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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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edifici militari dismessi, tra le aree e/o edifici demaniali non in uso, o da privati,<br />

da destinare ad un Centro Polifunzionale per il settore minorile, ove ubicare un<br />

Istituto penale, agile, a custodia attenuata (secondo quanto previsto dal “Progetto<br />

98” dell’Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile) ed un Centro di Prima<br />

Accoglienza (come disposto dall’art. 9 del D.Lgs. 272/89).<br />

Si tratta di una soluzione che collocherebbe l’Istituto Penale per i Minorenni<br />

in un’area urbana <strong>della</strong> città di Cagliari, capace di ricevere – in toto o in parte –<br />

anche altri Servizi ubicati in vari punti <strong>della</strong> Città, ed eventualmente lo stesso<br />

Centro di Prima Accoglienza ed altre strutture per Servizi da impiantare ex novo<br />

(Comunità e similari) con la dimensione <strong>della</strong> polifunzionalità.<br />

La collocazione urbana che si propone avrà quale primo risultato quello di<br />

superare il più grave handicap sofferto dal Servizio in questione nella sua attuale<br />

collocazione. L’Istituto Penale per i Minorenni di Quartucciu (CA) è, infatti, ubicato<br />

in aperta campagna, e la sua condizione d’isolamento è ulteriormente aggravata<br />

dal fatto che si trova all’esterno del raccordo anulare che serve la città di<br />

Cagliari ed il suo più immediato hinterland, abitato di Quartucciu compreso.<br />

L’Istituto è quindi fuori dal contesto urbano allargato, e cioè dalla cosiddetta area<br />

metropolitana, che a sua volta è il più significativo – se non l’unico – aggregato<br />

socio economico ed istituzionale dell’Isola, capace di offrire risorse di reinserimento<br />

ed una rete di relazioni e di scambi efficace.<br />

L’Istituto Penale per i Minorenni, ubicato in un’area urbana <strong>della</strong> città di Cagliari,<br />

utilizzerebbe una nuova struttura, più rispondente per qualità degli standards abitativi<br />

e per organizzazione degli spazi ad una rinnovata azione trattamentale.<br />

Il possibile accorpamento dei Servizi operanti nel Distretto di Cagliari dovrebbe,<br />

inoltre, favorire un’ulteriore razionalizzazione <strong>della</strong> operatività complessiva ed<br />

una sensibile economia nei costi di gestione.<br />

5 In definitiva, ciò che si propone, è una profonda trasformazione dell’amministrazione<br />

del settore.<br />

Un processo così complesso pone l’esigenza di una serie di strumenti attuativi,<br />

che vincolino i diversi soggetti interessati al rispetto di impegni, tempi, procedure.<br />

Sarebbe probabilmente opportuno, nel caso <strong>della</strong> <strong>Sardegna</strong>, distinguere gli atti<br />

determinativi di tale strategia innovativa in due parti:<br />

a) Un’intesa immediata Stato-Regione sulle ipotesi di rinnovamento del sistema<br />

edilizio penitenziario, sulla destinazione dei vecchi stabili da abbandonare e<br />

sulla riorganizzazione delle attuali tre case di reclusione all’aperto. Il respiro<br />

riformatore e civilizzatore da attribuire a questo progetto dovrebbe rendere<br />

possibile la richiesta di un intervento in proposito anche <strong>della</strong> Unione<br />

Europea;<br />

b) Un protocollo, entro pochi mesi, tra Ministeri, Giunta <strong>Regionale</strong>, Enti Locali,<br />

organizzazioni sociali per fissare una serie di impegni comuni, secondo un<br />

modello già sperimentato da molte Regioni e che dovrebbe, naturalmente,<br />

essere costruito sulla realtà sarda.<br />

Tale protocollo dovrebbe rappresentare la garanzia di un’azione pubblica organica<br />

e permanente tesa a prevenire la devianza sociale, a curarla in forme moderne<br />

quando intervenga, e a restituire gli ex-detenuti alla società capaci di reinserirsi<br />

onestamente e operosamente.<br />

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