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<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> <strong>Italian</strong> <strong>Translation</strong><br />
umanistici, abbracciandoli col furore tipico dei ne<strong>of</strong>iti tardivi. I frutti<br />
di tale entusiasmo non tardarono a mostrarsi. Nel giro di pochi<br />
anni, lo studio assiduo del latino, del greco, e persino dell’ebraico<br />
— lingua allora del tutto negletta dagli umanisti — 5 gli procurarono<br />
la fama di eccezionale erudito e valente prosatore. 6 Inoltre, la sua<br />
eloquenza e il sostegno prestato alla fazione medicea gli valsero la<br />
nomina a importanti cariche di governo sia a Firenze sia in diverse<br />
località del suo territorio. 7 Venne così eletto, per citare le principali<br />
tappe del suo “cursus honorum”, vicario di Pescia e Scarperia,<br />
rispettivamente nel 1440 e nel 1452-1453, 8 capitano di Pistoia (1446-<br />
1447), nonché membro dei seguenti consigli del governo fiorentino:<br />
Dodici Buoniuomini (1429, 1438, 1444-1445 e 1451), Consoli del<br />
Mare (1436-1437 e 1447-1448), Otto di Custodia (1440-1441 e 1449)<br />
e Dieci di Balìa (1453), oltre a essere Gonfaloniere di Compagnia<br />
per ben tre volte (1436, 1444 e 1449). Fra le sue numerose<br />
ambascerie per conto della repubblica fiorentina nelle maggiori<br />
città italiane e alla curia pontificia, si segnalano quelle a Genova<br />
(1437), Siena (1448) e Venezia (1448 e 1450), 9 presso i pontefici<br />
Eugenio IV e Niccolò V (ripetutamente, fra il 1441 e il 1453), ad<br />
Alfonso d’Aragona (varie volte fra il 1443 e il 1451), e a Sigismondo<br />
Pandolfo Malatesta signore di Rimini (1448). 10 Fu inoltre<br />
ambasciatore a Roma nel marzo 1452 per l’incoronazione<br />
dell’imperatore Federico III. 11 Quanto alla sua attività di letterato,<br />
essa ebbe inizio quasi contemporaneamente alla carriera politica,<br />
anche a causa del fatto che gli stessi impegni diplomatici<br />
comportavano la produzione e la lettura di orazioni ufficiali. 12 Al<br />
di là di questo cospicuo ‘corpus’ retorico — presto assurto a un<br />
livello esemplare, come testimoniato dalla ricca tradizione<br />
manoscritta — tra la fine degli anni ‘30 e i primi anni ‘40 Manetti<br />
compose gli Elogia Ianuensium (1436-1442), 13 il Dialogus de Antonini<br />
filii sui morte consolatorius (1438, tradotto in volgare l’anno<br />
successivo), 14 l’ampia raccolta di biografie De illustribus longaevis<br />
(1439), la prima redazione della Vita Socratis et Senecae (1440) e,<br />
nello stesso anno, le vite di Dante, Petrarca e Boccaccio, le prime a<br />
riunire un esauriente ritratto delle ‘tre corone’. 15<br />
Come spesso accade, man mano che gli incarichi politici, lo<br />
sviluppo dell’attività commerciale e le opere che andava<br />
componendo (fra cui si annovera anche una storia della città di<br />
Pistoia dalla fondazione al 1446) 16 aumentavano il prestigio di<br />
Manetti, egli diventava oggetto di invidia e sospetti. Accusato di<br />
eccessive simpatie per la repubblica veneziana e gravato da forti