Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack
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© SCATTOLON/CONTRASTO<br />
vogliono una nuova cortina di ferro<br />
in tutto il Paese. Il nostro<br />
sforzo è massimo nonostante<br />
i problemi che abbiamo in<br />
politica interna, problemi<br />
che non ci consentono un<br />
impegno maggiore, come invece<br />
chiede il segretario generale<br />
della Nato.<br />
Accanto allo sforzo militare,<br />
quali azioni politiche sono necessarie?<br />
Bisogna favorire un dialogo<br />
tra gli attori afgani, ma per<br />
ora non ci sono le condizioni.<br />
Il presidente Karzai non è<br />
ancora diposto a sedersi al<br />
tavolo con quelli che lui definisce<br />
terroristi, i talebani. Il<br />
20 marzo il ministro D’Alema<br />
presenterà alle Nazioni<br />
Unite a New York la nostra<br />
proposta per una conferenza<br />
di pace. Dovranno essere coinvolti<br />
tutti i Paesi della regione<br />
e gli Stati Uniti, che però<br />
adesso hanno altro a cui<br />
pensare. Come la campagna<br />
di primavera in Iraq. ■<br />
il colloquio<br />
Bijan Zarmandili<br />
Parla l’autore di L’Estate è crudele<br />
RITORNO A CASA<br />
Bijan Zarmandili giornalista e scrittore iraniano, in Italia dal ‘60<br />
«Ho la sensazione di essere un<br />
sopravvissuto». Bijan Zarmandili,<br />
nato a Teheran nel 1941,<br />
ha lasciato l’Iran nel 1960.<br />
Giunto in Italia si è iscritto all’Università,<br />
ma lo studio non<br />
gli ha impedito di militare in<br />
quelle formazioni di sinistra<br />
costrette all’esilio dallo Scià.<br />
Dal 1980 ha iniziato la sua attività<br />
giornalistica e oggi è<br />
uno dei massimi esperti di<br />
politica iraniana. Ha esordito<br />
come narratore nel 2004,<br />
con La grande casa di Monirrieh<br />
(Feltrinelli). Il suo secondo<br />
romanzo, L’Estate è<br />
crudele, è la storia di un amore<br />
tra due giovani iraniani<br />
emigrati in Italia che decidono<br />
di tornare a casa e affrontare<br />
le persecuzioni della polizia<br />
segreta. Nonostante si<br />
sia sempre occupato di politica,<br />
Zarmandili si è tuffato<br />
nella narrativa senza riserve:<br />
«Ho avvertito l’esigenza di<br />
trasformare le mie esperienze,<br />
soprattutto quella dell’esilio,<br />
in qualcosa di creativo.<br />
Solo raccontando queste storie<br />
sono riuscito a sciogliere i<br />
miei nodi irrisolti». I protagonisti<br />
de L’Estate è crudele<br />
si conoscono a Roma ma decidono<br />
di tornare in Iran.<br />
Zarmandili non nasconde<br />
che il suo romanzo contenga<br />
elementi autobiografici:<br />
«Naturalmente ci sono riferimenti<br />
alla mia vita. Ma<br />
quella di Parviz e Maryam<br />
non è la mia storia, è quella di<br />
Ahmadinejad<br />
sta perdendo<br />
consensi.<br />
Finalmente<br />
rispuntano le<br />
lotte operaie<br />
due giovani che realmente<br />
hanno cercato di costruirsi<br />
una nuova esistenza in Iran,<br />
con esiti tragici. Raccontando<br />
il loro viaggio ho ripensato<br />
al mio percorso, a quello che<br />
mi ha salvato». L’Iran, oggi<br />
come allora, rimane al centro<br />
delle polemiche internazionali.<br />
Sulla questione del nucleare,<br />
sembra che Washington<br />
e Tehran non riescano a<br />
negoziare. «C’è una situazione<br />
di grande incertezza, entrambe<br />
le parti stanno ancora<br />
aggiustando le proprie<br />
manovre e conducono una<br />
guerra psicologica. Per ora<br />
assistiamo soltanto ad aperture<br />
virtuali: l’Iran partecipa<br />
alla conferenza di pace a<br />
Baghdad ma contemporanemente<br />
le navi da guerra americane<br />
affollano il Golfo Persico.<br />
All’indomani della guerra<br />
in Afghanistan gli americani<br />
sono stati lieti della collaborazione<br />
con l’Iran, ma<br />
dopo poco lo hanno relegato<br />
tra gli Stati canaglia». Ma il<br />
comportamento di Ahmadinejad<br />
non indispone soltanto<br />
gli Stati Uniti. Anche gli iraniani<br />
cominciano ad essere<br />
stufi della sua politica: «Il regime<br />
sta perdendo consensi,<br />
ogni giono di più. E se ne vanno<br />
anche quei vantaggi strategici<br />
che Teheran aveva guadagnato<br />
grazie alla popolarità<br />
conquistata da Hezbollah<br />
durante la guerra in Libano.<br />
Ahmadinejad è stato contestato<br />
sia alle elezioni amministrative<br />
che a quelle del<br />
Consiglio degli esperti. Per<br />
non parlare delle manifestazioni<br />
degli univesitari e dei<br />
gruppi etnici minoritari, come<br />
azeri e curdi. Inoltre la<br />
grande novità di quest’anno è<br />
che in Iran sono riprese le lotte<br />
operaie e le proteste degli<br />
impiegati». ■ c.t.<br />
left 11, 16 marzo 2007 u49