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Interventi<br />
Oggi Medici ha illustrato l’esistenza di svariate centinaia di strutture<br />
private, aviosuperfici e campi volo, che possono essere utilizzate come<br />
scali avioturistici. In seguito dirò cosa può fare AOPA per promuovere<br />
queste strutture.<br />
Prima vorrei sottolineare che l’Italia ha di fatto regalato i nostri aeroporti<br />
a società private senza fissare alcuna condizione. Gli aeroporti<br />
erano proprietà dello Stato, cioè dei<br />
contribuenti, e sono stati donati a privati<br />
che nell’aeroporto non vedono un servizio<br />
pubblico ma unicamente un utile<br />
economico.<br />
E’ tale logica che fa dire ai gestori degli<br />
aeroporti: “gli aerei piccoli pagano<br />
poco, quindi si possono escludere”. Le<br />
società di gestione ci ingannano, perché<br />
il Contratto di Programma, stilato da<br />
ENAC e in cui AOPA era riuscita a far<br />
inserire dei vincoli (come l’obbligo di fornire il servizio di carburante),<br />
viene aggirato con vari escamotage. Sulla carta ci sono quindi novantotto<br />
aeroporti, ma in realtà quelli utilizzabili dal traffico di aviazione<br />
generale (considerando in questo caso solo l’aviazione certificata, senza<br />
gli ultraleggeri) non superano la cinquantina.<br />
Qualche anno fa, quando ero un giovane pilota, nei primissimi anni<br />
settanta, vidi in una rivista britannica una vignetta che descriveva<br />
questo problema davvero molto bene: due piloti chiacchieravano al<br />
bancone del bar di un aeroclub, e al commento di uno dei due: “Però,<br />
questo Pembroke! New York - Parigi in trentatre ore! Quello sì era un<br />
pilota!” l’altro rispondeva “Ma va’! Non ha fatto nulla! Io, invece, ho<br />
sorvolato l’Italia!”.<br />
Sono quarant’anni che la situazione è così, e forse tutto è cominciato<br />
per ignoranza. L’ignoranza colpevole della politica, che ha mantenuto<br />
negli aeroporti italiani questo stato di negligenza, senza attribuire alcuna<br />
importanza all’aviazione turistica.<br />
In questa sede parliamo di turismo aereo, ma dobbiamo introdurre anche<br />
il concetto di “trasporto privato” che include il turismo d’affari. Il<br />
dott. Marzotto faceva riferimento ai congressi ma ci sono altri aspetti<br />
di interesse per l’aviazione generale: ci sono le fiere, gli industriali che<br />
devono viaggiare, le famiglie (quelle che si spostano con il mezzo aereo)<br />
che vanno dappertutto tranne che in Italia. Perchè? Perché i nostri<br />
aeroporti costano il doppio degli altri. Perché i nostri aeroporti sono<br />
L’Italia ha di<br />
fatto regalato i<br />
nostri aeroporti<br />
a società<br />
private senza<br />
fissare alcuna<br />
condizione<br />
Sulla carta ci<br />
sono quindi<br />
novantotto<br />
aeroporti, ma<br />
in realtà quelli<br />
utilizzabili dal<br />
traffico di aviazione<br />
generale<br />
non superano<br />
la cinquantina<br />
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