Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack
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Teatro batte calcio<br />
uno a zero<br />
Cresce la domanda di qualità.<br />
Ecco come cambiano i consumi culturali<br />
degli italiani, nel nuovo rapporto stilato<br />
da Federculture<br />
L’Auditorium di Roma progettato da Renzo Piano<br />
G<br />
li italiani diventano sempre<br />
più esigenti da un punto di vista<br />
culturale. In barba a vallettopoli,<br />
a Sanremo e al Berlusconi<br />
pensiero. La fotografia del Paese<br />
che emerge dal nuovo rapporto annuale<br />
di Federculture presentato a Le città della<br />
cultura di Bari ( la tre giorni in programma<br />
fino a sabato 17 marzo, organizzata<br />
da Anci, Upi, Federculture e altri )<br />
dice che il turismo culturale è cresciuto<br />
del 4 per cento rispetto all’anno precendente<br />
e che le mostre d’arte, in particolare,<br />
hanno registrato un più 42,2 per cento<br />
di visitatori. Ma non solo. È aumentato<br />
il pubblico dei concerti (sia di musica<br />
classica, che jazz e rock), e quello del cinema<br />
grazie a rassegne come la Festa del<br />
cinema di Roma, mentre gli eventi supercolti<br />
come le lezioni di storia e archeologia<br />
all’Auditorium di Roma e i fe-<br />
© MELISSARI/EIDON<br />
stival di filososofia fanno il<br />
pienone. Ma in primo piano<br />
c’è soprattutto una notizia<br />
davvero inaspettata: per<br />
la prima volta in Italia il<br />
pubblico teatrale ha superato<br />
quello degli eventi<br />
sportivi (13,5 milioni gli<br />
spettatori teatrali contro<br />
12,7 milioni dello sport). Ma, ecco il fattaccio:<br />
a fronte della crescita di domanda<br />
culturale i Comuni si trovano, “grazie”<br />
all’ultima finanziaria a fare i conti<br />
con un drastico taglio dei trasferimenti<br />
statali. Mentre il ministero dei Beni Culturali,<br />
nonostante l’aumento del 30 per<br />
cento del fondo di dotazione stabilito<br />
quest’anno, sconta l’annosa scarsità di<br />
investimenti pubblici in cultura che da<br />
sempre caratterizzano il Belpaese. Tanto<br />
da farne quasi il fanalino di coda in Eu-<br />
Le mostre<br />
d’arte<br />
registrano<br />
un 40 per<br />
cento in più<br />
di visitatori<br />
culturaindagini<br />
ropa, con il suo misero 1,8 miliardi di euro<br />
di investimento in cultura, a fronte<br />
degli 8 miliardi di Francia e Germania e<br />
dei 5 miliardi di Gran Bretagna e Spagna.<br />
«Così nonostante la maggiore domanda<br />
di cultura l’offerta non sempre è<br />
all’altezza , i servizi sono troppo scarsi,<br />
troppo spesso mal organizzati e poco<br />
funzionali», denuncia il segretario generale<br />
di Federculture Roberto Grossi. E<br />
già scattano segnali di allarme. A partire<br />
dal fatto che nel 2006 l’Italia ha perso il<br />
primo posto di meta turistica fra le più<br />
attraenti al mondo, scendendo al terzo<br />
posto, dietro a Australia e Usa. Ma se è<br />
crisi della vacanza tradizionale in Italia,<br />
il turismo culturale segna un più 4 per<br />
cento. Un trend che dovrebbe far riflettere<br />
chi lavora nel settore. «Il segnale è<br />
incoraggiante, anche perché la domanda<br />
si va differenziando, diventa sempre<br />
più sofisticata e articolata. Perfino gli indicatori<br />
che riguardano il mondo della<br />
lettura stanno migliorando», fa notare-<br />
Maurizio Barracco, presidente di Federculture.<br />
Un trend positivo che riguarda i<br />
libri ma non i giornali. Solo il 17 per cento<br />
degli italiani li legge. «Soltanto la<br />
Spagna e la Grecia stanno peggio di<br />
noi», nota Barracco. Per quanto riguarda<br />
i libri invece, da sottolineare, l’interesse<br />
crescente dei giovani. «Evidentemente<br />
- dice il presidente - non interessa<br />
il quotidiano, la notizia spiccia, ma attività<br />
di pensiero un po’ più profonde.<br />
Un fatto di cui gli editori<br />
dovranno tenere conto». Il<br />
calo di copie vendute che di<br />
anno in anno i quotidiani<br />
registrano è legato, soprattutto<br />
all’aumento di offerta<br />
di notizie su internet, «ma<br />
questo non significa che la<br />
stampa sia destinata a morire.<br />
Per rilanciarsi - suggerisce<br />
Barracco - dovranno diventare<br />
giornali di riflessione e di approfondimento».<br />
Ma anche la maggiore risorsa<br />
della cultura italiana, la rete museale,<br />
dovrà migliorare i propri servizi sul modello<br />
di quanto accade all’estero. «Puntando<br />
però - conclude il presidente di<br />
Federculture - a valorizzare le nostre caratteristiche,<br />
senza copiare gli stranieri.<br />
La nostra specificità è un modello integrato<br />
di arte e paesaggio. In questo non<br />
siamo secondi a nessuno». ■ s.m.<br />
left 11, 16 marzo 2007 u81