Bombe a grappolo, proiettili all'uranio impoverito ... - ImageShack
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copertinagenerale clusterinchiesta<br />
Due pescatori del peschereccio Partenope<br />
uu peschereccio s’è trovato la bomba di<br />
80 centimetri impigliata nelle reti. Sono<br />
imprevedibili: possono essere ovunque,<br />
grazie al gioco delle correnti. Basta allungare<br />
lo sguardo, oltre il manto dell’acqua,<br />
per distinguere i letali cilindri<br />
metallici. «<strong>Bombe</strong> sono», ripete Antonio<br />
di Pescara, volto segnato dal sole e<br />
dal freddo come quello degli altri colleghi.<br />
Alcuni ufficiali della Marina confermano<br />
le dichiarazioni dei pescatori, che<br />
da Trieste a Otranto, ormai convivono<br />
con questi indesiderati ospiti e l’intenso<br />
traffico di petroliere.<br />
Il bollettino di guerra prosegue con 30<br />
bombe non a <strong>grappolo</strong> ripescate a fine<br />
febbraio nel golfo di Venezia. Nel medio<br />
e basso Adriatico i piloti Nato hanno<br />
avuto pochi scrupoli. Tra Pesaro e<br />
Ancona, nei paraggi delle piattaforme<br />
metanifere, dalle quali il gas raggiunge<br />
la raffineria Api di Falconara, si sono liberati<br />
di «tre ordigni a <strong>grappolo</strong> e di<br />
una decina di bombe a guida laser, lunghe<br />
quasi tre metri e mezzo e pesanti<br />
una tonnellata», precisano i dati delle<br />
Capitanerie di porto marchigiane.<br />
Mentre nella “Montagna del Sole”, a<br />
Rodi Garganico, San Menaio e Calenella,<br />
sono approdate tre bombe al fosforo<br />
di fabbricazione americana. I cacciamine?<br />
Chi li ha visti? Più a sud, nel<br />
18uleft<br />
11, 16 marzo 2007<br />
© GIANNI LANNES<br />
Salento, cittadini e istituzioni locali<br />
non temono ripercussioni e cominciano<br />
a far sentire le proprie ragioni. Lo<br />
“Sportello dei diritti” della provincia di<br />
Lecce, infatti, lancia una campagna di<br />
sensibilizzazione sulla ignorata questione.<br />
«La guerra nei Balcani ha aggravato<br />
la situazione, già preoccupante<br />
a causa della presenza di ordigni imbottiti<br />
di iprite e fosgene - rivela Carlo<br />
Madaro, assessore al Mediterraneo -.<br />
La questione più paradossale è il rimbalzare<br />
di competenze tra apparati dello<br />
Stato, concretizzato-<br />
si in un indecoroso scaricabarile<br />
tra ministri e<br />
ministeri» Per questi<br />
motivi, conclude Madaro,<br />
«lo “Sportello dei<br />
Diritti” della provincia<br />
di Lecce ritiene doveroso<br />
rilanciare la questione<br />
del disinquinamento<br />
dell’Adriatico dai pericolosi ordigni<br />
e residuati bellici e interverrà<br />
presso tutte le competenti sedi, e in<br />
particolare presso il nuovo governo,<br />
affinché la questione sia valutata sotto<br />
un’ottica unitaria e sia implementata<br />
una bonifica globale delle acque del<br />
nostro preziosissimo mare». Tante interrogazioni<br />
parlamentari sottolineano<br />
che «gli interventi di bonifica delle<br />
Lo sminamento<br />
non è mai stato<br />
concluso.<br />
Né Berlusconi<br />
né Prodi hanno<br />
detto perché<br />
acque del Mar Adriatico conclusosi<br />
nell’agosto 2001, nonostante le dichiarazioni<br />
dei vertici della Marina militare,<br />
che garantirono il raggiungimento<br />
di un grande coefficiente di sicurezza,<br />
lasciarono gravi ombre su tutta l’operazione,<br />
contraddistinta sia dal segreto<br />
militare che da un’evidente impreparazione<br />
ad affrontare un’emergenza<br />
prevista e determinata dagli stessi organismi<br />
militari».<br />
A proposito di «uranio <strong>impoverito</strong>», la<br />
senatrice Celeste Nardini (Rifondazione)<br />
ha chiesto al ministro della Difesa<br />
Parisi, «se il governo non ritenga necessario<br />
assicurare un impegno straordinario<br />
per la bonifica delle aree contaminate<br />
al largo delle coste pugliesi e per<br />
misure di protezione sanitaria delle popolazioni».<br />
La parlamentare intende<br />
anche sapere «se il governo intenda<br />
impegnarsi da subito per la messa al<br />
bando di tutte le armi all’uranio <strong>impoverito</strong>,<br />
iniziando unilateralmente a vietarne<br />
l’uso nei poligoni d’addestramento<br />
e lo stoccaggio nelle basi militari, anche<br />
internazionali, collocate sul territorio<br />
nazionale». L’onorevole attende<br />
una risposta dal 23 gennaio scorso. Anche<br />
left ha telefonato, invano, al ministro<br />
Arturo Parisi per ottenere chiarimenti:<br />
sarebbe opportuno rendere note<br />
le modalità e i risultati degli interventi<br />
di bonifica all’epoca effettuati. Tenuto<br />
conto che la Convenzione di Barcellona<br />
- dal 1995 - non consente la discarica<br />
definitiva a ma-<br />
re, nel Mediterraneo,<br />
di materiali che possono<br />
costituire pericolo<br />
per l’ambiente marino,<br />
per l’attività di pesca e<br />
per la navigazione e<br />
quindi l’abbandono<br />
definitivo di bombe o<br />
materiale esplosivo.<br />
Rilasci di tali materiali, accidentali o<br />
motivati da condizioni di emergenza o<br />
da incidenti, devono comportare azioni<br />
di recupero, messa in sicurezza e bonifica<br />
delle aree interessate con verifica<br />
dei danni e conseguente azione di risanamento.<br />
«Non è possibile pensare che<br />
i ministri europei non sapessero nulla<br />
dell’uso di <strong>proiettili</strong> all’uranio <strong>impoverito</strong>»,<br />
afferma Massimo Cocchi, docen-