<br />

Questo mito ha dei responsabili precisi, ma per riconoscerli è<br />

meglio partire dall’inizio.<br />

È meglio partire dai padri.<br />

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