Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack
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news global<br />
europa<br />
uuu<br />
GRAN BRETAGNA<br />
Occhi elettronici<br />
sulla polizia<br />
uuuLa polizia britannica<br />
è nell’occhio del ciclone dopo<br />
la diffusione di un video<br />
girato da una telecamera di<br />
sorveglianza che mostrava<br />
una ragazza picchiata da<br />
un poliziotto all’uscita da<br />
un locale<br />
notturno. Il<br />
Guardian<br />
scrive: «Le<br />
telecamere a<br />
circuito chiuso<br />
sono occhi<br />
in più per le autorità, ma<br />
queste immagini dimostrano<br />
che i loro riflettori possono<br />
accendersi sugli stessi<br />
poliziotti. Le immagini sono<br />
così scioccanti che il loro<br />
impatto si manifesterà<br />
molto presto. Quando a<br />
Los Angeles furono assolti<br />
i poliziotti che picchiarono<br />
il giovane nero Rodney<br />
King, nel 1992, la città fu<br />
messa a ferro e fuoco perché<br />
i cittadini avevano visto<br />
con i loro occhi cos’era<br />
successo proprio grazie a<br />
un video girato da un passante».<br />
In Gran Bretagna,<br />
riferisce il Daily Telegraph,<br />
per i giornalisti sarà più<br />
difficile ottenere informazioni<br />
su casi come questo<br />
se sarà approvata la riforma<br />
restrittiva del Freedom<br />
of information act, sulla<br />
trasparenza degli atti dei<br />
funzionari pubblici. «Sarebbe<br />
il colmo - commenta<br />
il Daily Telegraph - se uno<br />
dei progressi di cui può andare<br />
fiero Tony Blair dovesse<br />
essere vanificato proprio<br />
mentre il primo ministro<br />
sta per lasciare la vita<br />
pubblica e cerca disperatamente<br />
un’eredità per farsi<br />
ricordare».<br />
60uleft<br />
11, 16 marzo 2007<br />
FRANCIA<br />
Louvre<br />
nel Golfo Persico<br />
uuuLa stampa francese riflette<br />
sul valore del recente<br />
accordo tra il ministero della<br />
Cultura e delle Comunicazioni<br />
di Parigi e le autorità<br />
di Abu Dhabi per l’apertura<br />
di una “filiale” del Louvre<br />
nel Golfo Persico. «L’accordo<br />
è una tappa decisiva<br />
nella storia dei musei francesi»,<br />
scrive Emmanuel<br />
Fessy su Le Figaro.<br />
«Le nostreistituzioni<br />
culturali<br />
escono dall’Esagono<br />
per<br />
partecipare<br />
attivamente alla globalizzazione,<br />
attraverso scambi artistici,<br />
economici e diplomatici.<br />
Il Louvre era un<br />
punto di riferimento, ora<br />
diventa un marchio. L’accordo<br />
riflette una tendenza<br />
che si sta affermando sempre<br />
più: quella lanciata dal<br />
museo statunitense Guggenheim,<br />
dove il “contenitore”<br />
e il brand sono molto<br />
più importanti della qualità<br />
delle opere esposte».<br />
Sulla Nouvelle République<br />
François Tartarin risponde<br />
a chi teme un’eccessiva<br />
mercificazione della cultura<br />
e dell’arte. «Il Louvre e i<br />
musei francesi si stanno<br />
vendendo l’anima? I responsabili<br />
della conservazione<br />
dei beni culturali, i<br />
direttori dei musei e gli storici<br />
dell’arte hanno fortemente<br />
criticato l’accordo<br />
con Abu Dhabi soprattutto<br />
per il fatto che il nuovo museo<br />
sorgerà in una località<br />
turistica e servirà ad accrescere<br />
l’afflusso di visitatori.<br />
CINA<br />
Troppo lavoro<br />
fa male<br />
“Arricchitevi”. Con questa<br />
frase Deng Xiaoping, succedendo<br />
a Mao, avviò la<br />
Cina verso l’economia di<br />
mercato. Aprendo la sessione<br />
del Congresso nazionale<br />
del popolo, il premier<br />
Wen Jiabao ha spiegato<br />
che il tasso di crescita<br />
dell’economia cinese nel è<br />
stato fissato all’8 per cento,<br />
anche se il Paese dovrà<br />
fronteggiare la pressione<br />
occupazionale di 24 milioni<br />
di nuovi lavoratori.<br />
L’importante - conclude<br />
Tartarin - è che il nuovo<br />
museo goda della stessa indipendenza<br />
della sua controparte<br />
parigina».<br />
SPAGNA<br />
Il futuro<br />
dei saharawi<br />
uuuIl premier spagnolo José<br />
Luis Rodríguez Zapatero<br />
e otto ministri del suo governo<br />
hanno preso parte all’ottava<br />
riunione di cooperazione<br />
ispano-marocchina a Rabat,<br />
in cui grande rilevanza è<br />
stata riservata al conflitto in<br />
corso da decenni nel Sahara<br />
Occidentale. La stampa spagnola<br />
riflette sul ruolo che<br />
Madrid potrebbe<br />
giocare<br />
in questa vicenda.<br />
El País<br />
scrive: «La<br />
questione più<br />
complessa dei<br />
colloqui di Rabat è l’eventuale<br />
appoggio della Spagna<br />
al progetto sul Sahara Occidentale<br />
che il Marocco si<br />
accinge a proporre alle Nazioni<br />
Unite. Zapatero, da<br />
una parte, riconosce gli<br />
sforzi che il governo di Rabat<br />
sta facendo per mettere<br />
fine al conflitto; dall’altra,<br />
sostiene il diritto all’autodeterminazione<br />
del popolo<br />
sahrawi e la necessità di un<br />
intervento della giustizia<br />
internazionale per risolvere<br />
la contesa».<br />
Il quotidiano<br />
spagnolo<br />
Abc commenta:<br />
«Il<br />
nostro Paese<br />
ha un ruolo<br />
molto scomodo<br />
nel conflitto tra Marocco<br />
e Fronte Polisario.<br />
Da una parte dovrebbe essere<br />
garante della continuità<br />
del diritto e dell’autodeterminazione<br />
del popolo<br />
saharawi. D’altro canto deve<br />
fare attenzione a mantenere<br />
buone relazioni con il<br />
Marocco».