Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna
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possibili ed efficaci, e che sostituiscano in particolare i vetusti edifici di<br />
Cagliari, Sassari, Oristano, Tempio e Lanusei;<br />
- assumere nuovi educatori e operatori sociali in grado di assicurare la costruzione<br />
di percorsi di recupero individualizzati e realmente efficaci per i detenuti;<br />
- riqualificare, in questa chiave, tutti gli agenti di polizia penitenziaria, con adeguati<br />
corsi di formazione;<br />
- assicurare l’intervento di volontari nelle <strong>carceri</strong>, prevedendo finanziamenti per<br />
le attività da loro proposte;<br />
- promuovere corsi professionali, lavoro, sport, attività culturali e ludiche; nessun<br />
detenuto deve esser condannato all’ozio e alla clausura permanente.<br />
3 Deve essere programmato il reinserimento sociale degli ex-detenuti.<br />
A tal fine occorre garantire un servizio pubblico per la verifica degli esiti del<br />
“trattamento” realizzato durante la condanna, e, quando occorra, per praticare<br />
interventi che lo integrino e lo continuino.<br />
In particolare dovrebbe essere curata l’acquisizione di una attività lavorativa, di<br />
autonomi mezzi di sostentamento. A tal fine, tra l’altro, la Regione dovrebbe introdurre<br />
dei vincoli normativi perché gli Enti locali riservino agli ex-detenuti parte dei<br />
fondi ad essi trasferiti per attività lavorative socialmente utili e perché creino forme<br />
di avviamento al lavoro per individui svantaggiati, come gli ex-detenuti.<br />
Naturalmente le attività di formazione professionale dovrebbero coprire sia la<br />
fase di detenzione che quella successiva, sino al raggiungimento di un risultato utile.<br />
4 Un’attenzione specifica deve essere dedicata alla devianza minorile.<br />
In questa direzione Regione, Enti locali, amministrazioni statali di settore<br />
dovrebbero costruire un sistema di osservazione e di intervento specifico.<br />
La conoscenza attiva dei ragazzi potenzialmente devianti dovrebbe essere assicurata<br />
a cominciare dagli abbandoni scolastici, per proseguire durante il “trattamento”<br />
nei casi di detenzione, ed esser proseguita dopo la liberazione, con un preciso<br />
monitoraggio e le opportune forme di sostegno.<br />
Naturalmente è questo il campo in cui è più necessaria e utile una politica di<br />
prevenzione; la Regione dovrebbe adeguatamente utilizzare le opportunità proposte<br />
dalla Legge n. 285/’97 destinata, appunto, a promuovere interventi per i giovani.<br />
È importante accogliere l’indicazione degli operatori del settore che sostengono<br />
la necessità di prevedere che i luoghi di custodia dei ragazzi siano nei centri<br />
abitati, possibilmente nelle città, per favorire i loro contatti con la società civile<br />
e i luoghi di formazione. L’attuale struttura situata nelle campagne di<br />
Quartucciu perciò, come si è detto, dovrebbe essere destinata ad altri usi, ad esempio<br />
cedendola al D.A.P. che più volte ha sollecitato una struttura carceraria che<br />
funga da “dependance” del carcere di Buoncammino per destinarvi i detenuti giovani/adulti<br />
(21-25 anni).<br />
Nel contempo il D.A.P. potrebbe, con i fondi stanziati dal Ministero <strong>della</strong><br />
Giustizia, con il noto “Piano di azione per l’efficacia dell’organizzazione giudiziaria<br />
e del sistema penitenziario”, acquisire una porzione di terreno tra le aree e/o<br />
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