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pag. 295-398 - Siapec

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PATOLOGIA DEI TESSUTI MOLLI E DELL’OSSO373dermatofibrosarcoma protuberans (DFSP), 6 fibrosarcomi, 2tumori miofibroblastici infiammatori (TMFI), 5 sarcomisinoviali (SS), 5 leiomiosarcomi extrauterini.MetodiSezioni ricavate da inclusioni rappresentative contenutenell’archivio del Servizio di Istopatologia dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore sono state sottoposte ad esameimmunoistochimico usando l’anticorpo monoclonale anti-CiD3 (diluizione 1:20. Ylem). La reazioneimmunoistochimica è risultata a localizzazione nucleare. Ipreparati risultanti sono stati valutati indipendentemente intermini di percentuale di cellule positive da due patologi,neoplasie con immunoreattività per CiD3 in più del 5% dellecellule sono state considerate “positive” per questo fattore.Nei casi discordanti, una valutazione concorde è stataraggiunta dopo una revisione congiunta dei preparati.RisultatiI GIST, gli Schwannomi ed i MPNST hanno mostrato positivitàper CiD3 nella maggior parte dei casi esaminati (80% dei GIST,76% dei MPNST, 94% degli Schwannomi). Al contrario, lefibromatosi, i TFS, gli angiomiomi, i neurofibromi, i DFSP, ifibrosarcomi, i TMFI, i SS ed i leiomiosarcomi extrauterinisono risultati sostanzialmente negativi.ConclusioniL’analisi immunoistochimica dell’espressione della CiclinaD3 aggiunge un elemento utile nella diagnostica differenzialedei tumori dei tessuti molli; in particolare, interessantisviluppi possono emergere dallo studio dell’espressione diquesto fattore nei GIST e nei MPNST non reattivi,rispettivamente, per CD117 e S-100.Possibile regolazione dell’apoptosi nelle miopatiemitocondriali mediata dall’endotelina-1S. Pistolesi * , A. Patricelli ** , G. Alì * , M. Falorni *** , B. Solito**** , G. Siciliano *** , G. Fontanini **Dipartimenti di Chirurgia * , di Oncologia, dei Trapianti eNuove Tecnologie in Medicina ** , di Neuroscienze *** , UnitàOperativa di Chirurgia ****IntroduzioneL’endotelina-1 (ET-1) è un peptide di 21 aminoacidi, capacedi indurre molteplici effetti (vasocostrizione, promozionedella crescita), interagendo con 2 differenti recettoriaccoppiati a proteine G (ETA e ETB). Inoltre, in alcuni tipicellulari (cardiomiociti, cellule muscolari lisce, fibroblasti)sembrerebbe agire come fattore di sopravvivenza, regolandol’apoptosi, probabilmente attraverso l’induzione di molecoleanti-apoptotiche quali Bcl-2. Tale effetto sembrerebbe esserein risposta ad alterazioni metabolico-funzionali deimitocondri. Anche nelle miopatie mitocondriali esiste unaalterazione della membrana mitocondriale potenzialmentecapace di indurre la cascata apoptotica, tuttavia l’apoptosi èspesso assente. Scopo del nostro studio è stato valutare se unmeccanismo regolatore dell’apoptosi mediato da ET-1 possaessere riscontrato anche nelle miopatie mitocondriali.Metodi5 sindromi mitocondriali primitive (4 oftalmoplegie cronicheprogressive e 1 epilessia mioclonica con “ragged red fibers”)e 16 alterazioni mitocondriali aspecifiche sono state valutate.Biopsie muscolari, ottenute dal quadricipite femorale o daldeltoide, sono state processate per la diagnosi istologica.L’analisi immunoistochimica con anticorpi specifici direttiverso ET-1 e Bcl-2 è stata eseguita secondo metodicastandard (Ventana Medical System). L’indice apoptotico èstato determinato con metodica di immunofluorescenzadiretta (FragEL), secondo le istruzioni del data sheet.RisultatiÈ stata osservata una specifica espressione citoplasmatica diET-1 in 3/5 delle sindromi mitocondriali studiate, conmaggiore espressione nella MERRF. Gli stessi casipresentavano anche iperespressione di Bcl-2. Al contrario,nessuno dei casi con alterazioni mitocondriali aspecifichepresentava espressione di Bcl-2 o ET-1. In quest’ultimi 16 casil’indice apoptotico variava da 22 a 53% (media 32), mentre neicasi con positività per ET-1 e Bcl-2 era inferiore al 20%.ConclusioniTali dati suggeriscono la presenza di una possibileregolazione dell’apoptosi mediata da ET-1 attraverso Bcl-2in alcuni casi di sindromi mitocondriali.L’utilizzo di BMP-7 potenzia l’attivitàosteogenetica delle cellule staminali nel rattoM. Peresi * , E. Fulcheri * , G. Burastero ** , G. Grappiolo ** ,M. Podestà *** , F. Frassoni *** , S. Castello *** , N. Sessarego*** , G. Bovio **** , L. Spotorno ****Chirurgia Protesica, Ospedale Santa Corona, Pietra Ligure;***Unità Terapie Cellulari, Ospedale San Martino, Genova; *Istituto di Anatomia Patologica, Ospedale San Martino, Genova;**** Istituto di Radiologia, Ospedale San Martino, GenovaIntroduzioneLa letteratura recente ha evidenziato che le cellule stromalimidollari (MSC) rappresentano la componente cellularecoinvolta nella neoformazione ossea.In un articolato progetto di ricerca viene valutata la differentecapacità osteogenetica del midollo osseo (hMNC), dellecellule stromali espanse (hexp-MSC), e hexp-MSC associatea BMP-7 nel trattamento di un deficit massivo di osso femoralenel ratto.Materiali e metodiSono stati impiegati ratti Sprague-Dawley (SD) e ratti atimici(NU) per escludere reazioni di incompatibilità con le celluleumane.Una serie dei ratti (SD) è stata utilizzata per definire la tecnicachirurgica.La serie dei ratti NU (12) veniva suddivisa in quattro gruppia seconda degli specifici protocolli di trattamento: Gruppo 1-osso autoclavato e hMNC, Gruppo 2 -osso autoclavato ehexp-MSC, Gruppo 3 - osso autoclavato e sola BMP-7, G4 -osso autoclavato e hexp-MSC unite a BMP-7.Dopo aver posizionato una placca con quattro cerchiaggimetallici sul femore, è stata effettuata una resezione ossea di6 mm. Il deficit osseo è stato riempito con i differentitrapianti e valutato radiograficamente (COOK-2000) eistologicamente a intervalli regolari.RisultatiA 8 settimane nel gruppo 1 non si è riscontrata neoformazioneossea; nel gruppo 2 era presente nuovo osso disorganizzato,nel gruppo 3 neoformazione ossea che univa le estremitàfemorali, nel gruppo 4 neoformazione ossea significativa conrimodellamento. Tali risultati furono confermati dall’analisiistologica.ConclusioneLe analisi radiografiche e istologiche sembrano dimostrareche l’uso combinato di hexp-MSC e BMP-7 determina unanotevole amplificazione della attività osteogenetica.

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