Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

2.3.6. Gli assistenti sociali.
Sono pochi, con un carico gravosissimo e sempre crescente, privi di mezzi e autisti.
Spesso si trovano nella impossibilità di operare correttamente. Debbono limitarsi
anche loro alla stretta attività burocratica anziché dedicarsi alla osservazione ed alla
assistenza dei soggetti in misure alternative ed in area penale esterna.
2.3.7. L’area amministrativa-contabile.
Anche gli operatori di questo settore erano solo 19 al settembre 2000 in tutta la
regione e si trovano in continua missione per sopperire alle esigenze di tutti gli istituti.
La loro carenza causa blocchi e rallentamenti amministrativi di ogni tipo di attività,
compresa la istruttoria di pratiche per le manutenzioni e per la organizzazione
di attività trattamentali.
2.3.8. I Tribunali di sorveglianza.
Le carenze di organico ritardano lo svolgimento delle udienze e quindi la concessione
dei benefici previsti dalla legge. Il numero esiguo dei magistrati inoltre di
fatto impedisce una loro presenza assidua negli istituti penitenziari, che consentirebbe
una maggiore sensibilità ed attenzione nei confronti delle problematiche del carcere
ed un maggior contatto dei detenuti con le istituzioni.
2.4 La sanità.
Il D.Lgs. 22 giugno 1999, n. 230 in applicazione dell’art. 5 della L. 30.11.98 n. 419
non è ancora entrato in vigore in Sardegna come in tutte le altre regioni a statuto speciale.
Il passaggio di competenze alle Regioni desta non poche preoccupazioni in ordine
alla reale capacità e possibilità delle attuali strutture sanitarie regionali di affrontare
i problemi specifici della sanità nella realtà carceraria; ma soprattutto in ordine
all’assegnazione delle risorse alla Sardegna in sede di conferenza Stato-Regioni, temendosi
che essa sia fortemente sottodimensionata rispetto alle effettive esigenze.
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