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Allo stesso modo, va ricercata nelle pulsioni culturali di<br />

quella prima fase di lotte l’origine del movimento femminista<br />

italiano, nato all’inizio degli anni settanta e subito caratterizzatosi<br />

in netta antitesi al culto maschilista della violenza rivoluzionaria.<br />

Questo determinato e consapevole antagonismo non<br />

meraviglia affatto, perché se si prova a contare quante sono state<br />

le donne ai vertici dei gruppi di estrema sinistra ci si rende<br />

conto che le uniche figure di rilievo sono state quelle di Rossana<br />

Rossanda e Luciana Castellina del “manifesto”, entrambe<br />

appartenenti alla generazione precedente, quella della Resistenza<br />

per intenderci, e per giunta provenienti dall’odiato quanto<br />

vilipeso Pci.<br />

Nel caotico marasma extraparlamentare i ruoli di dirigenza<br />

e comando erano monopolio esclusivo degli uomini, con i risultati<br />

che ben conosciamo in fatto di intolleranza e settarismo.<br />

Non è un caso che proprio le accese critiche delle militanti femministe<br />

e rivoluzionarie abbiano messo in moto le riflessioni e i<br />

ripensamenti che furono alla base della crisi della stagione politica<br />

dei gruppi. Crisi inarrestabile che portò a una sorta di degenerazione<br />

della pratica di lotta militante, evidente in primo<br />

luogo nella sfera culturale. Dal 1973 in poi quel modello di lotta<br />

politica mostrerà tutti i suoi limiti. La data non è affatto casuale<br />

perché, come abbiamo visto in precedenza, nella primavera<br />

di quell’anno ebbe luogo la grande occupazione torinese<br />

delle Officine Mirafiori, cui fece seguito il cambio di rotta della<br />

politica del Pci.<br />

Il segretario del Partito, Enrico Berlinguer, proprio in quei<br />

mesi scriveva Riflessioni dopo i fatti del Cile, opuscolo che partendo<br />

dalla tragica esperienza del golpe cileno – nel quale le<br />

forze armate guidate dal generale Augusto Pinochet avevano<br />

spodestato e ucciso il presidente socialista Salvador Allende e<br />

dato vita a una sanguinosa repressione antidemocratica – ipotizzava<br />

una collaborazione strategica del Partito Comunista Italiano<br />

(il più forte dell’Occidente) con la Democrazia Cristiana,<br />

in nome del loro comune radicamento popolare, di un auspica-<br />

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