Car Italia Luglio 2014

Mega test
La nuova Classe C contro le rivali
‘I
o
stesse autovetture.
sono un giovane dirigente.
Nessun polsino di camicia è più lindo del
mio. Ho una valigetta da viaggio e utilizzo
l’auto dell’azienda”.
Ci sono un’infinità di scelte per i parchi
aziendali, ma se andiamo nello specifico, ci
accorgeremo ben presto che la scelta dei
manager, e delle aziende, ricade sempre sulle
Un’incredibile sequela di Mercedes-Benz C220 Bluetec
AMG Line senza motorizzazione AMG, BMW 320d M
Sport senza motorizzazione M, Lexus IS300h F Sport
senza motorizzazione a prestazioni sportive e Audi A5
Sportback 2.0 TDI, fanno parte di una carovana allietata
anche da una innocente Infiniti Q50 2.2D con cambio
automatico in versione Premium.
Nonostante sia un po’ avanti negli anni, l’Audi è
ancora una bella macchina. Non è slanciata come la A7,
ma l’andamento elegante e sinuoso che corre lungo tutto
il profilo superiore rispetto alle maniglie delle portiere è
secondo solamente a quello della Maserati Khamsin,
nella mia personale valutazione delle linee estetiche
flessuose.
Grazie al cielo, è ritornata la moda della BMW.
A dispetto delle norme sulla sicurezza dei pedoni, che
costringono a disegnare cofani motore sempre più
rialzati, il muso è affilato e davvero signorile, con una
profondità tridimensionale sulla griglia a doppio rene. I
fianchi fortunatamente liberi da sovrabbondanti dettagli
metallici, e il retro semplicemente in stile BMW, rendono
il tutto apprezzabilssimo.
Rifinita in un bianco stucchevole, la nostra Lexus mi
colpisce come il gioiellino più pregiato della gang, anche
se il frontale si stende un po’ troppo duramente. Le luci
diurne dalla forma acuminata, separate dal complesso
ammasso principale dei fari anteriori, sono
meravigliose, però non vado pazzo per la calandra.
Una chiara dedica per coloro che vorrebbero
viaggiare in prima classe, ma che sono immobilizzati in
economy per ragioni fiscali, la nuova Mercedes sembra
una Classe S dimenticata in ammollo in lavatrice troppo
a lungo.
Ognuna di queste vetture andrebbe a riempire lo
stesso volume, ma la Classe C pare abbia qualcosina più
delle altre, in particolare al posteriore.
L’interno della Infiniti è caratterizzato dal solito zelo
per il dettaglio curato. Il tunnel centrale ostenta due
schermi tattili. Quello inferiore è il più appariscente e il
più sensibile che io ricordi di aver mai manipolato,
mentre quello superiore è graziosamente
anticonformista al confronto. Una simile disposizione
minaccia di mandare in confusione, posso solo supporre
che i progettisti abbiano voluto marcare il territorio alla
maniera di un maschio alfa in un branco di lupi. La
buona posizione di guida è deturpata da una cresta che
corre dalla base dello schienale, fonte di costante
irritazione, tipo una fastidiosa cucitura dentro le
mutande.
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