Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna
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AZIONI POSITIVE PER IL REINSERIMENTO SOCIALE<br />
DEI DETENUTI ED EX DETENUTI.<br />
Progetto pilota: una struttura di passaggio<br />
Premessa<br />
Il carcere, oggi, ha mutato totalmente il significato <strong>della</strong> Istituzione carceraria.<br />
Infatti, i contenuti insiti nell’Ordinamento Penitenziario (Legge 354/75) e le successive<br />
modificazioni (legge 663/86) le “riforme” e le “riforme delle riforme” hanno introdotto<br />
un insieme di principi e di valori nel sistema penitenziario riformando in termini<br />
rivoluzionari il significato stesso del carcere. Il fine istituzionale, infatti, che il<br />
carcere ha oggi, determinato nei contenuti legislativi citati, è quello di un “servizio<br />
sociale”, rivolto ad una utenza difficile e depositaria di un mandato, un mandato che<br />
la società e lo Stato nel suo insieme, ha conferito per il ricupero e il reinserimento<br />
dei detenuti per la tutela <strong>della</strong> società stessa. Quindi una realtà, quella carceraria anche<br />
preventiva, che si concretizza all’interno degli Istituti attraverso il trattamento individualizzato<br />
e di reinserimento nell’area penale esterna attraverso i benefici previsti dalle<br />
norme: (affidamento in prova al Servizio Sociale, art. 47- 47 bis 47 comma 3 O.P.),<br />
detenzione domiciliare (art. 47 ter O.P.) semilibertà (art. 58 O.P.) permessi premio (art.<br />
30 ter O.P.). La legislazione corrente ribadisce in tutte le sue parti questo significato:<br />
“il coinvolgimento di tutti gli Agenti Sociali con le stesse finalità”. Vedi in particolare<br />
la legge 164/90 sulla tossicodipendenza è il T.U. 309/90 che pongono l’accento<br />
sulle responsabilità istituzionali d’intervento sia agli operatori penitenziari che ai servizi<br />
esterni a cui vengono demandate specifiche competenze d’intervento. Nonostante<br />
ciò il mancato reinserimento del detenuto nella società civile, una volta espiata la pena<br />
o durante l’esecutività <strong>della</strong> condanna, continua a costituire un problema che bisogna<br />
evitare con l’applicazione delle leggi per dare risposte concrete a quanto la società<br />
richiede e ridare fiducia nell’istituzione ai cittadini-detenuti divenuti cittadini-liberi<br />
oltre che ristabilire quella pax sociale con l’offeso con interventi mirati di mediazione<br />
penale.<br />
Obiettivo<br />
Il presente progetto (già in fase di attuazione) si propone di favorire il recupero,<br />
il reinserimento e la rieducazione del detenuto in area penale esterna tramite l’inserimento<br />
del soggetto in una cooperativa agricola e di servizio. Con questo obiettivo si<br />
vogliono superare le difficoltà di integrazione nell a società civile del detenuto o<br />
comunque condannato, sia dopo l’espiazione <strong>della</strong> pena o nel corso <strong>della</strong> esecutività<br />
<strong>della</strong> stessa. Difficoltà che sussistono anche quando il soggetto detenuto o condannato<br />
dimostra un sincero ravvedimento o uno stile di vita conforme alle regole sociali<br />
di convivenza Considerato che il reinserimento del detenuto può avvenire solo attraverso<br />
un’azione integrata fra istituzione penitenziaria e comunità esterna è utile e<br />
necessario individuare strutture alternative al carcere e allo stesso ambiente familiare<br />
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