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Matteo Marzotto<br />
per il Turismo, è un’organizzazione che ha come mandato la promo -<br />
pubblicità, cioè lo sviluppo dell’Italia come destinazione turistica.<br />
Ho accettato con entusiasmo e con orgoglio questo incarico perché<br />
amo follemente il mio paese e per il volo vorrei fare qualcosa. Legata<br />
al volo, anzi, c’è la primissima riflessione che ho fatto da “non ancora<br />
nominato Presidente ENIT”. Volevo pungolare, poi ho capito che in<br />
questo mondo non si può andare contro la corrente, perché non conviene.<br />
Quindi approfittiamo di un evento come questo per ragionare.<br />
Oggi, qui con voi, posso parlare con gente che mi capisce. Essere pilota<br />
privato oggi in Italia significa subire vessazioni. Voi lo sapete,<br />
inutile girarci intorno: manca tutto.<br />
Impossibile girare l’Italia in volo. All’estero volare è fantastico, in<br />
Italia impossibile.<br />
Non esiste possibilità di girare l’Italia in maniera sensata poiché le<br />
strutture esistenti sono impraticabili e non ricettive, e sembra che non<br />
esista neppure una cultura avioturistica.<br />
Nessuno ne capisce il perché, nemmeno io.<br />
Il volo è prima di tutto cultura, cultura qualificata. Io ho un Écureuil,<br />
un elicottero monorotore, che adesso è all’Urbe, e già sto pregustando<br />
il volo che farò oggi. Ogni estate mi prendo dieci giorni e vado a Nord<br />
attraverso la Germania.<br />
Ho fatto quattro volte Capo Nord, trattato alla grande. Al di là delle<br />
Alpi io respiro. Se devo andare a Monaco, anche per lavoro, o se devo<br />
attraversare la Germania verso nord, mi fermo ad Aufsburg. Perché<br />
non mi fermo a Monaco, in un aeroporto enorme in cui poi mi perdo,<br />
ma in un piccolo aeroporto accogliente, dove mi salutano, mi preparano<br />
le carte, accettano dieci carte di credito, mi chiamano il taxi.<br />
Non è difficile strutturarsi così. Basta copiare. La questione dei prezzi<br />
e dei costi non è reale.<br />
Sono stato al Circolo polare, ho girato in lungo e in largo la Finlandia,<br />
dove ci sono aeroporti che hanno una persona sola che ti fa la radio,<br />
ti chiama il taxi e poi ti fa il caffè. Da noi, in Italia, abbiamo sentito<br />
ministri di governi recenti dire che ottimizzare il sistema aeroportuale<br />
italiano significa chiudere gli aeroporti. In un paese civile gli aeroporti<br />
si aprono.<br />
È ancora una volta una questione di cultura. Considerate il rapporto<br />
che c’è tra territorio e aeroporti in Germania. Là c’è un sacco di gente<br />
che in volo va dappertutto.<br />
Voglio portarvi un altro esempio di buona accoglienza e organizzazione.<br />
In Finlandia c’è un posto che si chiama Fajala: milleduecento metri<br />
L’ENIT è<br />
un’organizzazione<br />
che ha<br />
come mandato<br />
lo sviluppo<br />
dell’Italia come<br />
destinazione<br />
turistica.<br />
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