Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna
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- Il personale denuncia una grave carenza di organico, attuale – in particolare mancanza<br />
di operatori amministrativi, utilizzo degli agenti per attività di traduzione e<br />
di scorta extracarceraria anche al servizio di altre strutture penitenziarie – e potenziale,<br />
in relazione al possibile aumento dei detenuti a conclusione <strong>della</strong> ristrutturazione<br />
<strong>della</strong> Diramazione centrale.<br />
- I prodotti dell’attività agro-zootecnica non sono immessi sul mercato né destinati<br />
all’autoconsumo, ma forniti in parte minima come sopravitto ai detenuti e in<br />
prevalenza conferiti all’amministrazione penitenziaria regionale che ne effettua<br />
una distribuzione tra i vari presidi <strong>della</strong> <strong>Sardegna</strong>.<br />
- La direzione e il personale esprimono il timore che la struttura, per i costi relativamente<br />
superiori a quelli delle strutture chiuse e per il basso livello di produttività<br />
delle attività agro-zootecniche, possa essere chiusa. Manifestano tutti la convinzione<br />
che l’attuale utilizzo sia inadeguato e che non tenga conto delle notevoli<br />
potenzialità offerte dalla struttura. In particolare si ritiene che, ferma restando<br />
l’inidoneità ad ospitare detenuti considerati ad alta pericolosità, il presidio possa<br />
essere inserito in un circuito di espiazione delle pene quale forma di “premio” per<br />
detenuti il cui comportamento e la cui attitudine alla rieducazione ed al reinserimento<br />
sociale siano stati valutati positivamente. Ciò consentirebbe anche – a condizione<br />
che venga completamente ripensata, rivalutata e rafforzata in termini di<br />
effettiva gestione aziendale, anche con sbocchi sul mercato, la vocazione agro-zootecnica<br />
<strong>della</strong> struttura –, di stimolare nei detenuti la disponibilità ad abbinare attività<br />
lavorative con processi di formazione professionale.<br />
Casa di reclusione di Isili (14 luglio 2000)<br />
Anche qui la Commissione visita le diverse diramazioni e incontra i detenuti,<br />
quindi procede all’analisi e alla discussione dei problemi <strong>della</strong> Casa con il direttore<br />
dottor Paolo Sanna, il medico dott. Donatello Fei, diversi esperti ed educatori, l’agronomo<br />
Antonio Melis, il ragioniere Luigi Zucca e il cappellano Don Giovanni Usai.<br />
Edificio:<br />
Complesso di antica costruzione, ristrutturato oltre 30 anni fa , costituito da una<br />
Diramazione Centrale da una diramazione decentrata (Stalla); altre due diramazioni,<br />
Turbino e Fontana, risultano chiuse.<br />
Il presidio dispone di circa 750 ettari di territorio parzialmente utilizzato per le<br />
attività lavorative dei detenuti (allevamento di bestiame, produzione di carne e formaggio,<br />
ridotta produzione agricola).<br />
Ospita, al momento <strong>della</strong> visita, 54 detenuti definitivi tutti di sesso maschile (su<br />
una potenzialità di oltre 150), di cui 20 extracomunitari provenienti in prevalenza<br />
dall’Africa e da Paesi arabi del Mediterraneo. Salvo due, gli altri detenuti di nazionalità<br />
italiana sono sardi. Ben 26 detenuti risultavano all’ingresso tossicodipendenti.<br />
Il trattamento penitenziario è quello <strong>della</strong> “casa aperta”: i detenuti possono svolgere<br />
attività lavorative, anche all’aperto, retribuite.<br />
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