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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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4.1. Il DAP.<br />

4. LE AZIONI IN CORSO<br />

La Commissione ha potuto valutare le azioni in atto – da parte delle<br />

Amministrazioni competenti – attraverso le audizioni dei relativi responsabili, locali e<br />

nazionali, le dichiarazioni rilasciate dagli stessi, le notizie di stampa, le interviste, le<br />

relazioni e i documenti parlamentari.<br />

Particolarmente utile è stato l’incontro tenuto il 5.11.2000 con il Direttore del<br />

Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), dott. Giancarlo Caselli, e<br />

con i massimi dirigenti dello stesso Dipartimento. La Commissione ha illustrato i<br />

risultati dell’indagine ed ha richiesto un serio ed urgente intervento degli organismi<br />

statali in relazione alle emergenze individuate. In tale occasione è stato sottolineato<br />

dai responsabili del DAP che lo stato del sistema carcerario, a livello nazionale, è<br />

drammatico, soprattutto per il grave sovraffollamento dei penitenziari. Il numero<br />

attuale di 54.000 detenuti non era mai stato raggiunto in precedenza.<br />

Rispetto a tale situazione generale, che è stata riconosciuta dallo stesso DAP<br />

“esplosiva”, è stato sostenuto che le <strong>carceri</strong> sarde vivono una condizione relativamente<br />

normale.<br />

Secondo il Dipartimento, in base ai parametri previsti dal Ministero, il sistema<br />

sardo potrebbe contenere sino a 2000-2100 detenuti, ben al di sopra dei circa 1340<br />

dell’epoca. I 1450 agenti di polizia penitenziaria operanti nell’isola permettono un rapporto<br />

con i detenuti superiore a 1/1, contro uno a livello nazionale di 0,70/1. In<br />

<strong>Sardegna</strong> vi sono solo 19 educatori, ma a San Vittore per 1900 detenuti operano appena<br />

6 educatori.<br />

Quindi, si è sostenuto, è opportuno osservare e modificare in <strong>Sardegna</strong> soltanto<br />

o prevalentemente quanto è specificamente anomalo a causa di particolari difficoltà<br />

nell’Isola, e principalmente 2 fattori: il degrado edilizio e l’assenza di direzioni stabili<br />

negli istituti di pena.<br />

Per quanto attiene al degrado edilizio si è riconosciuto che gran parte degli edifici<br />

penitenziari sardi sono vetusti, fatiscenti; ma si è poi osservato che per costruire un<br />

nuovo carcere di dimensioni medie occorrono almeno 50 miliardi. I 900 miliardi previsti<br />

per nuovi edifici dal “Piano di azione giustizia” (PAG) adottato dal Governo nel<br />

luglio 2000, e poi trasferito (con una riduzione a 830) nelle ipotesi di leggi finanziarie<br />

a scala triennale, non avrebbero potuto quindi certamente coprire tutto il “fabbisogno”<br />

sardo.<br />

Più precisamente in quella sede sia il dottor Mancuso che il dottor Caselli osservavano<br />

che, considerate le risorse disponibili e le esigenze di tutto il territorio nazionale,<br />

si prevedeva la costruzione in <strong>Sardegna</strong> di un solo nuovo istituto penitenziario.<br />

Anche i fondi previsti per le ristrutturazioni (pur saliti da una previsione di 5<br />

miliardi ad una di oltre 50) non potranno che risolvere parzialmente le gravi carenze<br />

degli istituti sardi, anche perché occorre, in questa fase, prevedere forti finanziamen-<br />

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