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Ring 099 - Parliamo di Videogiochi

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HARRY MC BEER gyakuten saiban<br />

<strong>di</strong> Amano76<br />

Spiegare il fascino <strong>di</strong> Gyakuten Saiban (“Processo<br />

a Colpi <strong>di</strong> scena”) è un'impresa sfiancante.<br />

Un titolo <strong>di</strong> questo tipo, con un sistema tanto insolito,<br />

fatto <strong>di</strong> umorismo spiccatamente giapponese<br />

e appartenente ad un genere del tutto inconsueto<br />

per il pubblico occidentale, rappresenta l'incubo<br />

<strong>di</strong> ogni recensore che aspira ad avere del<br />

tempo libero per la propria vita privata.<br />

Ma io vi amo. Vi amo, lettori <strong>di</strong> <strong>Ring</strong>. Quin<strong>di</strong> ci<br />

proverò.<br />

Per voi.<br />

Ryu Naruhodo, nella sua posa più rappresentativa..<br />

Gyakuten Saiban nasce nel 2001 per mano <strong>di</strong><br />

Shu Takumi, regista <strong>di</strong> tutti i capitoli sinora pubblicati.<br />

Tanto l'umorismo atipico quanto il genere <strong>di</strong><br />

appartenenza (l'avventura testuale) lo rendono<br />

forse un prodotto destinato a non vedere mai l'occidente.<br />

Ma se la serie è passata, dal primo al terzo<br />

capitolo, da meno <strong>di</strong> centomila a oltre duecentomila<br />

copie vendute, un motivo ci sarà.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista risolutivo Gyakuten non<br />

offre sfide ardue, ma si deve anche tenere conto<br />

della sua uscita su console portatile: una <strong>di</strong>fficoltà<br />

troppo alta avrebbe finito col decapitare un titolo<br />

<strong>di</strong> questa categoria, poco avvezzo a prestarsi alle<br />

rapide sessioni per cui l'Advance è stato progettato.<br />

L'intuizione <strong>di</strong> Takumi è stata quin<strong>di</strong> quella <strong>di</strong><br />

spettacolarizzare la narrazione facendo il verso ai<br />

blockbuster americani, un po' come in passato aveva<br />

fatto Mikami in Resident Evil, condendo il<br />

tutto con spiccata (e riuscita) comicità giapponese.<br />

La particolarità del gioco è ovviamente la singolare<br />

ambientazione processuale, ma per quanto<br />

anomalo sembri il concept, bastano pochi minuti<br />

ad accorgersi che le soluzioni scelte non si <strong>di</strong>scostano<br />

<strong>di</strong> molto da quelle delle altre avventure testuali.<br />

La prima parte <strong>di</strong> ogni capitolo richiede la raccolta<br />

degli in<strong>di</strong>zi sulle scene del delitto o in casa dei<br />

sospetti, attraverso un or<strong>di</strong>nario sistema <strong>di</strong> puntamento<br />

che facilita non poco il giocatore, segnalando<br />

con una breve animazione del cursore gli e-<br />

lementi interagibili. Come se non bastasse durante<br />

i processi si ricevono innumerevoli suggerimenti,<br />

alcuni riconoscibili dal colore blu del testo che in<strong>di</strong>ca<br />

in modo più o meno vago cosa fare, altri annunciati<br />

dal suono <strong>di</strong> un campanello che sottolinea<br />

le <strong>di</strong>chiarazioni più importanti. Oltre ad essere<br />

quasi perennemente sostenuto da questi riferimenti,<br />

il giocatore non va incontro a grosse <strong>di</strong>fficoltà<br />

neanche quando si tratta <strong>di</strong> compiere scelte fati<strong>di</strong>che,<br />

dato che <strong>di</strong> bivi a tutti gli effetti non vi è traccia.<br />

Nonostante siano presenti <strong>di</strong>verse scelte multiple,<br />

infatti, qualunque decisione si prenda si<br />

otterranno sempre le medesime conseguenze: ad<br />

essere mo<strong>di</strong>ficato sarà esclusivamente il <strong>di</strong>alogo<br />

successivo e non la trama stessa.<br />

Gli in<strong>di</strong>zi vengono poi catalogati in due liste che<br />

possono essere richiamate sullo schermo in qualsiasi<br />

momento, premendo il tasto R: una riporta i<br />

nomi, le professioni e le caratteristiche salienti dei<br />

personaggi partecipanti, l'altra elenca la totalità<br />

delle prove raccolte, alcune inerenti al caso altre<br />

svianti.<br />

A questo punto si arriva al cuore del gioco, la<br />

sessione giuri<strong>di</strong>ca.<br />

Il giocatore nei panni del protagonista Ryu Naruhodo<br />

deve assistere alle deposizione dei testimoni,<br />

premendo il tasto L ogni qualvolta ritiene sia<br />

stato <strong>di</strong>chiarato il falso. In tal caso Ryu grida ad<br />

alta voce "Obiezione!" e se questa viene riconosciuta<br />

come legittima, Naruhodo deve fornire la<br />

prova che ritiene corroborante. Qualora sia fornita<br />

la prova sbagliata il giocatore farà perdere progressivamente<br />

la pazienza al Giu<strong>di</strong>ce, segnalata da<br />

una barra verde che una volta esaurita comporterà<br />

il game-over.<br />

Attraverso questo iter la trama prosegue scoccando<br />

un Colpo <strong>di</strong> Scena dopo l'altro, attenendosi<br />

ad un registro tematico paradossale dove le logiche<br />

risolutive sono totalmente assurde. Non ci sono<br />

le trovate geniali <strong>di</strong> certe avventure Lucasarts<br />

ma quanto a tensione umoristica siamo decisamente<br />

da quelle parti.<br />

Grazie all’intuitivo sistema <strong>di</strong> puntamento, ispezionare gli<br />

ambienti <strong>di</strong> gioco si rivelerà una mera formalità. Chi ha<br />

spillato sangue sulle avventure grafiche <strong>di</strong> Sierra lo troverà<br />

un insulto.<br />

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