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l’archivista rispetto alla ricerca e all’utenza: quello della mediazione. Probabilmente è questo<br />
l’aspetto decisivo da valutare nel momento in cui ci si accinge ad individuare nelle risorse<br />
telematiche uno strumento importante per il conseguimento degli obiettivi della comunicazione<br />
archivistica e, di conseguenza, si cerca di comprendere quali siano i requisiti che le componenti<br />
di tale strumento debbano possedere. Occorre cioè che gli archivisti sappiano trasferire non<br />
solo e non tanto le loro competenze specifiche sulla rete, ma soprattutto che sappiano manifestare,<br />
fin dalla fase di progettazione delle rispettive soluzioni tecnologiche, l’esigenza di far<br />
ereditare allo strumento il ruolo di mediazione che fuori dall’ambiente digitale l’archivista<br />
esercita in prima persona.<br />
Una volta messo a fuoco il concetto secondo il quale la comunicazione archivistica<br />
attraverso la rete deve innanzitutto allinearsi alle modalità ed agli standard di ordine generale di<br />
Internet, si può passare alla individuazione e alla valutazione delle diverse tipologie di siti di<br />
natura archivistica, nel tentativo di ricondurli ad una griglia di classificazione che ci consenta,<br />
almeno in linea di massima, di individuare limiti e potenzialità e che soprattutto contribuisca a<br />
chiarire quali possono essere i requisiti ottimali di un sito archivistico in senso pieno e quale<br />
contributo essa possa offrire alla ricerca. In seconda battuta, si dovrà cercare poi di proporre un<br />
modello di sito archivistico, tentando al tempo stesso di comprendere quali siano le difficoltà<br />
da affrontare nel progettarlo e nel costruirlo.<br />
Malgrado il crescente numero di siti di natura archivistica, le reali possibilità di svolgere<br />
ricerca archivistica attraverso la rete sono, almeno nel nostro paese, ancora piuttosto<br />
ridotte. Il problema, infatti, non sta solo nella quantità, ma anche nella qualità dei siti e degli<br />
strumenti messi a disposizione. L’assenza di criteri di valutazione e di tipologie sulla base delle<br />
quali operare le necessarie distinzioni fa sì che i siti più utili (quelli che parafrasando definizioni<br />
a tutti note potremmo definire “archivistici in senso proprio”) vengano sommersi dal rumore di<br />
fondo di una enorme quantità di siti che hanno sì generico contenuto archivistico ma che, per<br />
le esigenze della ricerca, si rivelano poco più utili di un normale elenco telefonico. Ciò impatta<br />
direttamente sulla possibilità di reperire con facilità utili strumenti di ricerca archivistica sulla<br />
rete. Se è vero, infatti, che esistono molti meta-siti e portali di contenuto archivistico 5 e se è vero<br />
che quasi ogni sito di natura archivistica presenta una serie di link più o meno selezionati 6 , è<br />
altrettanto vero che l’inevitabile (?) carenza di controllo e selezione di questi meta-siti ed il proliferare<br />
delle iniziative rendono difficile l’individuazione degli strumenti realmente utili. Può<br />
accadere allora, soprattutto ad utenti relativamente inesperti, di compiere lunghi e faticosi<br />
(nonché costosi, fattore da non dimenticare) percorsi di ricerca per arrivare ad individuare il sito<br />
dell’istituzione archivistica desiderata e trovarsi di fronte ad un mero contenitore privo di indicazioni<br />
realmente utili alla ricerca.<br />
La definizione e la utilizzazione di criteri di valutazione potrebbe allora intanto consentire<br />
l’attivazione di un filtro in grado di escludere dalle liste di link tutti quei siti che non presentino<br />
reale interesse ed utilità per la ricerca, declassandoli da “siti archivistici” a “siti di natura<br />
archivistica”.<br />
Giunti a questo punto sarà, comunque, opportuno precisare che la prima distinzione da<br />
operare - anche se al momento, almeno nella realtà italiana, la precisazione sembra superflua -<br />
è quella tra archivi on-line e siti archivistici.<br />
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