il carciofo - Coltura & Cultura
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Nell’area di influenza della Cintura Orticola di Rosario <strong>il</strong> <strong>carciofo</strong><br />
occupa <strong>il</strong> quarto posto all’interno delle colture orticole, preceduto<br />
da pomodoro, lattuga e sedano; esso costituisce una fonte di<br />
reddito nei momenti in cui non si effettuano altre colture orticole<br />
di grande interesse. La produzione è destinata a rifornire <strong>il</strong> mercato<br />
locale e altre aree di consumo, fra cui Córdoba, Santa Fe e<br />
Buenos Aires.<br />
La produzione argentina è sostanzialmente destinata al mercato<br />
del fresco, con valori di consumo pro capite annuo pari a 2,6 kg.<br />
La lavorazione industriale avviene principalmente nella provincia<br />
di San Juan. La produzione dei capolini è commercializzata esclusivamente<br />
sul mercato interno; la possib<strong>il</strong>ità di aprirsi al mercato<br />
internazionale, grazie all’offerta di un prodotto di qualità e fuori<br />
stagione, è penalizzata dal tasso di cambio, che ha più volte impedito<br />
l’accesso a mercati esteri con prezzi competitivi rispetto<br />
ad altri Paesi concorrenti.<br />
Varietà<br />
Romanesco. Detto anche Francés (francese), Francés precoz<br />
(francese precoce) o Ñato francés. Caratterizzato da capolini semisferici<br />
verdi con striature violacee e brattee prive di spine. La<br />
produzione comincia a fine giugno e si protrae fino alla fine di<br />
agosto, epoca in cui <strong>il</strong> freddo blocca la produzione; l’ut<strong>il</strong>izzo di<br />
gibberelline permette di anticipare la raccolta al mese di maggio.<br />
La resa è di 6-7 capolini/pianta con peso medio di 200-250 g per<br />
capolino. È la varietà principale coltivata nella zona di La Plata e<br />
nella Cintura Orticola di Rosario.<br />
Ñato. Tipo tardivo, noto anche come Ñato criollo o Violeta nella<br />
Cintura Orticola di Rosario. Caratterizzato da capolini tendenzialmente<br />
globosi, solidi e compatti. Presenta brattee esterne mucronate<br />
e violacee. L’infiorescenza pesa fra i 200 e i 300 g, con<br />
una resa di 7 capolini/pianta. La produzione avviene in primavera<br />
e fra metà settembre e novembre, periodo in cui le alte temperature<br />
provocano l’apertura delle brattee compromettendone <strong>il</strong><br />
valore commerciale. Negli anni Ottanta era la varietà più coltivata<br />
a livello nazionale, ma per la sua epoca di produzione molto tardiva<br />
è stato soppiantato dal tipo Romanesco, di produzione più<br />
precoce.<br />
Blanco o Blanco de San Juan. Tipo precoce. Pianta di dimensioni<br />
ridotte, dalle foglie verdi, inermi, con presenza di eterof<strong>il</strong>lia. Si<br />
distingue per i capolini ovali, compatti, di colore verde chiaro, e di<br />
piccole dimensioni (140-160 g). La produzione avviene in due periodi,<br />
entrambi seguiti da una fase di interruzione per via dei freddi<br />
intensi: da inizio marzo a fine maggio (autunno) e da inizio luglio<br />
a metà settembre (inverno). Probab<strong>il</strong>mente si tratta della cultivar<br />
spagnola Blanca de Tudela con la quale presenta numerose ana-<br />
413<br />
<strong>carciofo</strong> in Argentina<br />
C<strong>il</strong>e<br />
San<br />
Juan<br />
Mendoza<br />
Paraguay<br />
Rosario<br />
(provincia<br />
di Santa Fe)<br />
La Plata<br />
(provincia<br />
di Buenos<br />
Aires)<br />
ARGENTINA<br />
Bras<strong>il</strong>e<br />
Uruguay<br />
Principali zone di produzione del <strong>carciofo</strong><br />
in Argentina<br />
Varietà Ñato, detta anche Ñato criollo<br />
o Violeta, di ottima qualità, ma<br />
di produzione tardiva