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82<br />

<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> <strong>Italian</strong> <strong>Translation</strong><br />

Fosse ciò stato, il non essermi io accorto di lei, era, più che una<br />

disgrazia per tutti e due, un torto non perdonabile in me. E di<br />

fantasia in fantasia, avvolgendomi nei labirinti della logica<br />

sentimentale, la quale ha regole affatto al rovescio dell’altra, finii<br />

col persuadermi che tutte le imaginazioni mie non fossero che realtà,<br />

a ravvisarmi quasi colpevole della immatura morte di lei, a s<strong>of</strong>frire,<br />

in ogni suo aculeo, quel tormento del galantuomo, che è il rimorso.<br />

Insomma, capitò a me quello che avvenne, quattrocento e più<br />

anni fa, a Lorenzo de’ Medici, quando vide portata, scoperta, alla<br />

sepoltura la salma di Simonetta Cattaneo “che avea nella morte<br />

superato quella bellezza che in lei viva pareva insuperabile”,<br />

m’innamorai della gentil trapassata. Di questa mia nuova passione<br />

la nota fondamentale fu il dolore. In nessun’altra epoca scialaquai<br />

tante lagrime come in questa. Forse in me già celavasi un’anonima<br />

ambascia, cosicché altro non feci che darle un nome - Antonietta.<br />

Ma il pianto non solamente è sollievo, è piacere. Recavomi dunque,<br />

pressoché tutti i giorni, al camposanto, e là, innanzi al tumulo della<br />

mia postuma amante, riandavo tutta una storia non avvenuta, da<br />

quando, sulle scale, ella avrebbe udito da me la tanto aspettata parola<br />

a quando me la avrebbe ripetuta tra i baci: cosi m’imbevevo, qual<br />

carta sugante, m’inzuppavo, quale arida spugna, di amorosa pietà,<br />

e tornato a casa, chiusomi in camera, singhiozzavo e piangevo fino<br />

al semidelirio. Se non mi guadagnai, in quell’epoca, una cardiopatia,<br />

bisogna dir proprio o che il mio cuore fosse ben forte o il dolore ben<br />

tenue.<br />

Col tempo, questa erotica s<strong>of</strong>ferenza per Antonietta si mitigò -<br />

non dico si cancellò, perocché io mai non cedetti una sola delle mie<br />

illusioni — e passò ad agglomerarsi, colle molte altre, in quell’amor<br />

complessivo in cui si abbracciano cose e persone; tuttavia mi<br />

continuarono a parte, e ancor durano, l’abitudine e il gusto di<br />

passeggiare e pensare nelle campagne della messe umana falciata.<br />

Silenziosa è la felicità, silenziosa è la morte.

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