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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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Quasi tutti i detenuti stanno per ventidue ore al giorno in una cella di pochi metri<br />

quadrati:<br />

- nella palese mancata applicazione <strong>della</strong> Legge di riforma del ’75 e del suo<br />

ampliamento con le leggi Gozzini e Simeone;<br />

- nella assoluta assenza o insufficienza di scuola, formazione professionale, attività<br />

sportive, culturali, ludico-ricreative, senza alcun contatto con la collettività<br />

fuori le mura, senza attività di socializzazione;<br />

- nella assoluta assenza di lavoro, con lo Stato che taglia continuamente i fondi<br />

per far lavorare i detenuti e quindi di fatto impedisce anche il lavoro interno al<br />

carcere, che è oramai divenuto un miraggio, visto che lavora una piccola percentuale<br />

dei detenuti, secondo criteri del tutto discrezionali rimessi al direttore.<br />

I parenti dei detenuti, oltre ad essere costretti a viaggi massacranti quando il congiunto<br />

si trova lontano dalla residenza, o a viaggi aerei (come a seguito del recente<br />

incomprensibile trasferimento di alcuni ristretti da Nuoro a Catanzaro), spesso debbono<br />

aspettare per ore sotto il sole o sotto la pioggia, al freddo, fuori dalle <strong>carceri</strong><br />

sarde, facendo la fila per poter svolgere il colloquio.<br />

Ed i figli piccoli dei detenuti partecipano ai colloqui in un clima generalmente<br />

poco consono alle loro esigenze ed attitudini, piangono, vivono situazioni nocive per<br />

la loro crescita. I bambini dovrebbero vedere il padre o la madre in giorni appositi e<br />

in spazi verdi, come impone un’apposita circolare ministeriale.<br />

Ancora, la carcerazione preventiva ha tempi intollerabili in qualsiasi paese civile,<br />

e i detenuti imputati vengono trattati esattamente come i detenuti che debbono espiare<br />

una pena definitiva, nel totale dispregio del principio generale di presunzione di<br />

non colpevolezza. I malati di mente entrano in carcere e, non trattati né curati né<br />

dentro né fuori, tendono a recidivare ed a rientrare.<br />

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