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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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Sono stati svolti, in passato, corsi di istruzione e di formazione professionale: i<br />

detenuti tuttavia preferiscono in maggioranza assicurarsi un sia pur modesto introito<br />

dall’attività lavorativa onde non pesare economicamente sulle famiglie.<br />

L’assistenza sanitaria è assicurata da personale medico convenzionato, con un<br />

medico fisso, 5 esterni che garantiscono il servizio di guardia medica, 8 specialisti<br />

anch’essi esterni.<br />

Apposite convenzioni con le strutture pubbliche rendono disponibile l’assistenza<br />

specialistica in psicologia, odontoiatria, dermatologia, oculistica, malattie infettive,<br />

otorinolaringoiatria. Le patologie più diffuse sono psichiatriche (ansia e depressione):<br />

il 50% dei detenuti, anche non tossicodipendenti, è in terapia con psicofarmaci, ansiolitici<br />

e ipnotici.<br />

Il personale dipendente è composto da 90 appartenenti al corpo <strong>della</strong> Polizia penitenziaria,<br />

un agronomo, tre educatori, un ragioniere amministrativo.<br />

Problemi:<br />

- L’insieme delle strutture appare ancora notevolmente bisognevole di manutenzione:<br />

intonaci esterni, rivestimenti interni, pavimenti, arredi, suppellettili delle<br />

celle e dei cameroni sono fortemente usurati.<br />

I cam ni a soffitto alto sono illuminati da finestre collocate in prossimità delle<br />

volte e consentono di vedere solo il cielo. Le proposte di ristrutturazione sono<br />

state ostacolate dalla presenza di vincoli architettonici.<br />

- Le condizioni di vita dei detenuti sono generalmente considerate, dagli stessi,<br />

migliori di quelle vissute in strutture carcerarie chiuse.<br />

- I prodotti dell’attività agro-zootecnica non sono immessi sul mercato né destinati<br />

all’autoconsumo, ma forniti in parte minima come sopravitto ai detenuti e in<br />

prevalenza conferiti all’amministrazione penitenziaria regionale che ne effettua<br />

una distribuzione tra i vari presidi <strong>della</strong> <strong>Sardegna</strong>.<br />

- Anche la direzione e il personale <strong>della</strong> Casa di reclusione di Isili, analogamente a<br />

quanto riscontrato a Mamone, manifestano la convinzione che l’attuale utilizzo<br />

sia inadeguato e che non tenga conto delle notevoli potenzialità offerte dalla struttura.<br />

In particolare condivide l’auspicio che, ferma restando l’inidoneità ad ospitare<br />

detenuti considerati ad alta pericolosità, il presidio possa essere inserito in un<br />

circuito di espiazione delle pene quale forma di “premio” per detenuti il cui comportamento<br />

e la cui attitudine alla rieducazione ed al reinserimento sociale siano<br />

stati valutati positivamente. Ciò consentirebbe anche – a condizione che la vocazione<br />

<strong>della</strong> struttura venga completamente ripensata, rivalutata e rafforzata in termini<br />

di effettiva gestione aziendale – di stimolare nei detenuti la disponibilità ad<br />

abbinare attività lavorative con processi di formazione professionale utili a conclusione<br />

<strong>della</strong> pena.<br />

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