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scrivere il proposito di uccidere padre e madre. D’altronde non<br />
siamo ancora riusciti a uccidere vero il padre padrone che domina<br />
la cosiddetta sinistra nostrana. “In Italia quasi la metà dei delitti<br />
viene consumata in famiglia. A questa regola non sono sfuggite<br />
le grandi famiglie della politica italiana. Nel 1977 la famiglia<br />
della sinistra uccise suo padre, il Partito Comunista Italiano. Un<br />
delitto a lungo cercato.” Comincia così, riferendosi alla cacciata<br />
di Lama dall’Università La Sapienza, il libro di Lucia Annunziata<br />
appena uscito: 1977. L’ultima foto di famiglia; tuttavia, come abbiamo<br />
visto in precedenza, i vari D’Alema, Fassino e Veltroni sono<br />
assai vivi e vegeti! Il fatto è che questo delitto la nostra società<br />
non lo ha ancora compiuto, con tutte le tragiche conseguenze che<br />
ciò si porta dietro. Non successe con l’insurrezione contro il governo<br />
Tambroni nel 1960, non bastò lo schiaffo che Primo Moroni<br />
sferrò all’allora presidente della Fgci, Achille Occhetto, dopo<br />
la morte di Ardizzone nel 1962. Evidentemente non riuscirono a<br />
farlo le barricate del maggio francese, considerato che quelle violenze<br />
sono in molti oggi a nasconderle dietro un triangolo incestuoso<br />
condito da Buster Keaton e Charlot, come nell’ultimo film<br />
di Bertolucci The Dreamers. “E noi che aspettavamo Novecento.<br />
Atto terzo per scatenare la rivoluzione, visto che all’Atto secondo<br />
eravamo riusciti a sfondare in ottomila i cinema dove veniva<br />
proiettato?” potrebbe dire un redivivo settantasettino milanese...<br />
Sempre nel libro dell’Annunziata, a pagina cinquanta, è riportato<br />
il succo del discorso di Adriano Sofri al convegno di Rimini. “Il<br />
Pci ha legittimato la ristrutturazione capitalistica dei padroni, trasformandosi<br />
in uno strumento di costruzione del consenso operaio;<br />
il movimento studentesco è finito; il Pdup è solo una piccola<br />
organizzazione fiancheggiatrice, e anche Lotta Continua non ha<br />
più certezze. L’unico modo per sopravvivere è ‘vivere con il terremoto’.”<br />
Ed è difficile pensare che un’organizzazione del genere<br />
dopo queste frasi poté credere di diventare una sorta di ultima<br />
cerniera della spaccatura del ’77, tesi di fondo dell’intero libro<br />
dell’Annunziata. Forse a Roma e al Sud, ma al Centro e certamente<br />
in Nord Italia, dopo il ’76, non ci fu nessun mediatore possibile.<br />
Il terremoto si ingoiò la stragrande maggioranza militanti di<br />
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