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Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack

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Roma 25 marzo 1957 la firma del Trattato<br />

degli anni Sessanta, con un<br />

repentino capovolgimento,<br />

tanto che in breve tempo<br />

qualsiasi critica divenne<br />

una bestemmia. Così la sinistra<br />

ha accettato uno dopo<br />

l’altro gli obbrobri che<br />

l’Europa ha prodotto.<br />

Per la sinistra la difesa dei<br />

welfare nazionali venne sostituita<br />

dalla ricerca del libero<br />

mercato?<br />

Al Pci fu subito chiaro come<br />

il dinamismo economico<br />

prodotto dall’area di libero<br />

scambio avrebbe ulteriormente<br />

favorito la marginalizzazione<br />

delle economie<br />

più deboli, producendo uno<br />

sviluppo distorto. I trattati<br />

europei, fin dall’inizio, sono<br />

stati rivolti solo alla promozione<br />

della competitività<br />

più pura, fino a rendere impossibile<br />

ogni intervento<br />

politico volto a correggere le<br />

distorsioni del mercato. È<br />

inutile dire che per rilancia-<br />

re l’Europa, bisogna metterla<br />

in grado di prendere<br />

decisioni politiche, visto<br />

che la speranza di una politica<br />

europea in effetti è stata<br />

uccisa a Maastricht.<br />

La sola istituzione che si salva<br />

dall’impasse dell’Europa<br />

sembra la Banca centrale,<br />

che ha da poco alzato ancora<br />

una volta i tassi di interesse.<br />

La Bce è l’unico organismo<br />

veramente dotato di potere<br />

decisionale. Ma è proprio<br />

quello che, più di ogni altro,<br />

è sottratto al controllo democratico,<br />

più della Federal<br />

reserve americana. Purtroppo<br />

l’Europa si è occupata<br />

solo del mercato, mai<br />

di come costruire un’opinione<br />

pubblica europea,<br />

senza cui neppure un governo<br />

può esistere. Basterebbe<br />

ricordare che l’Ue<br />

non si è mai impegnata<br />

neppure a realizzare una<br />

televisione comune, né a fa-<br />

Ci si è occupati<br />

unicamente<br />

di costruire<br />

un mercato,<br />

mai di fare<br />

i cittadini. E la<br />

sinistra ha<br />

accettato tutti<br />

gli obbrobri<br />

vorire la nascita di un giornale<br />

europeo.<br />

In Italia, poi, si parla d’Europa<br />

solo nel quadro delle polemiche<br />

politiche interne.<br />

È così ovunque, forse escluso<br />

in Francia dove il referendum<br />

sulla Costituzione<br />

ha sviluppato un dibattito<br />

molto sentito. L’Italia ha<br />

spesso usato l’Ue per scari-<br />

© DURAZZI/ALINARI, BAI OMAR/GRAZIA NERI<br />

care la responsabilità di misure<br />

impopolari. Da Roma<br />

si dà la colpa dei tagli a Bruxelles;<br />

a Bruxelles, invece, si<br />

dice che troppe competenze<br />

rimangono agli Stati nazionali.<br />

È un rimbalzo di ruoli<br />

nel quale la vittima è proprio<br />

la democrazia.<br />

Negli anni in cui è stata parlamentare<br />

europea ha presieduto<br />

la Commissione cultura.<br />

Che ricordo ha di quell’esperienza?<br />

C’era allora un’ampia mobilitazione<br />

in difesa del cinema<br />

europeo. All’inizio degli<br />

anni Novanta la situazione<br />

era drammatica: cinema e<br />

tv americani coprivano circa<br />

l’80 per cento del mercato<br />

europeo. Allora riuscimmo<br />

a produrre alcune misure<br />

legislative, come quella<br />

che stabilisce quote riservate<br />

alla diffusione di pellicole<br />

europee. Ma ancora oggi l’americanizzazione<br />

della cul-<br />

left 11, 16 marzo 2007 u53

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