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Summary of the Proceedings and Papers Presented at - World ...

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Il progetto<br />

I temi centrali che il progetto dovrà affrontare sono i<br />

seguenti:<br />

n l’eliminazione della copertura esistente sull’ambiente 6;<br />

n la messa in opera di nuove coperture, per le quali si<br />

danno un’ipotesi di minima e una di massima;<br />

n lo scavo e il ridisegno dei giardini;<br />

n la sostituzione dei lucernari sulla terrazza delle terme;<br />

n il restauro delle sostruzioni a quota spiaggia della casa di<br />

Telefo;<br />

n la costruzione del collegamento verticale fra i due livelli<br />

della casa di Telefo;<br />

n l’individuazione di vantaggi e svantaggi nella<br />

ricostruzione del fronte di Granianus;<br />

n gli scavi necessari a completare la liberazione e la<br />

comprensione dell’insula.<br />

A guidare il progetto, in primo luogo, un dovere di memoria.<br />

Un dovere di memoria per l’altissimo potenziale archeologico<br />

e un dovere di memoria per la consistenza fisica – sia<br />

essa romana, borbonica o “maiuriana”, di quanto è giunto<br />

sino a noi: troppo è già st<strong>at</strong>o perduto e quanto sopravvive<br />

deve essere protetto al meglio delle nostre capacità mediante<br />

lo sviluppo di str<strong>at</strong>egie conserv<strong>at</strong>ive mir<strong>at</strong>e e scelte architettoniche<br />

che assumano la centralità di tale istanza.<br />

Lo st<strong>at</strong>o di f<strong>at</strong>to che si è determin<strong>at</strong>o in seguito agli scavi<br />

e ai restauri eseguiti dalla scoperta di Ercolano ad oggi costituisce<br />

ormai un punto di non ritorno: qualunque intervento si<br />

faccia ci si deve necessariamente confrontare non solo con<br />

i resti della città romana ma anche con la città che è <strong>and</strong><strong>at</strong>a<br />

form<strong>and</strong>osi dal 1738 ai giorni nostri. E, come si è già osserv<strong>at</strong>o<br />

nello studio d’inquadramento, i rifacimenti e le aggiunte<br />

effettu<strong>at</strong>e in pass<strong>at</strong>o sono ormai ampiamente storicizz<strong>at</strong>e e<br />

formano parte integrante di un solo corpo architettonico in<br />

cui i restauri sono divent<strong>at</strong>i tutt’uno con l’originale.<br />

Resta la dom<strong>and</strong>a che si era formul<strong>at</strong>a nelle Osservazioni<br />

sul restauro e la museografia degli scavi di Ercolano: “Cosa<br />

fare adesso? Continuare nel solco delle ricostruzioni o dare<br />

un deciso colpo di freno e astenersi da ulteriori rifacimenti?<br />

Continuare a ricostruire senza soverchi timori, cerc<strong>and</strong>o<br />

qu<strong>and</strong>o possibile di suggerire le antiche volumetrie, di evocare<br />

la spazialità originaria, di riproporre l’articolazione delle<br />

singole stanze ed il rapporto fra interni ed esterni o tendere<br />

a ripulire l’originale dalle integrazioni inutili e limitare i rifacimenti<br />

al minimo indispensabile, preferendo il distacco di<br />

qualche elemento decor<strong>at</strong>ivo alla riproposizione ex novo di<br />

un ambiente perduto che crei le condizioni per la sua sopravvivenza?”<br />

Queste dom<strong>and</strong>e sembrano poter trovare una risposta<br />

equilibr<strong>at</strong>a solo nell’osservazione <strong>at</strong>tenta dell’Insula stessa,<br />

evit<strong>and</strong>o proclami teorici e procedendo liberi da prese di posizione<br />

accademiche: continuare nel solco delle ricostruzioni<br />

laddove sia necessario chiudere ambienti che solo al chiuso<br />

possono essere conserv<strong>at</strong>i o dove questo possa migliorare<br />

in modo signific<strong>at</strong>ivo la leggibilità degli spazi; evitare i rifacimenti<br />

dett<strong>at</strong>i dal mero desiderio di dar forma ad un’ipotesi<br />

restitutiva, con scarso effetto per la conservazione dei manuf<strong>at</strong>ti<br />

e con apporto eccessivo di nuovo m<strong>at</strong>eriale.<br />

In questo senso il restauro non <strong>and</strong>rà consider<strong>at</strong>o come<br />

una semplice m<strong>at</strong>erializzazione del d<strong>at</strong>o di scavo: rifare ciò<br />

di cui si ha certezza, fermarsi dove comincia il dubbio. Potrà<br />

inf<strong>at</strong>ti capitare che si abdichi alla restituzione di un elemento<br />

certo, rinunci<strong>and</strong>o a fissare un’evidenza archeologica nella<br />

realtà delle tre dimensioni, e che ci si spinga invece alla<br />

ricostruzione di elementi ipotetici, necessari ad arrestare il<br />

degrado o a restituire un’immagine architettonica più coerente<br />

ed equilibr<strong>at</strong>a.<br />

Quanto appena enunci<strong>at</strong>o implica, è ovvio, un certo grado<br />

di arbitrarietà (la stessa che, sia concesso il paragone, è<br />

insita in qualunque interpretazione musicale, anche la più<br />

fedele alla partitura). La pretesa di essere “neutri”, di non interferire<br />

con la storia architettonica del complesso, di evitare<br />

ogni interpretazione sarebbe in questo caso mera ipocrisia.<br />

L’onestà intellettuale che deve sovrintendere a interventi di<br />

questa port<strong>at</strong>a impone piuttosto di riconoscere la necessità<br />

di interventi che, inevitabilmente, finiranno per conferire<br />

una nuova facies al complesso monumentale e, pertanto, di<br />

scelte progettuali medit<strong>at</strong>e e consapevoli.<br />

In concreto, lo si è accenn<strong>at</strong>o prima, l’Insula Orientalis I<br />

s<strong>of</strong>fre di fenomeni di degrado assai vistosi dovuti all’esposizione<br />

agli agenti <strong>at</strong>mosferici di m<strong>at</strong>eriali n<strong>at</strong>i per essere<br />

all’interno. Se per un verso è evidente l’impossibilità di ricostruire<br />

in toto le coperture antiche, ovvero di realizzare<br />

una tettoia che metta tutta l’area degli scavi al coperto dalla<br />

pioggia senza sn<strong>at</strong>urare l’intero sito, per altro verso non si<br />

può continuare ad ignorare che gr<strong>and</strong>e quantità di m<strong>at</strong>eriale<br />

originario va ogni anno perduta nelle aree scoperte. E sarebbe<br />

invero sconsider<strong>at</strong>o non trarre insegnamento alcuno da<br />

quanto non si è riusciti a conservare in assenza di un tetto.<br />

Si ritiene pertanto che occorra procedere, con maggior<br />

determinazione, alla restituzione delle coperture nelle aree<br />

ove l’importanza dei m<strong>at</strong>eriali sottostanti lo renda necessario.<br />

L’ipotesi di coperture sollev<strong>at</strong>e rispetto alle creste murarie<br />

non sembra auspicabile sia per ragioni di efficacia conserv<strong>at</strong>iva<br />

(pioggia di stravento, piccioni…) sia per ragioni estetiche<br />

(l’aspetto <strong>at</strong>tuale dell’ambiente numero 6 è sufficiente a scoraggiare<br />

ogni tent<strong>at</strong>ivo in tal senso); quella di coperture dichiar<strong>at</strong>amente<br />

moderne sembra estranea all’immagine che<br />

Ercolano ha oramai acquisito e finirebbe per conferire un<br />

sapore “museale” ad un sito nel quale predomina invece lo<br />

spazio urbano.<br />

Insomma, se da un punto di vista museografico è difficile<br />

cambiare rotta rispetto agli interventi pass<strong>at</strong>i che hanno in<br />

qualche modo confezion<strong>at</strong>o degli spacc<strong>at</strong>i architettonici al<br />

vero, da un punto di vista conserv<strong>at</strong>ivo si è costretti a fare di<br />

più; si è costretti ad <strong>and</strong>are oltre Maiuri e ad avventurarsi nel<br />

terreno delle ipotesi, talvolta anche in assenza di evidenze<br />

archeologiche.<br />

Si ritiene pertanto di dover continuare sulla strada del rifacimento<br />

ad identicum, con coppi ed embrici appoggi<strong>at</strong>i su<br />

travi e travetti, rinunci<strong>and</strong>o a soluzioni tecnologiche che poco<br />

hanno a che vedere col genius loci che si è <strong>and</strong><strong>at</strong>o costituendo<br />

nel sito. Solo nei casi di gr<strong>and</strong>e incertezza archeologica<br />

varrà la pena di studiare coperture fedeli alla geometria ipotizz<strong>at</strong>a,<br />

ma con m<strong>at</strong>eriale diversi, ancorché comp<strong>at</strong>ibili con<br />

l’universo formale antico (rame, piombo…).

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