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il carciofo - Coltura & Cultura

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paesaggio<br />

Sic<strong>il</strong>ia in sintesi<br />

• La Sic<strong>il</strong>ia occupa la seconda posizione in<br />

Italia per la coltivazione e la produzione<br />

di <strong>carciofo</strong> con 14.270 ha e 159.064 t<br />

• Le province di Caltanissetta, con 5800 ha<br />

e 66.000 t, e di Agrigento, con 3710 ha<br />

e 39.000 t, sono ai primi posti; seguono<br />

Catania, Palermo, Siracusa e Ragusa.<br />

La coltura si concentra nella Piana di<br />

Catania (comuni di Ramacca, Castel<br />

di Judica e di Lentini), nei territori di<br />

Niscemi e di Gela (CL), nell’area di Menfi<br />

(AG), nella Piana di Buonfornello (PA), nel<br />

Vittoriese (RG) e nella Piana di Siracusa<br />

• Le cultivar che dominano nettamente<br />

la scena sono rispettivamente, nella<br />

Sic<strong>il</strong>ia orientale, <strong>il</strong> Violetto di Sic<strong>il</strong>ia (ora<br />

sostituito in larga parte dal Violetto di<br />

Provenza) e, nella Sic<strong>il</strong>ia occidentale,<br />

<strong>il</strong> Violetto spinoso di Palermo. Se si<br />

escludono i pochi ettari destinati ad<br />

altri tipi introdotti o a quelli locali, i due<br />

Violetti monopolizzano le aree destinate<br />

alla cinaricoltura precoce<br />

Capolino di varietà primaver<strong>il</strong>e con<br />

colorazione intensa delle brattee<br />

110<br />

Carciofo in Sic<strong>il</strong>ia<br />

Introduzione<br />

Nella coltivazione del <strong>carciofo</strong> le scelte e gli interventi riguardanti<br />

i cicli colturali e/o le cultivar, oltre a interagire in maniera significativa,<br />

restano vincolati alla natura e alle caratteristiche dei materiali<br />

di propagazione nonché all’epoca in cui questi presentano requisiti<br />

di idoneità all’impiego, e cioè per l’impianto di nuove carciofaie.<br />

I vincoli sono particolarmente manifesti in Sic<strong>il</strong>ia per la notevole<br />

intensità con la quale si esprimono i fattori più caratterizzanti del<br />

clima mediterraneo – in particolare l’aridità e le elevate temperature<br />

della stagione estiva – che più direttamente interferiscono sulla<br />

modulazione del ciclo biologico e di quelli colturali.<br />

Le implicazioni agronomiche di tali vincoli risultano notevoli, anche<br />

in relazione al particolare prof<strong>il</strong>o biologico della pianta, espressione<br />

di un percorso evolutivo che ha avuto luogo nell’ambiente mediterraneo<br />

dove si rinvengono ancora, come nel caso della Sic<strong>il</strong>ia,<br />

le forme ancestrali dalle quali ha preso origine la coltura.<br />

La trattazione dei cicli colturali e delle cultivar rende pertanto necessari<br />

brevi richiami sui principali aspetti dell’origine e della diffusione<br />

della coltura nell’isola, per i riferimenti che questi hanno<br />

avuto e continuano ad avere ai fini della configurazione degli interventi<br />

tecnici in grado di dare riscontro alle esigenze della pianta.<br />

Cenni storici e diffusione<br />

La specie più direttamente implicata nell’origine del <strong>carciofo</strong> (e<br />

del cardo) è Cynara cardunculus, la quale è articolata in due sottospecie:<br />

cardunculus e flavescens. Quest’ultima sarebbe unica<br />

progenitrice delle due colture con le quali condivide alcuni tratti<br />

Piante da “seme” pronte per la raccolta dei capolini

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