Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack
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sono subito accorto che potevo parlare<br />
della mia ricerca, magari partendo dalle<br />
tante lettere che ho trovato a Volterra,<br />
scritte dai pazienti e mai spedite.<br />
Celestini: Già, di materiale del genere ce<br />
n’è a tonnellate. Perché poi nella follia<br />
del manicomio, queste lettere neanche<br />
si buttavano via. I matti le scrivevano e<br />
gli infermieri non le facevano recapitare<br />
ai famigliari: in ogni caso, non le stracciavano<br />
mai. Ecco, è lì che ti accorgi dov’è<br />
la follia. Se entri in un vecchio archivio<br />
di un manicomio e sfogli le cartelle<br />
cliniche, dentro ci trovi quello che ha fatto<br />
il matto: tutto, anche i disegni. Nel tuo<br />
libro di lettere ne raccogli 35, ma quante<br />
ne hai trovate?<br />
Cristicchi: Circa 250 e molte erano piene<br />
di denunce dove il paziente pregava un<br />
famigliare di andarlo a prendere perché<br />
quei luoghi erano peggio di una galera.<br />
Mi sono meravigliato vedendo come<br />
tante lettere erano scritte in un italiano<br />
perfetto. Mi ha colpito quella di un ferroviere<br />
di Cecina, internato dai suoi colleghi<br />
perché aveva denunciato degli appalti<br />
truccati per prendere la manutenzione<br />
della ferrovia: era scritta benis- uu<br />
l’analisi<br />
di Oscar Prudente<br />
AUTORE<br />
C’è chi pensa<br />
e chi paranza<br />
«Questa è una canzone sanremese».<br />
L’affermazione dei critici (più spesso atto<br />
d’accusa che d’amore) tradotta in italiano<br />
significa che si tratta di una canzone<br />
costruita con una melodia larga e<br />
ariosa: con tanto di strofa, ponte e ritornello.<br />
Completa di un mieloso testo<br />
(meglio se strappalacrime), corredata<br />
da un’appassionata interpretazione e<br />
completata dall’immancabile accompagnamento<br />
d’archi. Soprattutto ricantabile<br />
subito, al primo ascolto, anche da<br />
chi non è dotato di orecchio musicale.<br />
Il teorema (quasi un dogma) ha subito<br />
quest’anno una dura scossa, almeno per<br />
quel che riguarda le canzoni salite sul<br />
gradino più alto del podio: le giurie del<br />
festival, contro ogni consuetudine, hanno<br />
decretato la vittoria di due brani sì<br />
orecchiabili, ma con sonorità attuali e<br />
soprattutto con testi che trattano argomenti<br />
di grande impegno sociale. Il giovane<br />
cantautore romano Simone Cristicchi<br />
nella sua ballata Ti regalerò una<br />
rosa racconta «tutte le emozioni forti<br />
vissute nello sviscerare l’argomento della<br />
malattia mentale». Nella sezione giovani<br />
è stato premiato un altro cantautore,<br />
anche lui romano: Fabrizio Moro<br />
con Pensa. Un rap che, come racconta<br />
l’autore, parla di mafia: «L’ho scritta dopo<br />
aver visto in tv Paolo Borsellino. L’avevo<br />
dedicata a Borsellino e Falcone, ma<br />
poi ho scoperto quanti uomini hanno<br />
sacrificato la loro vita per lottare contro<br />
la mafia: da Peppino Impastato a Rocco<br />
Chinnici».<br />
Atipiche o no, si tratta sicuramente delle<br />
proposte più originali insieme a La<br />
Paranza di Daniele Silvestri: «La<br />
paranza è un tipo di barca, un tipo di pesca<br />
e il pescato misto di lisca per il fritto»,<br />
spiega, definendolo «una specie di<br />
calypso latino “marittimo”, solare e volutamente<br />
maschilista, mi prendo in gi-<br />
Il cantante Fabrizio Moro<br />
© DIENA/OLYCOM<br />
ro per le mie fughe e le mie latitanze».<br />
Per il resto, menzione onorevole per Fabio<br />
Concato, poi molte belle voci (la giovanissima<br />
Romina Falconi), qualche bel<br />
testo (toccante è Meglio così di Giorgio<br />
Calabrese cantato da Dorelli).<br />
Tuttavia, anche se un po’ meno rispetto<br />
all’anno scorso, la “latitanza” della grande<br />
canzone (matrimonio perfetto tra<br />
musica e parole) l’ha fatta da padrona. E<br />
al di là dei gusti personali, non ho trovato<br />
giusto che artisti di valore come Antonella<br />
Ruggiero, Fabio Concato,<br />
Johnny Dorelli, con alle spalle una brillante<br />
carriera, abbiano dovuto scannarsi<br />
tra loro per rimanere in gara, fingendo<br />
una filosofica accettazione del regolamento.<br />
Cos’hanno in meno di Tiziano<br />
Ferro, Gianna Nannini, Franco Battiato,<br />
Elisa o Renato Zero, che quest’anno<br />
hanno fruito d’un siparietto fuori gara<br />
di circa mezz’ora a testa per farsi pubblicità?<br />
Solo perché sono un po’ meno sulla<br />
cresta dell’onda devono esser considerati<br />
artisti di serie B e subire l’umiliante<br />
giudizio delle tre giurie?<br />
Già, le giurie. Personaggi televisivamente<br />
noti, che magari servono all’audience<br />
ma, che - a parte l’Autieri e De Angelis -<br />
con la musica non c’entrano nulla. Personalmente<br />
abolirei la gara fra i Big, e<br />
visto che il festival per una serie complessa<br />
di motivi non ripete più gli exploit<br />
del passato, la gara canora potrebbe<br />
esser limitata agli emergenti: si riavvicinerebbero<br />
molti autori e artisti di valore<br />
che da tempo di Sanremo non vogliono<br />
sentir più parlare. A tutto vantaggio<br />
della canzone italiana.<br />
left 11, 16 marzo 2007 u79