Ring 099 - Parliamo di Videogiochi
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N<br />
CROSSOVER<br />
<br />
<strong>di</strong> Yellow Sator (si ringrazia Ivan Fulco per la consulenza)<br />
onostante fosse solamente una pizza margherita<br />
che i limiti tecnologici dell’epoca avevano<br />
imposto priva <strong>di</strong> con<strong>di</strong>menti, Pac<br />
Man arrivò nel mondo dei videogiochi con l’obiettivo<br />
<strong>di</strong> restarci. Il suo insegnamento non lasciava<br />
spazio a dubbi: i videogiocatori avevano talmente<br />
bisogno <strong>di</strong> personaggi verso i quali nutrire affetto<br />
da innamorarsi perfino un insignificante farinaceo<br />
giallo. C’era dunque un urgente bisogno <strong>di</strong> eroi,<br />
originali o meno, e se dal mondo <strong>di</strong> celluloide potevano<br />
giungere icone dal potenziale pazzesco come<br />
E.T., anche i fumetti ben si prestavano a generare<br />
tie-in <strong>di</strong> successo.<br />
“Come tutti i prodotti realizzati su licenza”, spiegano<br />
i Kappa Boys Andrea Baricor<strong>di</strong> e Andrea<br />
Pietroni, “a nostro avviso non è sempre stato ottenuto<br />
il massimo che si poteva sperare. Nei giocatori<br />
più esperti e smaliziati, questo genere <strong>di</strong><br />
prodotti non suscita quasi mai un entusiasmo tale<br />
da far gridare al miracolo: in questi casi, infatti, i<br />
produttori basano il progetto quasi esclusivamente<br />
sulla popolarità dei personaggi, e non sulle innovazioni<br />
o sulla giocabilità. Ma avviene lo stesso<br />
quando il cinema si ispira a fumetti e videogiochi<br />
(e viceversa), quin<strong>di</strong> non c’è <strong>di</strong> che stupirsi. Pochissime<br />
volte le trasposizioni da un me<strong>di</strong>um<br />
all’altro sono davvero degne <strong>di</strong> nota. Nonostante<br />
questo, per i fan dei personaggi originali il prodotto<br />
resta sicuramente go<strong>di</strong>bile, e anche nelle produzioni<br />
minori resta comunque il <strong>di</strong>vertimento <strong>di</strong> agire<br />
in prima persona nei panni dei propri eroi”.<br />
Le eccezioni per fortuna non mancano, come<br />
Buck Rogers: Planet of Zoom, uno sparatutto<br />
prodotto da Sega nel 1982 che anticipava <strong>di</strong> tre<br />
anni il concept alla base <strong>di</strong> Space Harrier. Certo,<br />
dopo qualche partita veniva spontaneo chiedersi<br />
dove fosse il personaggio creato da Philip Francis<br />
Il Fumetto è una forma <strong>di</strong> comunicazione che ha origine nelle<br />
grotte del 18000 AC e che, passando per l’antico Egitto e soffermandosi<br />
sugli arazzi me<strong>di</strong>evali, giunge ai giorni nostri nelle<br />
sembianze <strong>di</strong> un linguaggio che unisce prosa e pittura, facendo<br />
proprie le tecniche cinematografiche <strong>di</strong> inquadratura e montaggio.<br />
Per convenzione, il Fumetto moderno nasce il 16 febbraio<br />
del 1896, il giorno in cui un balloon comparve per la prima<br />
volta sopra la testa <strong>di</strong> Yellow Kid. Un secolo <strong>di</strong> storia che il<br />
Videogioco non solo non poteva ignorare, ma che con il passare<br />
degli anni ha fatto proprio, acquisendone parte dell’estetica e<br />
del linguaggio.<br />
Nowlan che dava il titolo all’opera. Dentro<br />
all’astronave, probabilmente. Luogo ove rimarrà<br />
per tutto il gioco.<br />
Nello stesso anno, Braccio <strong>di</strong> Ferro si rivelava<br />
meno riservato. Dopo un primo tentativo abortito<br />
con il videogame in seguito noto come Donkey<br />
Kong, Popeye giunse nelle sale giochi sempre a<br />
cura <strong>di</strong> Nintendo. I due titoli avevano molto in comune:<br />
gli stage costituiti da piattaforme collegate<br />
da scale, le protagoniste femminili collocate sulla<br />
sommità dello schermo e gli spinaci e il martello a<br />
fare le veci delle pillole energetiche. Tuttavia<br />
l’obiettivo del gioco, recuperare cuoricini e note<br />
musicali lasciate cadere dalla <strong>di</strong>noccolata Olivia,<br />
non aveva molto a che vedere con il fumetto <strong>di</strong><br />
Elzie Crisler Segar, quin<strong>di</strong> poco sarebbe cambiato<br />
se i protagonisti fossero stati, ancora una volta, un<br />
falegname ed un gorilla.<br />
Buck Rogers<br />
Popeye<br />
Esistono tuttavia esempi in cui il Fumetto, oltre ad<br />
occuparsi del reparto visivo, suggerisce anche<br />
meccaniche innovative. È il caso del folgorante<br />
Spy vs Spy, tratto dall’omonima striscia pubblicata<br />
da Mad Magazine. Uscito nel 1983 su Commodore<br />
64, Spy vs Spy adoperava lo split-screen per<br />
permettere alle due spie protagoniste <strong>di</strong> vagare<br />