Scavalcamento Debole e Catene in Forma Logica - Pagine ...
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2.3 – Tests di Specificità<br />
di Pr<strong>in</strong>cipio C che ci si aspetterebbe se il s<strong>in</strong>tagma spostato fosse ricostruito nella<br />
5 6<br />
posizione della traccia.<br />
L’autrice nota che ci sono casi <strong>in</strong> cui s<strong>in</strong>tagmi che non sono predicati si comportano<br />
come i predicati rispetto alle possibilità di ricostruzione, cioè conta la loro<br />
posizione a D-Structure ai f<strong>in</strong>i del legamento. Heycock (1995) propone il seguente<br />
contrasto:<br />
(16) a. [Which stories about Dianai]j did shei most object toj?<br />
b. * [How many stories about Dianai]j is shei likely to <strong>in</strong>vent ti?<br />
(Heycock, 1995, es. 33)<br />
(17) a. [Which lies aimed at exonerat<strong>in</strong>g Cliffordi]j did hei expect tj to be<br />
effective?<br />
b. * [How many lies aimed at exonerat<strong>in</strong>g Cliffordi]j is hei plann<strong>in</strong>g to<br />
come up with tj?<br />
(Heycock, 1995, es. 34)<br />
Le costruzioni <strong>in</strong> (16b) e (17b) sono agrammaticali nonostante il s<strong>in</strong>tagma mosso<br />
non sia un predicato. La proprietà che accomuna i s<strong>in</strong>tagmi-wh delle frasi agrammticali<br />
e li differenzia da quelli nelle frasi grammaticali <strong>in</strong> (16a) e (17a) è il fatto che<br />
sono non–referenziali. Sulla nozione s<strong>in</strong>tattica di referenzialità Heycock cita lavori di<br />
Comorovski (1989), Kroch (1989), Rizzi (1990), C<strong>in</strong>que (1990) <strong>in</strong> cui è argomentato<br />
che la nozione è rilevante ai f<strong>in</strong>i delle possibilità di estrazione dalle isole (si veda<br />
§§2.3.2).<br />
Nei casi non referenziali, ad esempio nell’oggetto dei verbi di creazione come<br />
<strong>in</strong> (16b) e (17b), non è presupposta l’esistenza di un <strong>in</strong>sieme di entità specificato<br />
dal complemento dell’operatore wh. Questo corrisponde ad un’<strong>in</strong>terpretazione non<br />
presupposizionale e nei term<strong>in</strong>i di Enç (1991) ad un’<strong>in</strong>terpretazione non specifica;<br />
<strong>in</strong>fatti la restrizione dell’operatore non consiste di un <strong>in</strong>sieme di entità già <strong>in</strong>trodotto<br />
nel discorso e familiare al parlante e all’ascoltatore (cioè nei term<strong>in</strong>i di Enç<br />
(1991), l’<strong>in</strong>dice della restrizione dell’operatore non è specifico). Viceversa nei casi<br />
referenziali, come (16a) e (17a) vi è un <strong>in</strong>sieme di entità presupposto (ad esempio<br />
un <strong>in</strong>sieme di diceria su Diana la cui esistenza è già nota al parlante e all’ascoltatore),<br />
e questo corrisponde ad un’<strong>in</strong>terpretazione D–l<strong>in</strong>ked, ovvero specifica nel senso<br />
di E¸nc. Qu<strong>in</strong>di è possibile riformulare l’opposizione referenziale/non referenziale di<br />
Heycock <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i come specifico/non specifico.<br />
5 Il term<strong>in</strong>e antiricostruzione per riferirsi al fenomeno <strong>in</strong> questione è stato orig<strong>in</strong>ariamente<br />
<strong>in</strong>trodotto da van Riemsdijk e Williams (1981).<br />
6 I casi di legamento anaforico sono esclusi <strong>in</strong> quanto è stato dimostrato che esistono differenze<br />
cruciali, <strong>in</strong>dipendenti dalla ricostruzione, fra i riflessivi che sono argomento di un predicato e tutti<br />
gli altri riflessivi (Pollard e Sag, 1992; Re<strong>in</strong>hart e Reuland, 1993).<br />
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