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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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anche la sua rilevanza storica, trasformare l’attuale struttura in sede di biblioteca e<br />

uffici di rappresentanza.<br />

Ospita:<br />

n. 90 detenuti. Il 20 per cento lavora. Sono, in genere, detenuti “difficili”. Negli<br />

ultimi anni il 50 per cento erano tossicodipendenti; ora sono meno.<br />

Il 50 per cento sono extracomunitari provenienti dal Nord.<br />

Personale amministrativo:<br />

È insufficiente. A questo si addebitano le lentezze e le difficoltà nel concludere le<br />

pratiche per l’adeguamento delle strutture. Si lamenta che tale personale è disperso in<br />

molte case detentive minori, come Bono, Ales, Ghilarza.<br />

Il personale di polizia è insufficiente.<br />

Vi sono appena 2 educatori per 90 detenuti.<br />

Vi è un mediatore culturale, pagato dal Comune, per l’assistenza agli stranieri (il<br />

50 per cento dei detenuti sono extracomunitari), ma può assicurare solo forme di<br />

aiuto burocratico, perché il carcere non garantisce possibilità e spazi per colloqui<br />

misti e altre attività sociali interculturali.<br />

Problemi e proposte:<br />

Occorre incrementare le attività di rieducazione e trattamento, aumentando il<br />

numero degli operatori.<br />

Si dovrebbero finanziare corsi formativi (che non ci sono) e attività lavorative: con<br />

queste potrebbe ristrutturarsi un palazzo storico adiacente al carcere, che potrebbe<br />

poi utilizzarlo.<br />

Occorre creare strumenti per agevolare l’adozione di misure alternative al carcere<br />

e di reinserimento. Mancano attività che garantiscano l’effettività dei risultati rieducativi.<br />

Dovrebbe crearsi un ufficio regionale che si occupi <strong>della</strong> sicurezza, seguendo e<br />

agevolando gli ex detenuti nel difficile impegno del reinserimento. Di questo dovrebbero<br />

occuparsi anche i Comuni, ma con un coordinamento regionale.<br />

Carcere di Macomer (4 luglio 2000)<br />

Dopo la visita all’istituto e ai detenuti, incontro con il direttore dottor Gianfranco<br />

Monteverdi, l’educatrice Irene Niola e altri operatori e agenti.<br />

Edificio:<br />

Di recente costruzione, in discrete condizioni, con spazi per lavoro, sport, attività<br />

sociali.<br />

Ospita:<br />

n. 80 detenuti. Il 30 per cento sono extracomunitari. Alcuni lavorano all’interno,<br />

ma i fondi disponibili per questo sono scarsi. È considerato un carcere per detenuti<br />

“difficili”.<br />

Problemi e proposte:<br />

- gli educatori sono insufficienti; la conseguenza è che le attività di trattamento<br />

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