il punto - News facoltà
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sto, sembrava indispensab<strong>il</strong>e essere noi<br />
i primi a sv<strong>il</strong>uppare una mentalità di cooperazione<br />
attraverso la ricerca di partners<br />
che ci avrebbero permesso di realizzare<br />
le nostre idee, insomma mettere<br />
in rete le idee e creare delle sinergie su<br />
un progetto di collaborazione per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
di Internet nelle scuole della provincia.<br />
In quest’ottica inizia la collaborazione<br />
del GIT con le scuole trentine e con l’I-<br />
PRASE. I primi corsi di aggiornamento<br />
per insegnanti furono tenuti all’I.T.G. “A.<br />
Pozzo” di Trento.<br />
L’interesse per Internet cominciò ad essere<br />
tale che nel ’97 l’IPRASE di Trento<br />
organizzò dei corsi di aggiornamento con<br />
la direzione e <strong>il</strong> personale docente quasi<br />
esclusivamente del GIT. Una collaborazione<br />
che è durata per alcuni anni.<br />
A differenza degli altri esperti, i docenti<br />
del GIT si distinguevano per portare in<br />
aula un’autentica esperienza didattica,<br />
che trovava subito rispondenza negli iscritti<br />
ai corsi di aggiornamento, sempre<br />
più numerosi. L’importanza maggiore<br />
era data alla ricaduta didattica, più<br />
che alla novità che Internet costituiva<br />
per la scuola trentina. Così si cominciava<br />
a parlare dell’ut<strong>il</strong>izzo dell’e-ma<strong>il</strong>,<br />
come potesse essere importante per i<br />
ragazzi comunicare fra loro ut<strong>il</strong>izzando<br />
dei mezzi nuovi, dalle potenzialità didattiche<br />
forse ancora non del tutto esplorate,<br />
per passare poi dall’importanza delle<br />
chat, al web e così via.<br />
Nel ’98, insieme all’I.T.G. “A.Pozzo” di<br />
Trento, si tenne un forum su Internet e<br />
scuola a cui, grazie al GIT, intervenne P.<br />
Manzelli dell’Università di Firenze, un<br />
guru della didattica in rete, dove vennero<br />
approfonditi gli aspetti sia pedagogici<br />
che psicologici dell’ut<strong>il</strong>izzo di Internet<br />
a scuola. Il Git contava più di 50 iscritti<br />
e aveva richieste di collaborazione che<br />
andavano dal Liceo Leonardo Da Vinci<br />
alla Scuola Media Bresadola di Trento.<br />
Un segnale della crescita del gruppo è,<br />
in quegli anni, l’inizio della collaborazione<br />
con Sodalia S.p.A. (una delle ditte<br />
d’informatica più importanti sul nostro<br />
territorio), per organizzare un server<br />
che potesse ospitare le pagine web delle<br />
scuole trentine.<br />
Un server autogestito potremmo dire,<br />
perché ad esso concorrevano gli insegnati<br />
di varie scuole e forse <strong>il</strong> primo tentativo<br />
in provincia, per quanto riguarda<br />
l’informatica, di far convergere in un<br />
progetto scuole pubbliche e aziende private.<br />
Istituzionalizzazione<br />
ed esigenze educative<br />
Gli anni ’90 terminano con un convegno<br />
organizzato dall’IPRASE e dall’IRST con<br />
la partecipazione dell’esperto Antonio<br />
Calvani dell’Università di Firenze, G.<br />
Trentin del CNR di Genova ed altri nomi<br />
importanti della ricerca sulla didattica<br />
in rete. Molti dei concetti esposti dai<br />
relatori non erano nuovi per gli insegnanti<br />
trentini e questo sicuramente<br />
grazie al GIT. Nell’ambito di questo accresciuto<br />
impegno dell’IPRASE per diffondere<br />
Internet nelle scuole, inizia un<br />
esperimento di formazione a distanza<br />
degli insegnati con l’ Università di Firenze,<br />
ma molte restarono le questioni non<br />
risolte, come <strong>il</strong> riconoscimento istituzionale<br />
delle conoscenze apprese, in altre<br />
parole, non fu r<strong>il</strong>asciata una certificazione<br />
di quello che fu fatto, oppure <strong>il</strong><br />
mancato riconoscimento delle spese di<br />
collegamento che avveniva da casa. Intanto<br />
alcune scuole di Trento, forse sottostimando<br />
l’importanza di Internet nella<br />
didattica e nonostante l’entusiasmo<br />
di alcuni insegnati, non davano seguito<br />
ai necessari investimenti per collegarsi<br />
in rete, oppure se collegati, impedivano,<br />
e impediscono ancora oggi, <strong>il</strong> libero<br />
accesso agli insegnanti o agli studenti<br />
ad Internet, nell’assoluta indifferenza<br />
delle istituzioni. Gli stessi corsi di aggiornamento<br />
IPRASE continuano sulla<br />
strada ripetitiva della divulgazione, staccandosi<br />
ormai dalla ricerca e nella stessa<br />
misura dai reali bisogni degli insegnanti,<br />
che continuano imperterriti a<br />
porsi questioni sulla didattica in rete. Ultimamente<br />
alcuni segnali di cambiamento,<br />
a dir la verità, ci sono stati, speriamo<br />
che non vadano verso soluzioni già<br />
preconfezionate, sganciate dalla realtà<br />
quotidiana dell’insegnamento. Un esempio<br />
potrebbe essere <strong>il</strong> progetto Vivo-<br />
Scuola. Un’iniziativa lodevole se si pensava<br />
di creare uno spazio web per le scuole<br />
trentine, ma se certe iniziative poi non<br />
sono gestite dal basso, è diffic<strong>il</strong>e pretendere<br />
che gli insegnanti e le scuole si<br />
riconoscano in esse. Internet è un “luogo”<br />
eminentemente politico, partecipativo,<br />
e se manca la cooperazione, ogni<br />
progetto è votato, non dico al fallimento,<br />
ma al sottout<strong>il</strong>izzo delle risorse impiegate.<br />
Il GIT continua a muoversi nella<br />
ricerca di sinergie, di cooperazione,<br />
basti l’esempio del progetto dell’ Istituto<br />
Tecnico di Tione (Didascalie, dicembre<br />
2000, n°7, p.10), nel quale sono in-<br />
tervenuti soggetti privati e pubblici, ma<br />
sempre pensando ad una unità di intenti<br />
che parta dal basso, da un consenso<br />
più ampio possib<strong>il</strong>e di attori su progetti<br />
concreti. Un modo di pensare, quello collaborativo,<br />
che non può essere staccato<br />
dal concetto di rete, ecco perché la scelta<br />
del GIT è anche quella di operare in<br />
periferia, come le conferenze tenute quest’inverno<br />
a Cavedine con la collaborazione<br />
della Biblioteca locale. Battersi<br />
perché sempre più insegnati e studenti<br />
siano collegati fra loro per mettere in<br />
rete idee e non solo istituzioni scolastiche,<br />
non è solo una questione di risorse<br />
economiche, bensì di scelte politiche.<br />
Anche per questo l’ultima frontiera della<br />
nostra associazione è quella del software<br />
libero, che vive della rete e della<br />
collaborazione scambievole di informazioni,<br />
di programmatori capaci di costruire<br />
sistemi operativi e programmi anche<br />
complessi, messi poi a disposizioni di<br />
tutti, gratuitamente, al servizio del popolo<br />
di Internet. Questo significa entrare<br />
in un modo di pensare che si basa sul<br />
diritto di tutti ad accedere alle informazioni,<br />
fuori da ogni tentazione accentratrice<br />
o peggio ancora monopolistica. Per<br />
mantenere la democrazia in rete bisogna<br />
salvaguardare e incentivare l’associazionismo<br />
che viene dal basso, luogo<br />
di libera discussione e confronto, specchio<br />
delle reali esigenze democratiche<br />
della società.<br />
progetti ed esperienze<br />
67 didascalie dossier