Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna
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Riflessioni sul rapporto di “Indagine sullo stato delle <strong>carceri</strong> in<br />
<strong>Sardegna</strong>” elaborato dalla Commissione per i diritti civili del<br />
<strong>Consiglio</strong> <strong>Regionale</strong> <strong>della</strong> SARDEGNA (l° febbraio 2001):<br />
Le presenti osservazioni si concentrano esclusivamente sulla situazione rilevata in<br />
riferimento alla condizione dei minorenni sottoposti ad esecuzione penale (Capitolo<br />
3° del Rapporto: “La condizione dei minori”), che attiene allo specifico ambito di<br />
competenza dello scrivente, per le funzioni svolte quale magistrato minorile e quale<br />
rappresentante, locale e nazionale, dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i<br />
Minorenni e per la Famiglia (A.I.M.M.F.).<br />
Nell’ambito dell’esposizione diretta ad illustrare la peculiarità <strong>della</strong> situazione che<br />
caratterizza i soggetti minorenni nella fase dell’esecuzione di pene detentive (irrevocabili)<br />
in regime di restrizione in carcere, vanno sottolineati - fra gli elementi di “criticità”<br />
espressamente evidenziati dalla Commissione - la caratterizzazione con valenza<br />
negativa attribuita alla localizzazione - totalmente avulsa dal contesto urbano (e dai<br />
“centri di socialità”), oltre che del tutto inadeguata sotto il profilo <strong>della</strong> tipologia<br />
costruttiva dell’edificio che ospita attualmente l’Istituto Penale Minorile di QUAR-<br />
TUCCIU: tipologia che, come è noto, risente dell’originaria destinazione <strong>della</strong> struttura<br />
ad ospitare un piccolo Istituto “di massima sicurezza”, successivamente ceduto<br />
all’Amministrazione <strong>della</strong> Giustizia Minorile, essendo ritenuto superfluo (dopo la<br />
conclusione <strong>della</strong> c.d. “emergenza- terrorismo”) per tale destinazione.<br />
Peraltro, non può essere trascurato che la struttura di Quartucciu dispone di spazi<br />
destinati alle attività tipicamente finalizzate alla rieducazione (ludico-ricreative, sportive,<br />
formative e lavorative intramurarie) particolarmente ampi, ed adeguatamente<br />
accoglienti: caratteristiche, queste, che ne contrassegnano l’assoluta peculiarità fra le<br />
varie realtà penitenziarie visitate dalla Commissione.<br />
Poiché, dunque, l’avvicinamento del “carcere minorile” alla fascia urbana <strong>della</strong><br />
città capoluogo può essere individuata come una fase necessaria del percorso delineato<br />
dalla stessa Amministrazione giudiziaria minorile (secondo le linee tracciate nel<br />
c.d. “Progetto 98” elaborato dall’Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile) per conseguire<br />
la trasformazione dell’attuale restrizione in regime carcerario (seppure, differenziato<br />
rispetto al circuito carcerario che ospita i condannati maggiorenni, ed i c.d.<br />
“giovani adulti”) in una detenzione “controllata”, attraverso la creazione di strutture<br />
mo<strong>della</strong>te sul tipo <strong>della</strong> Comunità, con caratteristiche custodiali “attenuate” (comunità<br />
“chiuse”).<br />
Come secondo elemento di “criticità”, si ritiene di sottolineare la mancata realizzazione<br />
nello stesso I.P.M. di QUARTUCCIU di una Sezione destinata ad ospitare<br />
minorenni di sesso femminile che siano sottoposte a misura cautelare custodiale, od<br />
alla esecuzione di pene detentive irrevocabili:-carenza che appare ancora più grave, se<br />
si considera anche le minorenni nei cui riguardi,il Giudice minorile abbia applicato la<br />
misura sostitutiva <strong>della</strong> “semi-detenzione” (che prevede l’obbligo di trascorrere un<br />
numero minimo di ore per ciascun giorno di durata <strong>della</strong> misura), dovrebbero essere<br />
ospitate in Istituti penitenziari del circuito carcerario ordinario (limitatamente, peraltro,<br />
a quelli nei quali sia avviata delle pratiche (ri) conciliative (e riparative), indivi-<br />
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