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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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Tabella n. 13 - Caratteristiche demografiche, socio-lavorative e giuridiche<br />

<strong>della</strong> popolazione detenuta femminile (fonte D.A.P.)<br />

Al 1 gennaio 1999 le donne ristrette negli Istituti di pena regionali erano 35, il 2%<br />

circa <strong>della</strong> popolazione detenuta complessiva. Si tratta per la maggior parte di donne<br />

nubili, definitive, in un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, disoccupate e con un livello<br />

d’istruzione corrispondente alla licenza media inferiore e a quella superiore. I reati<br />

loro ascritti riguardano soprattutto la violazione <strong>della</strong> legge sugli stupefacenti e sulle<br />

sostanze psicotrope (artt. 71, 72, 74 L. 685/1975, 73 e 80 T.U. 309/1990), seguono i<br />

reati contro il patrimonio (estorsione, rapina, furto, ricettazione) e quelli contro la persona<br />

(omicidio, lesioni personali, riduzione in schiavitù, sequestro di persona). La maggior<br />

parte di queste (16 su 27) sconta una pena non superiore ai 3 anni.<br />

Detenute madri<br />

La carcerazione assume toni del tutto particolari quando è rivolta ad una donna;<br />

la sua figura è infatti di primaria importanza sia all’interno del nucleo familiare di origine<br />

che in quello acquisito: nubile o coniugata, giovane o meno giovane è più spesso<br />

lei ad occuparsi dei genitori anziani e nella famiglia formata con il partner il suo<br />

ruolo di madre rende la sua presenza ancor più necessaria.<br />

Le donne straniere soffrono forse con maggiore intensità questo allontanamento<br />

forzato, sia perché generalmente madri di un numero più alto di minori, sia per l’impossibilità<br />

di vederli ai colloqui o di avere loro notizie; per queste detenute la carcerazione<br />

si pone come una reale perdita, resa ancor più evidente dall’impossibilità di<br />

mantenere, seppur in minima misura, il proprio ruolo genitoriale, e alimentare un<br />

qualsiasi legame affettivo con i propri figli.<br />

L’interruzione <strong>della</strong> funzione materna nell’età evolutiva del bambino si rivela,<br />

soprattutto nei casi di lunghe condanne, come una condizione particolarmente critica<br />

per il fatto che un eventuale ripristino <strong>della</strong> relazione viene necessariamente rimandato<br />

a un momento lontano nel tempo e che comunque metterà a confronto essenzialmente<br />

una coppia di estranei.<br />

Al 1 gennaio 1999 su un totale di 35 detenute, 15 erano madri. Di queste, 6 avevano<br />

un solo figlio, 8 avevano da due a quattro figli mentre 1 era madre di più di sei<br />

figli.<br />

Per quanto concerne gli asili nido all’interno degli Istituti Penitenziari sardi, al 31<br />

dicembre 1998 ve ne era solo uno funzionante che ha accolto l’unico bambino presente.<br />

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