Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack
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te di biochimica della nutrizione allo<br />
Scottish Agricultural College di Edimburgo.<br />
Nel 1999, una lettera aperta inviata<br />
dall’allora ministro federale dell’Agricoltura<br />
della Repubblica Jugoslava,<br />
Jagos Zelenovic, ai colleghi dei Paesi<br />
dell’Unione Europea, denunciava il<br />
disastro ecologico causato dai ripetuti<br />
raid aerei della Nato. In particolare si<br />
segnalava l’uso sistematico di <strong>proiettili</strong><br />
all’uranio <strong>impoverito</strong> da parte dei cacciabombardieri<br />
statunitensi A-10. «Per<br />
i prossimi 50 anni ne pagheremo le<br />
conseguenze», insiste il professor Cocchi.<br />
Danni ambientali la cui entità è<br />
stata dimenticata, ben sapendo che<br />
l’effetto del disastro causato non è immediato.<br />
Documenti ufficiali della Nato<br />
dimostrano come fosse evidente, fin<br />
dai raid contro la Bosnia del ’95, l’utilizzo<br />
dell’uranio <strong>impoverito</strong>. L’operazione<br />
venne battezzata Deliberate Force e un<br />
lungo rapporto descrive nei dettagli gli<br />
11 giorni di bombardamenti, fra l’agosto<br />
ed il settembre ’95. La relazione è<br />
presente alla biblioteca pubblica della<br />
marina degli Usa e sul sito di Afsouth<br />
(www.afsouth.nato.int), il comando<br />
Nato per il Sud Europa con sede a Bagnoli,<br />
fin dal 1997 e venne rese nota<br />
nell’ottobre ’95. Il vicecomandante della<br />
base era il generale italiano Duilio<br />
Mambrini. Nell’allegato 2 del rapporto<br />
vengono elencati, divisi per nazionalità,<br />
le decine di aerei che parteciparono<br />
alle missioni sui cieli della Bosnia. Gli<br />
Usa, che hanno compiuto 2.318 sortite,<br />
il 65,9 per cento del totale, schieravano<br />
ad Aviano uno squadrone di 12 ammazzacarri<br />
A-10. Il rapporto elenca<br />
nell’allegato 3, genere e numero di ordigni<br />
utilizzati, compresi 10.086<br />
<strong>proiettili</strong> Pgu-14 Api, imbottiti d’uranio<br />
<strong>impoverito</strong>. Il dato si differenzia dal<br />
totale rivelato dal ministro Mattarella,<br />
di 10.800 colpi, perché mancano i dardi<br />
utilizzati durante la precedente operazione<br />
Deny flight nel ’94. I generali<br />
italiani sapevano. Il generale Andrea<br />
Fornasiero (ex Capo di Stato maggiore<br />
dell’Aeronautica) il 29 agosto ’95 riceveva<br />
dalla Nato l’ordine di eseguire il<br />
piano d’attacco sulla Bosnia. Fornasiero<br />
era comandante della V Forza aerea<br />
tattica alleata a Vicenza, responsabile<br />
per la pianificazione e la gestione dei<br />
bombardamenti sulla Jugoslavia. ■<br />
SERVE UN NUOVO<br />
MONITORAGGIO<br />
Elettra Deiana (Prc): «Dobbiamo fare altre<br />
audizioni in Commissione difesa.Anche<br />
se i militari tendono a restare in silenzio»<br />
La parlamentare Elettra Deiana Una bomba cluster<br />
che il Parlamento<br />
torni a occuparsi<br />
di quelle bombe».<br />
«Ènecessario<br />
Quando nel 1999 di ri-<br />
torno dal Kosovo gli aerei della Nato<br />
sganciarono il loro carico micidiale nell’Adriatico,<br />
Elettra Deiana era “attivista<br />
pacifista”. Oggi è vicepresidente della<br />
Commissione difesa alla Camera e componente<br />
della delegazione italiana presso<br />
l’Assemblea parlamenta-<br />
re dell’Alleanza Atlantica.<br />
All’epoca della missione<br />
Nato, il ministro delle Difesa<br />
Sergio Mattarella fu costretto<br />
a presentarsi diverse<br />
volte in Parlamento. E ai<br />
parlamentari rispondeva<br />
sempre: «La nostra Marina<br />
militare ha condotto, di<br />
fatto, una bonifica sostanziale delle zone<br />
interessate». Spiega Deiana: «Dietro<br />
la reticenza c’è la logica di guerra,<br />
che tende sempre a nascondere gli effetti,<br />
le conseguenze che popolazioni e<br />
territori sono costretti a pagare».<br />
Subito dopo i bombardamenti in Kosovo,<br />
nei pochi documenti rintracciabili in<br />
Parlamento, viene sollevata anche un’altra<br />
questione: l’uranio <strong>impoverito</strong>. Così,<br />
La logica<br />
di guerra<br />
nasconde<br />
gli effetti<br />
su persone<br />
e territori<br />
© TRE/CONTRASTO, RAPHAEL DALLAPORTA<br />
il 25 gennaio 2000, il ministro Mattarella:<br />
«Lo ripeto, gli ordigni non sono all’uranio<br />
<strong>impoverito</strong>». Quel giorno, però, il<br />
ministro della Difesa deve ribattere anche<br />
che «il personale del contingente<br />
italiano, fin dal suo ingresso in Kosovo, è<br />
stato informato dei possibili pericoli di<br />
inquinamento ambientale».<br />
«Sappiamo invece - precisa Deiana -<br />
quel che è successo dopo e che peso ha<br />
avuto, e ha ancora, la sin-<br />
drome dei Balcani sui nostri<br />
soldati e sulla popolazione<br />
locale». «Ripeto, è la<br />
logica di guerra: si spende<br />
moltissimo per gli armamenti,<br />
per i caccia F35, ma<br />
non si mette in bilancio un<br />
corrispettivo adeguato per<br />
riparare i danni provocati».<br />
Ora, Elettra Deiana ha deciso di condurre<br />
una nuova battaglia: «Rimettere all’ordine<br />
del giorno la necessità di un<br />
nuovo monitoraggio. E magari in Commissione<br />
difesa promuovere una serie di<br />
audizioni. Le difficoltà ci saranno: i militari<br />
hanno sempre avuto la tendenza a<br />
mantenere sotto silenzio qualunque<br />
questione. Ma riaprire questo capitolo è<br />
prioritario». ■ p.p.t<br />
left 11, 16 marzo 2007 u19