300COMUNICAZIONI LIBEREbito di un ampio spettro di diagnosi (nulla di rilevante 56,8%,vaginite atrofica 16,8%, infiammazione senza alterazioni cellulari16%, alterazioni reattive associate ad infiammazione4%, anomalie cellulari epiteliali 2,4%).ConclusioniLimitatamente alla fascia di età menopausale i preparati di citologiacervicovaginale allestiti con la metodica ThinPrep, adifferenza di quanto riportato in letteratura per l’età fertile,sembrano essere di più difficile interpretazione rispetto ai PAPtestpreparati con metodiche tradizionali, e di più alto costo.La proteina L1 dei tipi ad elevato rischio delvirus del papilloma umano in campioni dicitologia cervicale su strato sottileC. Frangella, A. Iaccarino, M. Russo, M. Marino, R. Boschi,A. Zabatta, G. Marino, G. Troncone, A. VetraniDipartimento di Scienze Biomorfologiche e Funzionali, Universitàdi Napoli Federico IIIntroduzioneI tipi ad elevato rischio del virus del papilloma umano (HPV)esercitano la loro azione oncogenetica, integrandosi nel genomadella cellula ospite. Tale integrazione altera il genotipovirale causando la mancata espressione di alcune proteine. Inparticolare l’espressione tardiva della proteina capsidica L1indotta dal virus allo stato episomale, e’ alterata a seguitodella integrazione virale ed alla incompleta maturazione dellacellula ospite. Di conseguenza L1 rappresenta un markerdello stato fisico virale nella cellula dell’epitelio.MetodiIn questo lavoro, la valutazione della proteina L1 è stata effettuatasu un gruppo (n = 30) di lesioni squamose intraepiteliali(SIL) di basso e di alto grado, selezionati in base allapresenza di tipi ad elevato rischio di HPV dimostrata con metodicamolecolare in chemioluminescenza (HPV DNAPAPhybrid capture II). Campioni citologici corrispondenti sustrato sottile (Thin-prep) sono stati processati mediante metodicadi immunocitochimica utilizzando anticorpi contro uncocktail di proteine L1 dei più comuni ceppi HPV high risk(Viroactiv ® HPV High Risk Kit, Virofem Diagnostik undForschungs GmbH).RisultatiUna differenza di espressione statisticamente significativa èstata riscontrata tra i casi di SIL a basso e ad elevato rischio.In questi ultimi oltre il 40% dei casi è risultato negativo perL1.ConclusioniI nostri dati suggeriscono che nel SIL di alto grado, l’espressionedi L1 è frequentemente persa. Ciò avvalora l’importanzadi tale marker come indicatore dello stato fisico dei ceppiad levato rischio del virus HPV.Citologia endometriale in fase liquida: unanuova opportunità diagnostica?A.M. Buccoliero * , A. Caldarella * , G. Bargelli ° , S. Pappalardo§ , M. Marchionni ° , G. Scarselli ° , G.L. Taddei *Dipartimenti di * Patologia Umana ed Oncologia e ° GinecologiaPerinatologia e Riproduzione Umana, Università degliStudi di Firenze; § Libero Professionista, Firenze.L’adenocarcinoma endometriale rappresenta nei paesi occidentalila più comune neoplasia ginecologica. Se ne riconosconodue forme diverse per patogenesi, prognosi ed età di insorgenza:il più frequente, estrogeno-dipendente e relativamenteindolente Tipo I; il più raro, estrogeno-indipendente e a prognosipeggiore Tipo II. Quest’ultimo caratteristicamente colpiscedonne in età più avanzata rispetto al Tipo I. Inoltre, mentreil Tipo I si associa comunemente all’iperplasia endometriale, ilTipo II insorge più spesso su di un endometrio ipotrofico.La comune sintomatologia precoce, che principalmente consistein sanguinamenti uterini abnormi, fa sì che l’adenocarcinomaendometriale venga nella maggior parte dei casi diagnosticatoe conseguentemente trattato negli stadi iniziali.Tuttavia la più frequente causa di sanguinamenti uterini abnormiè l’atrofia endometriale.Contrariamente al carcinoma della cervice uterina, non sonostati mai organizzati per l’adenocarcinoma endometriale importantiprogrammi di screening. Le difficoltà nell’individuazionedi un test comparabile alla citologia cervico-vaginale e laprecoce sintomatologia potrebbero spiegare questo disinteresseallo screening sebbene l’elevata incidenza di questa neoplasia el’esistenza di precursori morfologici (iperplasia endometriale).Le più diffuse procedure diagnostiche nelle donne sintomatichee nelle donne asintomatiche con fattori di rischio sonol’ecografia trans-vaginale, l’isteroscopia e la biopsia endometriale.La larga diffusione della citologia endometriale è stata ostacolatadalle notevoli difficoltà di lettura legate alla comunepresenza di sangue e all’affollamento cellulare comuni neipreparati citologici endometriali.La citologia in fase liquida proprio per la sua capacità di ridurredrammaticamente la presenza di tutti quei fattori oscurantila lettura dei preparati citologici rappresenta una interessanteopportunità per la citologia endometriale.Riportiamo la nostra esperienza triennale nell’utilizzo dellacitologia in fase liquida in ambito endometriale.In una prima fase è stata verificata l’adeguatezza dei campioniottenuti in un gruppo di donne in post-menopausa avanzatacon endometrio ecograficamente sottile (< 4mm) le qualivenivano sottoposte a prelievo citologico e bioptico immediatamenteprima di essere isterectomizzate per prolasso uterino;successivamente è stata valutata la concordanza citoistologicain un gruppo eterogeneo di donne sottoposte a prelievocitologico e bioptico prima dell’esame isteroscopico.La citologia in fase liquida nel gruppo di donne con endometriosottile ha fornito preparati diagnostici più spesso dellabiopsia (82% vs 24%; p = 0.000).La concordanza cito-istologica è risultata superiore al 98%;tutti gli adenocarcinomi e le iperplasie endometriali venivanoriconosciuti.Su queste basi, riteniamo che la citologia in fase liquida possaoffrire alla citologia endometriale interessanti prospettivedi utilizzo nel management sia delle donne sintomatiche cheasintomatiche.
PATHOLOGICA 2004;96:301-304DermatopatologiaInflammatory linear verrucous epidermalnevus-like dermatosis arosen on a skin graftM.C. De Nisi, A.V. Lalinga, R. Occhini, A. D’AmuriDepartment of Human Pathology and Oncology, Section ofPathological Anatomy, University of SienaIntroductionInflammatory linear verrucous epidermal naevus (ILVEN)has never been described on a skin graft. ILVEN is anuncommon dermatosis presenting mainly in children,sometimes at birth, as pruritic erythematous verrucousplaques or papules in a linear array. Lesions usually appearon the lower extremities and are refractary to therapy. Athistology, ILVEN combines inflammatory as well aspsoriatic findings, being characterized by psoriasiformepidermal hyperplasia, hypergranulosis and parakeratosisalternating with hypogranulosis and orthokeratosis,elongation of the rete ridges, inflammatory cells in thedermis and, at times, Monro’s abscesses. Although ILVENtipically occurs as an isolated finding, there are some reportsof associated abnormalities; a rare case of adult onset hasbeen described arosen on a scar.MethodsWe here describe clinicopathological findings of a dermatosisshowing features overlapping to those of ILVEN in anadult, who underwent repeated skin grafts after amputationof the II, III and IV toes of the right foot, following an injuryat work. Afterwards, he developed a scar and, twenty days afterthe last graft, two anular itching lesions with raised borders,that were removed surgically.ResultsClinics was quite different from classical ILVEN; lesionswere anular, and not in a linear array, although very itching.At histology, lesions showed psoriatic and inflammatoryfindings overlapping those of classical ILVEN. Lesions wereremoved and hitching disappeared.ConclusionWe hypothesize that, in adults, dermatosis similar to ILVENat histology, can occur, and can show macroscopical clinicalfeatures different from classical ILVEN. They can be triggeredby various acquired pathologies. In our case immunoresponseafter repeated grafts may have had a role. Toour knowledge, an ILVEN-like dermatosis has not been decribedon a skin graft, to date.Lesioni melanocitarie atipiche. Descrizione ditre casiL. Angeli * , P. Migliora ** , E. Colombo *** , G. Angeli ***Clinica Dermatologica, Università di Novara; ** S.O.C.Anatomia Patologica, Ospedale di Vercelli; *** S.O.C. Dermatologia,Ospedale di VercelliObiettiviScopo del lavoro è la presentazione di tre casi di lesioni melanocitarieatipiche, due nevi di Spitz atipici ed un nevo blucellulato atipico, entità clinico-patologiche di difficile interpretazionenella diagnosi differenziale con altre lesioni melanocitariee con il melanoma.Metodi e risultatiCaso n. 1: lesione dell’elice dell’orecchio sinistro, di cm 0,7di diametro massimo, non pigmentata, di aspetto verrucoide,insorta da 3 mesi in paziente maschio di 38 anni. All’esameistologico: lesione melanocitaria verrucoide, ipercheratotica,costituita da elementi epitelioidi monomorfi, in ampie techedermiche, con nucleo vescicoloso, prominente nucleolo,scarsa penetrazione epidermica. Frequenti mitosi ancheprofonde. Irregolare maturazione in profondità. Viene consideratala diagnosi di melanoma verrucoso spitzoide. Sulla basedella presentazione clinica, della citologia, della crescitaespansiva e non infiltrativa, viene posta la diagnosi di nevodi Spitz atipico.Caso n. 2: lesione alla gamba sinistra di cm 0,9 di diametromassimo, non pigmentata, rilevata, insorta da 3 mesi in pazientedi sesso femminile di 51 anni. All’esame istologico:lesione melanocitaria non pigmentatata, con proliferazioneverticale di elementi fusati o epitelioidi, monomorfi, formazionedi alcune teche giunzionali, focale penetrazione epidermicaed irregolare maturazione profonda. Nel derma superficialeed alla giunzione alcuni corpi di Kamino. Alcunemitosi, anche profonde. Evidente quota reticulinica, che circoscrivesingole cellule o gruppi di cellule. Si pone la diagnosidi nevo di Spitz atipico.Caso n. 3: lesione plantare sinistra, nodulare, di cm 0,6 didiametro massimo, insorta da tempo imprecisato in pazientedi sesso maschile di anni 17. All’esame istologico, lesionemelanocitaria non pigmentata interessante il derma a tuttospessore ed il sottocute, fino al limite con la fascia, senza attivitàgiunzionale. È costituita da elementi medio-grandi, epitelioidi,con nucleo vescicoloso e prominente nucleolo, isolatio in strutture alveolari, con alcune atipie citologiche e qualchemitosi, anche profonda, che esprimono vimentina, S-100,PNL2, p16, focalmente HMB-45. È commisto discreto infiltratolinfoide. Viene posta la diagnosi di nevo blu cellulato,con aspetti epitelioidi, atipico. Possibile diagnosi differenzialecon nevo di Spitz epitelioide.Nei tre casi la diagnosi è stata confermata con richiesta di pareredi consulenza presso Centro di Riferimento.Al follow-up, rispettivamente di 39, 7 e 4 mesi, i pazienti sonoliberi da malattia.ConclusioniI criteri diagnostici morfologici principali del nevo di Spitzatipico sono: monomorfismo cellulare di elementi epitelioidie/o fusati con le caratteristiche della cellula di Spitz; scarsapenetrazione epidermica; incompleta maturazione profonda;presenza di reticolo argentofilo a circoscrivere singole celluleo gruppi di cellule, con presenza significativa di mitosiprofonde. I dati clinici, sede, età e rapida crescita facilitanola diagnosi differenziale nei confronti del melanoma. Perquanto concerne la terza lesione, la diagnosi di atipia del nevoblu cellulato si basa in particolare sul polimorfismo cellularee sulla presenza di mitosi profonde. Gli aspetti epitelioididella lesione pongono differenziale con nevo blu epitelioide,spesso associato a sindrome tipo complesso di Carney,che non è risultata presente nel caso osservato.Data la modesta riproducibilità diagnostica dei criteri e la difficoltàdi predire l’evoluzione clinica delle lesioni melanocitarieatipiche, va considerata l’opportunità di un follow-upravvicinato con eventuale allargamento dell’escissione, potendosiconsiderare tecnica del linfonodo sentinella.