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Imp. carceri modificato - Consiglio Regionale della Sardegna

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duate quali modalità trattamentali specificamente riservate ai minorenni sottoposti a<br />

procedimento penale, con particolare riferimento alla c.d. “mediazione penale”.<br />

In ordine a quest’ultima, si ritiene di sottolineare la straordinaria potenzialità che<br />

la diffusione. di tale pratica (e <strong>della</strong> correlativa “cultura”) può rivestire anche nei<br />

riguardi dei condannati adulti, se si considera che già l’attuale disciplina dell’ “affidamento<br />

in prova al Servizio Sociale” (art.47 dell’Ordinamento penitenziario) prevede<br />

fra le “prescrizioni” che il Tribunale di Sorveglianza può imporre al condannato,<br />

anche quella diretta ad ottenere “che l’affidato si adoperi in quanto possibile in favore<br />

<strong>della</strong> vittima del suo reato”.<br />

Va, infine, segnalata la crescente incidenza dell’immigrazione minorile, e del conseguente<br />

coinvolgimento di minori di nascita straniera - prevalentemente, di provenienza<br />

slava (od extra-europea) - in manifestazioni criminali, che ha determinato nel<br />

corso dell’anno 2000, il trasferimento all’I.P.M. di QUARTUCCIU di numerosi giovani<br />

stranieri, sia minorenni che infradiciottenni, il cui inserimento ha determinato<br />

nella prima fase rilevanti problemi di convivenza con i giovani reclusi sardi i quali<br />

hanno (inizialmente) assunto atteggiamenti palesemente “razzistici”. Tale situazione è<br />

stata avviata a soluzione attraverso l’intervento degli educatori addetti all’Istituto i<br />

quali - sostenuti dal Cappellano Don Ettore CANNAVERA (il quale ha a sua volta<br />

sperimentato un’interessante “integrazione” interreligiosa - hanno avviato un intervento<br />

di mediazione interetnica, che ha consentito di appianare quasi completamente<br />

i contrasti di origine razziale. Si segnala, fra gli altri aspetti di “crescita” culturale,<br />

la decisione maturata da due dei reclusi stranieri all’I.P.M. di avviare un percorso<br />

comunitario, accettando l’inserimento (attraverso l’istituto <strong>della</strong> “messa alla prova”) in<br />

una Comunità educativa, dove i giovani in riferimento sono stati accolti senza alcuna<br />

riserva da parte dei giovani sardi.<br />

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f.to dott. Sergio De Nicola

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