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pag. 295-398 - Siapec

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298COMUNICAZIONI LIBEREPaziente e metodiDonna di 66 anni, con tosse persistente. L’Rx torace mostravaun versamento pleurico a destra, confermato dalla TAC,che inoltre evidenziava, nel contesto del versamento, nodulisospetti per lesioni ripetitive.RisultatiAll’esame citologico del versamento erano presenti aggregatipapillari di cellule atipiche, prive di evidenti incisure epseudoinclusi nucleari, associati a rari corpi psammomatosi.In alternativa ad una primitività polmonare era ipotizzata unapossibile origine tiroidea, solo parzialmente supportata dalleindagini immunocitochimiche: TTF1-positività; tireoglobulina-negatività.La stadiazione oncologica evidenziava comeunico reperto la presenza di multipli noduli bilaterali della tiroide,il maggiore di cm 4. L’agoaspirato era risultato nondiagnostico. Si procedeva pertanto ad esame bioptico dei nodulipleurici, che risultava diagnostico per localizzazione dicarcinoma papillare della tiroide, con caratteristiche citologicheed immunoistochimiche tipiche (TTF1 e tireoglobulinapositività,contrariamente a quanto osservato su versamento).La tiroidectomia confermava la presenza di un carcinoma papillaremultifocale bilaterale, con invasioni vascolari ed infiltrazionecapsulare.ConclusioneIl versamento pleurico secondario a metastasi di carcinomapapillare è una evenienza rara ma possibile anche come primamanifestazione di malattia. La diagnosi differenziale conun carcinoma del polmone è difficile: le indagini immunocitochimichepossono essere non dirimenti (TTF1-positività inentrambi). La mancata dimostrazione della tireoglobulina el’assenza delle caratteristiche citologiche patognomonichenel versamento non hanno consentito una diagnosi di carcinomapapillare della tiroide. Fondamentali per la diagnosipossono risultare il quadro clinico-strumentale e la presenzadi corpi psammomatosi.Accuratezza diagnostica della citologia agoaspirativaTC guidata delle lesioni polmonari:nostra esperienzaC. Maddau * , M. Matucci * , M.P. Cariaggi * , M. Falchini ** ,E. Mazza ***CSPO, Laboratorio di Citopatologia, Istituto Scientificodella Regione Toscana, Firenze; ** Dipartimento di Diagnosticaper Immagini, Sezione di Radiodiagnostica I, RadiologiaInterventistica, Azienda Universitaria Careggi, FirenzeIntroduzioneLa biopsia TC guidata ha come scopo principale la definizionedelle lesioni polmonari, per lo più periferiche, non diagnosticabilicon indagini di 1° e di 2° livello. Il prelievo tramiteaspirazione con ago sottile (FNA) o con ago “tranciante”(FNAB) consente di ottenere materiale sufficiente per l’esamecitologico, istologico e microbiologico. L’FNA e l’F-NAB mostrano una specificità costante attorno al 100%,mentre è riportata un’estrema variabilità per la sensibilità acausa di reperti falsamente negativi in diretta relazione alledimensioni del nodulo, al numero di passaggi dell’ago ed allapresenza del Citopatologo al momento del prelievo.MetodoDal giugno 2000 al giugno 2003 abbiamo esaminato 245agoaspirati di lesioni polmonari su 237 pazienti (165 M e 72F), di età compresa fra 20-86 anni. Il prelievo citologico TCguidato è stato eseguito dal radiologo utilizzando aghi Chiba20-22 G. La presenza del Citopatologo al momento del prelievoha consentito una valutazione immediata sull’adeguatezzadel materiale. In 41 casi è stato effettuato anche il prelievomicroistologico.RisultatiLa diagnosi citologica è risultata positiva in 180 casi, sospettain 7 e negativa in 23. Due casi “sospetti” sono stati confermatiistologicamente come lesioni benigne; era presenteun “falso negativo”. In 35 casi il prelievo è risultato inadeguato.Il confronto cito-istologico ha confermato la diagnosidi adenocarcinoma e di carcinoma squamoso nel 92%, di piccolecellule nel 100%. La sensibilità è stata del 99% e la specificitàdel 92%. La ripetizione del prelievo richiesta dal Citopatologoin 48 casi ha consentito un recupero di inadeguatidel 73%.ConclusioniL’agoaspirato TC guidato si è dimostrata una procedura rapida,con un’elevata accuratezza diagnostica ed una bassa incidenzadi complicanze. La diagnosi citologica di malignità haconsentito un’anticipazione diagnostica,una resezione precoceed una migliore programmazione terapeutica, con un’elevatapredittività nella distinzione fra carcinoma a piccole enon a piccole cellule. La sensibilità e l’efficacia diagnosticasono state incrementate dalla presenza del Citopatologo, cheha consentito una significativa riduzione dei prelievi non diagnosticie dalle colorazioni rapide, che hanno fornito unorientamento diagnostico con elevata accuratezza. I limiti ele percentuali di errore risultano per lo più imputabili a problemidi campionamento, o alla raccolta di materiale ipocellulare,necrotico o mal conservato.La metodica FISH con sonde multiple nelladiagnosi citologica del carcinoma vescicaleA. Caldarella, M. Paglierani, A.M. Buccoliero, G.L. TaddeiDipartimento di Patologia Umana ed Oncologia, Universitàdi FirenzeIntroduzioneIl carcinoma vescicale è una delle più frequenti neoplasiemaligne, caratterizzato da una alta probabilità di recidiva dopoil trattamento iniziale. La possibilità di una diagnosi precoce,sia del tumore primitivo che delle recidive, influenzadrammaticamente la prognosi del carcinoma vescicale. Letradizionali metodiche per il riconoscimento del tumore sonocostituite da tecniche invasive, quali la cistoscopia, e da esamidi facile esecuzione quali la citologia esfoliativa urinariache ha dimostrato negli anni una alta specificità per il carcinomavescicale ma una minore sensibilità, soprattutto perquanto riguarda i tumori vescicali di basso grado 1 . La ricercadi anomalie cromosomiche specifiche del carcinoma vescicale,attraverso la tecnica di ibridazione in situ con fluorescenza(FISH), nelle cellule presenti in urine di pazienti sottopostia follow up per un pregresso tumore vescicale o in pazientisintomatici potrebbe rappresentare un efficace ausilionella diagnostica dei tumori vescicali, in particolare di bassogrado 2 .Materiali e metodiPer valutare la sensibilità e la specificità della FISH e il suoutilizzo nella valutazione dei campioni routinariamente prelevati,sia in corso di follow up di pazienti con pregresso carcinomavescicale, sia in soggetti a rischio o sintomatici, sonostati sottoposti a ibridazione in situ con microscopio a fluo-

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