Car Italia Luglio 2014

Ricorda
vagamente una
scena di
Fast&Furious.
O forse no...
A dispetto degli sforzi compiuti dagli ingegneri per
avvicinare i giri motore al tasso d’accelerazione nella
misura di un automatico convenzionale, sotto
l’incitamento dell’acceleratore il CVT non può proprio
fare a meno di portare il motore a muggire dritto al
punto di erogazione. Il più grosso disappunto riguardo la
Lexus, comunque, sta nello spreco di benzina.
Ufficialmente, la distanza percorribile è di 21 km/l, ma la
nostra prova di durata ha fatto registrare un disastroso
dato di 13,4. Le esigue emissioni di CO2, di ossidi di
azoto e particolato sono lodevoli e fiscalmente
invoglianti, ma non si traducono in economicità alla
pompa.
Sul fronte dell’affinamento tecnico del turbodiesel da
2.134cc della Mercedes, non sono l’unico nell’esprimere
delle perplessità sulle inadeguatezze percepite.
Il motore Mercedes può apparire leggermente rauco
nel suo balbettìo da fermo, e infatti vibra a sufficienza
da far fremere i laminati della scocca con la portiera
aperta, ma in confronto alla Infiniti è oro colato. Di
uguale caratura sopraffina di un Beppe Grillo
qualunque, le boccole del supporto motore in mogano
della Q50 inviano talmente tanti tremolii attraverso
l’abitacolo che non resterei affatto di stucco se dovessi
apprendere che il modello sia stato venduto unicamente
a signore stanche di cercare qualche brivido stando
sedute sulla lavatrice in piena centrifuga e ora
all’inseguimento di nuove scoppiettanti avventure.
Il propulsore da 1.968cc montato sull’Audi è più dolce
di entrambi, benché anch’esso, quando è sotto sforzo,
trasmetta sui comandi una decisa gradazione di sussulti
ad alta frequenza, concedendo perciò al turbodiesel da
1.995 cc della BMW il titolo di motore meno rumoroso
dei quattro.
Su strada, la Lexus compensa il modesto scarto di
prestazioni con le altre concorrenti, e la sua penuria di
coppia, per merito della zelante assistenza elettrica che
sviluppa 300 Nm a partire da…beh, zero giri.
A dire il vero, nessuna di queste auto si distingue per
la sua rapidità, ma quella più leggera, ossia la BMW,
sembra essere la più svelta nei cambi marcia a cospetto
di una Mercedes e una Infiniti che non beneficiano nelle
La più leggera, ossia
la BMW, sembra
essere la più svelta
nei cambi marcia
loro modalità preselezionabili di guida di quelle
sportiveggianti. Difatti, la configurazione grintosa della
Q50 pone la trasmissione nella condizione di offrire un
funzionamento sofferto e capriccioso che convince
subito a far ritorno ad un'impostazione più compassata.
La condotta dell’Infiniti, accettabile su una superficie
regolare, si destabilizza rapidamente e diviene insicura
se strapazzata in qualche maniera. Nel contempo, delle
tre tarature di sforzo sul volante sbandierate sullo
schermo, la Light è incomprensibilmente indisponibile,
mentre la Standard è già abbastanza pesante, inerte e
insensibile di suo da fare della Heavy la scelta idonea
per un bodybuilder. Insomma, il sistema di sterzata è
così contrastato che si ha più possibilità di introdurre un
filo in un ago con l’occhiello otturato che di piazzare
questa macchina in curva con meticolosità. Io mi sono
stancato di provare, in un baleno. La manovrabilità in
sterzata della A5 ricalca la linea tradizionale Audi,
invece il comportamento su strada è un disastro.
Respinge ostinatamente ogni invito a stabilizzarsi, a
qualsiasi ritmo.
Ad andatura sonnolenta l’Audi si guida come una
tavola da surf con una medusa intrappolata sotto: la
poverina sballonzola dappertutto quasi avessero
montato e avvitato male i bulloni dei supporti alle
sospensioni, oppure li avessero proprio omessi. L’unica
automobile di questo test a trazione anteriore, la
Sportback è decisamente la più incline a dirottarsi in
sottosterzo, e non infonde nessun piacere dinamico
nell’essere spremuta a fondo.
Svolazza come una farfalla, punge come… una
farfalla.
LUGLIo 2014 I CAR-MAGAZINE.it 67