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pag. 295-398 - Siapec

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PATOLOGIA DELL’APPARATO DIGERENTE327zione delle cellule mesoteliali. Dal punto di vista clinico, perle sue potenzialità di recidiva locale senza avere, tralaltro, uncomportamento maligno, è considerata come una varianteborder-line tra il tumore adenomatoide benigno ed il mesoteliomamaligno. Viene qui riportato il caso di un paziente, maschiodi 71 anni, a cui è stato scoperto, in maniera incidentale,in corso di intervento chirurgico per neoplasia del grossointestino, un mesotelioma cistico benigno a livello del mesocolontrasverso.MetodiLo studio immunoistochimico della neoplasia è stato condottoutilizzando i seguenti anticorpi: citocheratina 8-18, CD34,CD31, calretinina, HBME1, actina ML.RisultatiDal punto di vista macroscopico la neoformazione era costituitada multiple cisti, misurante complessivamente 15 cm didiametro. Le cisti presentavano un aspetto traslucido a contenutosieroso limpido talora gelatinoso. Dal punto di vistamicroscopico gli spazi cistici erano delimitati da un epiteliopiatto a singola fila tale da simulare un linfangioma. Taloral’epitelio era rappresentato da elementi di tipo cubico-poligonalecon tendenza a formare dei clusters, ad aspetto micropapillare,aggettanti nel lume cistico, con presenza di materialesecretorio intracitoplasmatico di tipo eosinofilo. Talielementi hanno mostrato immunoreattività ai markers mesoteliali(calretinina, HBME1) e alla citocheratina 8-18, mentresono risultate essere negative a quelli endoteliali. Il tutto nelcontesto di uno stroma di tessuto connettivo con presenza difibroblasti stellati (reattivi all’actina ML) con focali aree, ditipo mixoide, positive alla colorazione dell’alcian blue.ConclusioniIl mesotelioma cistico benigno del peritoneo è una rara neoplasiadell’età adulta con maggiore incidenza nel sesso feminile(rapporto 5:1). Approssimativamente nel 30% dei casi siha una recidiva locale in un intervallo di tempo compreso tra4 mesi e 7 anni. Inoltre nel 25-30% dei pazienti c’è una storiadi precedenti interventi chirurgici addominali o di malattiainfiammatoria pelvica. La diagnosi differenziale va postacon il linfangioma ed il tumore adenomatoide.Dalla clearence dell’emosiderosi allareversibilità della cirrosi in pazientitalassemici curati con trapianto di midolloosseo (TMO)P. Muretto, S. Tommasoni, E. Angelucci *U.O. Anatomia e Istologia Patologica, Azienda OspedalieraS. Salvatore, Pesaro; * Centro Trapianti di Midollo Osseo,Azienda Ospedaliera S. Salvatore, PesaroIntroduzioneL’emosiderosi, la fibrosi e la cirrosi epatica sono note complicanzenei pazienti affetti da Talassemia Major come conseguenzadella eritropoiesi inefficace, delle trasfusioni, delleepatiti da HCV e HBV. La cirrosi è stata generalmente consideratairreversibile e l’emosiderosi una condizione stabile.Metodi50 dei 450 pazienti trattati con T.M.O. presso il Centro Trapiantidi Midollo osseo di Pesaro, sono stati studiati con biopsieepatiche sequenziali effettuate prima del trapianto, a 6mesi e ogni anno per un periodo di 4-6 anni dall’attecchimentodel T.M.O. allogenico. Su ulteriori 491 talassemici curaticon T.M.O., 40 (età compresa tra i 27 ed i 30 anni) svilupparonocirrosi (19 prima del trapianto e 21 durante il follow-up).Questi furono sottoposti a salassi e a terapia antivirale(con inizio dopo i 3 anni dal trapianto) e seguiti con biopsiesequenziali per un periodo di 3-8 anni.RisultatiSpontanea reversibilità del sovraccarico ferrico, dopo interruzionedella terapia trasfusionale per l’ottima funzionalitàdel midollo dopo trapianto, è stata osservata in 31 pazienti tra1 e 12 anni di età 1 . Nei pazienti con cirrosi le biopsie epatichehanno mostrato in 7 marcata riduzione del sovraccaricoferrico con completa clearence in 4. Livelli di transaminasisierica diminuiti in tutti i pazienti con normalizzazione in 5casi; attività infiammatoria diminuita in tutti con scomparsain 2 casi. Regressione della cirrosi si è osservata in 7 pazienti,sebbene in 3 sia persistita fibrosi con ponti porto-portali,grado 2-3 sec. Ishak.ConclusioniNei pazienti studiati si è dimostrato che l’emosiderosi può esserespontaneamente risolvibile e che la cirrosi è reversibilein pazienti talassemici sottoposti a T.M.O. 2-3 . Relativamenteai meccanismi ipotizzabili, appare verosimile che l’eliminazionedel ferro abbia inizio con il rilascio del metallo dagliepatociti in lisi conseguente alla terapia antiblastica della fasedi induzione; in seguito vi sarebbe un passaggio del ferrodagli epatociti alle cellule di Kupffer, agli istiociti ed alle celluleendoteliali con rilascio all’interno dei sinusoidi e dellevene centrolobulari.L’ipotesi è avvalorata dall’alta perdita di ferro tramite le urinedopo T.M.O. È peraltro possibile anche l’associato rilasciotramite le vie biliari. Lo studio dimostra che la reversibilitàdella cirrosi può avvenire in seguito alla rimozione dei fattoriirritativi cronici stimolanti la fibrillogenesi, quali il sovraccaricoferrico e l’epatite cronica virus correlata (che nel talassemicopossono avere azione sinergica).Bibliografia1Muretto P, et al. Liver 1994;14:14-24.2Angelucci E, et al. Blood 1997;90(3):994-998.3Muretto P, et al. Annals of Int Med 2002;136(9):667-672.Immunohistochemical evidenceof metallothionein in neoplasms of liver,gallbladder and pancreasD. Villari, G. Giuffrè, A. Simone, R. Scarfì, G. TuccariDepartment of Human Pathology, University of MessinaIntroductionMetallothionein (MT), a group of low molecular weight (6-7kD), cysteine rich proteins, with strong affinity for heavymetal potentially toxic ions, are considered to be involved invarious cellular processes. In human neoplastic pathology,the presence of MT has been immunocytochemically demonstratedin both the nucleus and the cytoplasm of cells in manycarcinomas of different organs and some reports have suggestedan unfavourable prognostic role for MT.Materials and methodsIn the present study, we have investigated the expression ofMT in 81 histological specimens of primary human hepatocellular,gallbladder and pancreatic carcinomas as well as livermetastases and chirrosis, taken from files of our Department;in addition peritumoral samples of liver and pancreasand normal gallbladder tissue have been also studied. Immunohistochemistrywas performed by a monoclonal mouseanti-MT antiserum, commercially available (MT-E9, Dako,

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